(ted. Preussen) Regione storica della Germania, la cui denominazione deriva dai Borussi, o Prussi, popolazioni baltiche che abitavano la zona costiera detta più tardi P. orientale. Fino al 1945 la P. costituì la più vasta circoscrizione amministrativa interna del Reich, ossia un Land suddiviso in 13 province (Berlino-città, P. Orientale, Brandeburgo, Pomerania, Schleswig-Holstein, Hannover, Alta Slesia, Bassa Slesia, Sassonia, Assia-Nassau, Vestfalia, Renania, Hohenzollern). Dopo la Seconda guerra mondiale la P. è scomparsa dal novero delle circoscrizioni amministrative tedesche, mentre i territori orientali, che avevano costituito il primo antico nucleo della P., hanno subito diversa sorte, passando in parte all’URSS (zona di Königsberg, ora Kaliningrad), in parte alla Polonia.
Al tempo della sua massima estensione, la P. abbracciava i 2/3 dello Stato tedesco e quindi comprendeva regioni molto diverse dal punto di vista fisico; il nucleo originario della regione era quello che occupava una porzione del Bassopiano Germanico settentrionale tra Elba e Oder, vasta pianura solcata da antiche valli glaciali con numerosi laghi.
La regione baltica, abitata dai Prussi, dopo parziali tentativi di cristianizzazione (10°-11° sec.), fu donata da Federico II all’Ordine Teutonico (1226), che la conquistò e la evangelizzò. Al termine della lunga lotta di conquista (inizio 14° sec.) la regione, dopo lo sterminio di molti nuclei di Prussi, fu popolata da colonie tedesche: a essa fu unita nel 1308-10 anche la Pomerelia, con le foci della Vistola, creandosi così un ponte con i Tedeschi della Germania. I cavalieri dell’Ordine per la loro qualità di monaci non potevano avere legittima discendenza e perciò mantenevano i loro possessi a titolo di usufrutto personale. L’acquisto del Brandeburgo orientale (1402) inasprì i rapporti con la Polonia e una grave sconfitta subita (1410) a Tannenberg parve segnare la fine dell’Ordine. La pace di Thorn (1411), con il pagamento di una forte indennità di guerra, lasciò ancora la P ai cavalieri. Un successivo intervento polacco, dovuto a una ribellione dei sudditi, portò alla seconda pace di Thorn (1466), che spezzò la P. in due parti: all’Ordine restò la P. orientale (con capitale Königsberg), soggetta però all’alta sovranità del re di Polonia, che si impadronì con la P. occidentale dell’antica capitale Marienburg. Quando il gran maestro dell’Ordine Alberto di Hohenzollern aderì alla Riforma di Lutero, i possessi dell’Ordine, soppresso, si ridussero a un ducato laico ereditario; si rese definitiva la distinzione delle due regioni prussiane (designate in Polonia come P. ducale e P. reale), e inoltre venne ribadito il legame di dipendenza feudale del duca Alberto verso i sovrani polacchi. In caso di estinzione del ramo prussiano degli Hohenzollern, i suoi possedimenti sarebbero dovuti passare agli Iagelloni di Polonia; ma la successione di Alberto toccò alla linea francone dei Brandeburgo e, estintasi anche questa, all’elettore di Brandeburgo (1618). Ebbe luogo, dunque, un’unione personale di due Stati tra loro non confinanti e diversi per ordinamenti e istituzioni, cui si aggiunsero l’ex vescovato di Minden e la contea di Ravensberg, tra l’Ems e il Weser, la contea della Mark nella regione della Ruhr e il ducato di Kleve sul basso Reno, e ancora (per il trattato di Vestfalia, 1648) la Pomerania orientale, col vescovato di Kammin.
Proprio questo sparpagliamento di possessi permise a Federico Guglielmo (1640-88) di farsi valere in gran parte della Germania. Sciolto nel 1660 con il trattato di Oliva il vincolo di soggezione alla Polonia, il successore Federico III nel 1701 prese il titolo di Federico I re di Prussia. Il regno di P., assolutista, basato sui due saldi pilastri del suo esercito e della sua burocrazia, si accrebbe nel 1720 di una parte della Pomerania con Stettino; poi con il grande re Federico II (1740-86) si protese verso il Sud con la Slesia e si ingrandì ancora, acquisendo la cosiddetta P. occidentale con l’Ermland e il distretto della Netze (escluse Danzica e Thorn, rimaste polacche). Il successore, Federico Guglielmo II (1786-97), ereditò nel 1791 i principati di Ansbach e di Bayreuth, poi, a seguito delle spartizioni della Polonia, venne in possesso della Grande Polonia e della Masovia fino alla Lituania di qua dal Neman. Dovette però cedere alla Francia i possessi sulla riva sinistra del Reno. La diffidenza verso l’Austria, prima alleata, persuase la P. a rinchiudersi in una stretta neutralità nei confronti della Francia rivoluzionaria e poi napoleonica. Nel 1805 si schierò contro Napoleone, ma la pace di Tilsit (1807) la sottopose ugualmente a una enorme indennità di guerra (e, a garanzia, fu occupata militarmente) e la privò di diversi possessi. Ma presto percorsa da una volontà di rinascita, nel 1813 poté riprendere il suo posto nella coalizione antinapoleonica (v. fig.).
Il Congresso di Vienna attribuì alla P. molti dei suoi precedenti possedimenti, insieme a parte della Sassonia, della Renania e della Vestfalia. Priva di contiguità territoriale fra le sue province, la P. promosse dal 1818 un’unione doganale, fino alla creazione (1833) di un vasto mercato comune a direzione prussiana (➔ Zollverein). Federico Guglielmo III appoggiò la politica conservatrice di Metternich all’interno della Confederazione germanica (➔ Germanica, Confederazione) e la P. fu l’unico dei grandi Stati tedeschi a non adottare una Costituzione a seguito dei moti europei del 1830; il suo successore, Federico Guglielmo IV, acconsentì a giurare fedeltà alla Costituzione del 31 gennaio 1850, rimasta in vigore sino al 1918, che manteneva il principio del diritto divino come fondamento della monarchia. Rifiutata la corona di imperatore tedesco (1849), il re, col consiglio di J.M. von Radowitz, puntò a creare una federazione dei principi tedeschi. A tale progetto si oppose l’Austria che, minacciando la guerra, obbligò la P. a firmare nel 1850 la convenzione di Olmütz (➔ Olomouc). Il nuovo re, Guglielmo I, perseguì una politica decisamente conservatrice e riorganizzò l’esercito. Dopo la chiamata al governo di O. von Bismarck (1862) si avviò a conclusione la rivalità con l’Austria, inaspritasi per la questione dei ducati di Schleswig e Holstein (➔ Schleswig-Holstein). Uscita vittoriosa dalla guerra austro-prussiana, la P. si annetté lo Schleswig-Holstein, l’Hannover, l’Assia-Kassel, il Nassau e Francoforte sul Meno; sciolta quindi la Confederazione germanica, creò e assunse la direzione di una Confederazione della Germania del Nord. Il processo di unificazione tedesca fu portato avanti concludendo durante la guerra franco-prussiana una serie di trattati di federazione con gli Stati meridionali, punto di partenza per la formazione del secondo Reich, suggellata dall’incoronazione a imperatore di Guglielmo I (18 genn. 1871).
All’interno dell’impero la P. mantenne un ruolo di guida, attenuatosi parzialmente solo dopo la Prima guerra mondiale; a seguito della sconfitta tedesca, il trattato di Versailles (1919) attribuì alla Polonia la P. occidentale (cosiddetto corridoio polacco), oltre alla regione di Gniezno e Poznań. La P. orientale, compresa fra il basso corso della Vistola e quello del Neman, risultò interamente separata dal resto dello Stato per l’interposizione del corridoio polacco e del territorio di Danzica, eretta a città libera; dopo la Seconda guerra mondiale, per gli accordi della conferenza di Potsdam (1945), passò alla Polonia (la parte meridionale, da Elblag ai Laghi Masuri) e all’URSS (la parte settentrionale).
Guerra prussiano-danese Durante il regno di Cristiano VIII di Danimarca (1839-48), la maggioranza tedesca che abitava i ducati di Schleswig e di Holstein espresse più volte la richiesta di autonomia politica, finché il 23 marzo 1848 si giunse alla costituzione di un governo provvisorio nel ducato di Schleswig. La P. intervenne subito a protezione dei ribelli, finché la mediazione delle grandi potenze portò alla pace di Berlino (2 luglio 1850); quindi, con il protocollo di Londra dell’8 maggio 1852, Austria, Francia, Gran Bretagna, Danimarca, P., Russia e Svezia assicurarono la successione, anche nei Ducati, al principe Cristiano di Sondenburg-Glücksburg. La promulgazione della costituzione unitaria danese (1863) portò però nel 1864 alla guerra dell’Austria e della P. contro la Danimarca (➔Ducati, Guerra dei).
Prussiano antico Lingua parlata un tempo nella P. orientale ed estintasi alla fine del 17° sec. per la penetrazione sempre più profonda del tedesco. Appartiene al gruppo baltico della famiglia indoeuropea ed è documentato dal cosiddetto vocabolario di Elbing, contenente circa 800 parole, e dalle traduzioni di tre diversi Catechismi e dell’Encheiridion di Lutero, tutti del 16° secolo.