(polacco Szczecin) Città della Polonia (406.427 ab. nel 2009), nella Pomerania, capoluogo del voivodato della Pomerania Occidentale (22.892 km2 con 1.693.284 ab.). È a 70 km circa dal mare aperto, presso la riva sinistra dell’Oder. Sorta su una terrazza alta una quindicina di metri, in parte ricoperta da boschi, si estese a poco a poco anche nella parte bassa prospiciente alla terrazza (cioè intorno al castello) e più tardi sulla destra dell’Oder, dove fu necessario fare uso di palafitte. Attivo porto peschereccio e commerciale (carbone, macchinari, prodotti alimentari, legname). Il suo avamporto si trova a Świnoujście sull’isola di Usedom. Industrie cantieristiche, metallurgiche, meccaniche, elettriche, elettroniche, del cemento, alimentari, della carta.
Dapprima piccolo villaggio di pescatori slavi, cominciò a essere popolata da tedeschi alla fine del 12° sec.; nel 1243 ebbe diritti di città dal duca di Pomerania Barnim I; membro (dal 1360) della Lega anseatica, fiorì nel Basso Medioevo come porto commerciale, ma anche quale residenza, dall’inizio del 12° sec. al 1637, di un ramo della famiglia dei duchi di Pomerania. Fu tra le prime città ad aderire alla Riforma (1522). Nel 1648 passò alla Svezia; nel 1720, per la pace di Stoccolma, alla Prussia, e da allora cominciò lo sviluppo della città in corrispondenza alla grande importanza assunta da Berlino, di cui S. divenne la porta sul Baltico, sviluppo ulteriormente accresciuto dalla canalizzazione dell’Oder, che fece di S. lo sbocco della Boemia e della Slesia, e dall’unione a Berlino tramite un canale (1914). Durante la Seconda guerra mondiale, S. subì gravissimi danni (oltre il 45% delle abitazioni distrutte da bombardamenti); dopo il passaggio della città alla Polonia (1945), tutta la popolazione tedesca fu espulsa, così che gli abitanti, oltre 370.000 nel 1939, erano nel 1947 poco più di 72.000. Il successivo incremento di popolazione è tutto dovuto a elementi polacchi.