Città della Germania (152.966 ab. nel 2008), capitale del Brandeburgo. È situata circa 20 km a SO di Berlino, alla confluenza dei fiumi Havel e Nuthe. Centro di industrie tessili, meccaniche (costruzioni ferroviarie), chimiche, elettroniche, agroalimentari e del vetro. Osservatorio geofisico e astrofisico.
Centro di origine slava già ricordato nel 10° sec., acquistò importanza specie dal 17° sec., quando divenne residenza dei re di Prussia. Al periodo di Federico Guglielmo (1640-88) risale lo Stadtschloss, rifatto in gran parte da G.W. von Knobelsdorff (1745-51, distrutto). Notevole la porta di Brandeburgo (1770). Danneggiata dalla Seconda guerra mondiale, resta pressoché intatto il complesso di Sans-Souci: vasto parco, progettato da Knobelsdorff (con padiglione omonimo, 1745-47, tra vari edifici). Nel 19° sec., importanti architetture si ebbero con K.F. Schinkel (Charlottenhof, 1826; S. Nicola, 1829-37) e con il suo allievo L. Persius (chiesa della Pace, 1845-48; Orangerie 1851-60). Presso P., a Neubabelsberg, è la torre di Einstein (E. Mendelsohn, 1919-21), tra i massimi esempi dell’architettura espressionista.
Conferenza di P. Prima grande conferenza internazionale dopo la fine della Seconda guerra mondiale in Europa, tenutasi tra i leader di USA, URSS e Gran Bretagna dal 17 luglio al 2 agosto 1945. Vi intervennero W. Churchill, I.V. Stalin e H.S. Truman con i rispettivi ministri degli Esteri. Diede vita al Consiglio dei ministri degli Esteri, espressione delle cinque maggiori potenze (USA, URSS, Gran Bretagna, Francia e Cina), incaricato di sovrintendere all’elaborazione dei trattati di pace. L’URSS ottenne che il trattato con l’Italia fosse legato a quelli con Ungheria, Bulgaria, Finlandia e Romania, decisione densa di conseguenze, soprattutto nella questione di Trieste. A parte il problema delle riparazioni, il tentativo sovietico d’insediarsi nel Mediterraneo si scontrò con la netta ostilità britannica; migliore fortuna ebbe l’attribuzione in amministrazione alla Polonia dei territori a E dell’Oder-Neisse, con annessione di Königsberg e di una parte della Prussia Orientale all’URSS. Quanto alla Germania, fu deciso di evitare la formazione di un governo centrale tedesco, indirizzando la vita pubblica verso un non meglio chiarito ‘decentramento’, mentre fermo fu l’impegno alla smilitarizzazione, allo smantellamento industriale con rottura dei trust, alla denazificazione. Gli accordi si rivelarono caduchi di lì a pochi mesi.