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PAESI BASSI

di Guido Barbina e Giovanni Gay - Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)
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Paesi Bassi

Guido Barbina e Giovanni Gay
ENCICLOPEDIA ITALIANA VI APPENDICE TAB paesi bassi 01.jpg

(XXV, p. 909; App. IV, ii, p. 709; V, iv, p. 7; v. Olanda, XXV, p. 207; App. I, p. 903; II, ii, p. 440; III, ii, p. 297)

Geografia umana ed economica

di Guido Barbina

Popolazione

La dinamica demografica dei P. B. (15.678.000 ab., secondo una stima delle Nazioni Unite, nel 1998) ha registrato negli ultimi anni un progressivo calo del tasso di accrescimento, dovuto in parte a una riduzione del saldo naturale (3,5‰ nel 1997), in parte a una contrazione del flusso immigratorio. La distribuzione della popolazione continua a essere piuttosto ineguale e, a fronte di una densità media di 374 ab./km², stanno i valori massimi delle tre province occidentali (Olanda Meridionale con 1151; Olanda Settentrionale con 928; Utrecht con 811), le più industrializzate e più ricche di traffici, che nel complesso, su una superficie di poco superiore al 20% del territorio, concentrano il 44,4% di tutta la popolazione, mentre le densità più basse si registrano nelle aree di più recente conquista. La città più popolosa rimane la capitale, Amsterdam, con 715.100 ab. nel 1997 (1.101.400 ab. nell'intera agglomerazione urbana), seguita da Rotterdam (598.500 ab.) e da L'Aia (442.200 ab.). Il territorio nazionale è perfettamente servito da un capillare sistema di trasporti che rende agevole l'integrazione di tutti i punti abitati in un unico grande insieme abitativo-produttivo.

Condizioni economiche

L'economia dei P. B. è solida e il tenore di vita medio è molto elevato, con un sistema di servizi sociali che è all'avanguardia in Europa, tanto che si è persino parlato di 'modello olandese' a proposito di questo paese, che è riuscito a ridurre la disoccupazione a livelli davvero modesti (5,5% nel 1997, ma 2% negli anni precedenti), soprattutto se riferiti al contesto europeo. A questo successo hanno concorso numerosi fattori, tra cui la piccola estensione del territorio, la coesione sociale, la stabilità politica e l'adattabilità dell'economia, nonché la minore dipendenza dalle imprese straniere rispetto ad altri piccoli Stati (quali, per es., il Belgio).

L'agricoltura, che un tempo è stata l'attività più importante, oggi è passata in secondo piano rispetto alle attività di trasformazione; tuttavia essa detiene ancora alcuni primati, come quello dei bulbi e dei fiori, coltivati nei polder di bonifica con tecniche d'avanguardia; anche gli ortaggi, in parte coltivati in serre, sono molto importanti e, insieme alla barbabietola da zucchero, alle patate e ai prodotti dell'allevamento, forniscono il 18% delle merci esportate. L'allevamento suino e bovino è praticato con sistemi modernissimi, e la Frisia è oggi una delle principali regioni lattiero-casearie d'Europa. Anche la pesca, sia costiera sia d'altura, è praticata con tecnologie avanzate.

Il paese possiede grosse riserve di gas naturale, energia 'pulita' e a basso costo, estratto dai ricchi giacimenti nei dintorni di Groninga e da quelli off-shore del Mare del Nord, collegati mediante un'estesa rete di gasdotti, che serve l'intero territorio ed è in grado di convogliare il prodotto verso Germania, Belgio, Francia e Italia. Dopo un iniziale intenso sfruttamento del gas, si è passati a una riduzione delle sue esportazioni, anche con l'intento di non esaurire troppo in fretta le riserve, parzialmente accantonate in funzione strategica. E così si è tornati a sfruttare le miniere di carbone, dopo una fase di declino produttivo, con l'attivazione anche di giacimenti minori, mentre continua il dibattito sull'energia nucleare che, contestata dalla popolazione, è prodotta solo in pochi e piccoli impianti.

Le attività manifatturiere sono numerose e coprono moltissimi settori, con partecipazioni maggioritarie in diverse società multinazionali (specie nel comparto dell'alimentazione, dell'elettronica e della petrolchimica); molte industrie hanno avuto origine dallo sfruttamento del vasto impero coloniale e, anche se oggi esso non esiste più (fatta eccezione per le dipendenze di Aruba e delle Antille Olandesi), rimane fiorentissima la lavorazione del cacao, del caffè, del tabacco, delle spezie, dello zucchero di canna; l'attività del taglio e della lavorazione dei diamanti, di cui i P. B. detenevano il monopolio (Amsterdam), è oggi in declino per la concorrenza di Tel Aviv; alcune produzioni di artigianato sono famose in tutto il mondo (ceramiche di Delft). Lo sviluppo industriale ha però causato sensibili problemi ecologici, con gravi rischi di inquinamento delle acque interne.

I trasporti internazionali sono efficientissimi: il sistema portuale alla foce del Reno, Rotterdam-Europoort, è il primo d'Europa e il secondo del mondo (dopo Singapore); secondo porto nazionale è quello di Amsterdam. Una fitta rete di vie navigabili naturali e artificiali (4832 km) assicura i collegamenti con tutta l'Europa centrale.

La bilancia commerciale è attiva perché l'esportazione dei prodotti finiti copre largamente il valore dell'importazione delle materie prime; tuttavia le elevate spese sociali rendono sempre problematico il pareggio del bilancio statale per cui, anche in previsione dell'applicazione degli accordi per l'adozione della moneta unica fra i paesi dell'Unione Europea, il governo ha dovuto ridimensionare alcune spese e aumentare il livello delle imposte, aggravando il problema della disoccupazione soprattutto nell'ambito della numerosa comunità di lavoratori immigrati da paesi asiatici e africani.

bibliografia

R.H. Cox, The development of the Dutch welfare state: from worker's insurance to universal entitlement, Pittsburg 1994.

L. Scarpelli, Il localismo nella nuova politica regionale dei Paesi Bassi, in Regionalizzazione e sviluppo economico, suppl. al Bollettino della Società Geografica Italiana, 1994, suppl., pp. 43-56.

H.A. Van Klink, The port network as a new stage in port development: the case of Rotterdam, in Environment and planning, 1998, 1, pp. 143-60.

Storia

di  Giovanni Gay

Per circa un ventennio, dalla fine degli anni Settanta, i P. B. sono stati retti da governi di coalizione imperniati sul Partito democristiano (CDA, Christen-Democratisch Appel), nato nel 1980 dalla fusione di tre partiti confessionali, uno cattolico e due protestanti. I democristiani del CDA si sono alternativamente alleati con i liberali del VVD (Volkspartij voor Vrijheid en Democratie) e con i laburisti del PvdA (Partij van de Arbeid). Governi di centro-destra hanno guidato il paese quasi ininterrottamente dal 1978 al 1989, mentre un governo di centro-sinistra, presieduto comunque da un democristiano, è stato al potere dal 1989 al 1994.

In questo lungo periodo, i P. B. si sono mostrati particolarmente attenti alle questioni legate all'ambiente, alla difesa dei diritti civili, al consolidamento di una scelta antimilitarista (essendo ormai acquisita quella antinuclearistica) che si è concretizzata in una netta diminuzione delle spese per le forze armate accompagnata da una graduale abolizione del servizio militare di leva. Ma la questione più dibattuta tra le forze politiche è stata quella relativa alle strategie da attuare per ridurre il pesante deficit pubblico, attraverso una limitazione della spesa dello Stato per le politiche di welfare. I P. B., infatti, impegnavano una quota considerevole delle loro spese per lo Stato sociale (62,1% del totale nel 1997, di cui il 14,8% per il sistema sanitario).

Nel 1991 la proposta avanzata dai democristiani, allora al governo con i laburisti, di ridurre le spese per il welfare, trovò i laburisti disposti a trattare, ma le elezioni politiche del 1994 videro una netta riduzione dei voti sia per i democristiani sia per i laburisti. Il CDA perse infatti 20 dei suoi 54 seggi e i laburisti ne ottennero solo 37 rispetto ai 49 conquistati nelle elezioni del 1989. I liberali del VVD e i progressisti del D66 (Democraten 66) aumentarono i loro voti conquistando rispettivamente 31 e 24 seggi. Dopo queste elezioni i democristiani del CDA andarono, per la prima volta dal 1917, all'opposizione, mentre si costituì un governo presieduto dal leader laburista, Wim Kok, alla guida di un'alleanza fra laburisti, liberali ed esponenti del D66. Il CDA ottenne comunque 10 dei 31 seggi messi in palio nelle elezioni al Parlamento europeo del giugno 1994, mentre i laburisti ne conquistarono 8 e i liberali 6. Particolarmente difficili erano state le discussioni che avevano preceduto la formazione del nuovo governo, proprio a causa del disaccordo esistente fra laburisti e liberali in relazione alla necessità di procedere a severi tagli delle spese per lo Stato sociale. Il nuovo governo privatizzò nel 1995, sia pure parzialmente, il settore delle poste e delle telecomunicazioni, e l'anno successivo realizzò il progetto di un esercito professionale di dimensioni ridotte. Tra il 1996 e il 1997, inoltre, il governo fu costretto a rivedere la sua politica estremamente liberale nei confronti delle droghe leggere, anche per rispondere alle proteste avanzate da molti paesi dell'Unione Europea che chiedevano un maggior controllo del traffico delle sostanze stupefacenti. Le elezioni politiche del maggio 1998 videro il successo dei laburisti, che passarono da 37 a 45 seggi, e dei liberali (da 31 a 38 seggi). I democristiani continuarono a perdere posizioni passando dai 34 seggi del 1994 a 29, mentre anche il D66 perdeva 10 seggi. Un partito nato nel 1991 da un'alleanza tra piccoli partiti di sinistra, radicali, social-pacifisti, comunisti, con il nome di Groen Links, ottenne un discreto successo passando dai 4 seggi conquistati nel 1995 agli 11 del 1998. Il nuovo ministero, entrato in carica nell'agosto del 1998, era costituito dalla stessa coalizione che aveva governato fin dall'agosto del 1994, formata dai laburisti (PvdA), dai liberali (VVD) e dal D66. Le elezioni provinciali per la Camera Alta, che si erano tenute nel marzo 1998 al termine di una campagna elettorale che aveva messo in luce divisioni e contrasti interni alla maggioranza, avevano registrato la sconfitta dei partiti di governo e il successo del CDA e di Groen Links.

bibliografia

J. Visser, A. Hemerijck, A dutch miracle: job growth, welfare reform and corporatism in Netherlands, Amsterdam 1997 (trad. it. Roma 1998).

R. Kooistra, P. Klein, Wim Kok: het taaie gevecht van een polderjongen, Amsterdam 1998.

H.J.L.Vonhoff, Liberalen onder een dak: VVD, 50 jaar liberale vereninging, Den Haag 1998.

Vedi anche
NATO Sigla dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (in inglese, North Atlantic Treaty Organization). litantrace Tipo di carbon fossile; è il più noto, diffuso e utilizzato combustibile fossile. Di colore nero lucente, più o meno compatto, è generalmente povero di sostanze bituminose e di sostanze minerali (ceneri); contiene dal 74 al 93% di carbonio, con una media dell’82%. Se ne distinguono diverse varietà, ma ... sinistra Nel Parlamento, i settori dell’emiciclo che sono alla s. del presidente (il cui seggio è posto di fronte all’emiciclo stesso). Per estensione, l’insieme dei deputati che occupano ordinariamente quei settori, e anche i partiti o i gruppi politici (generalmente i partiti di carattere popolare e progressista, ... Mitteleuropa Termine tedesco («Europa di Mezzo» o «Centro-Europa») usato per evocare l’ambiente e la tradizione culturale dell’Impero asburgico al suo tramonto. Impreciso sotto il profilo geografico (dai Mari del Nord e Baltico all’Adriatico e al Bacino danubiano), nell’Ottocento ebbe fortuna in geopolitica, da una ...
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