Scrittore svedese (Växjö 1891 - Danderyd, Stoccolma, 1974). Figura tra le più rappresentative del panorama letterario svedese della prima metà del 20° sec., molta della sua produzione è stata animata da una vigorosa presa di posizione contro la minaccia della dittatura nazista ai fondamentali valori dello spirito e della civiltà umana e, su altri versanti speculativi, ai temi metafisico-religiosi. Premio Nobel per la letteratura (1951), opere quali Bödeln ("Il boia", 1933), Dvärgen ("Il nano", 1944), Barabbas (1950) e Sibyllan (1956) rappresentano i massimi traguardi espressivi raggiunti da questo "credente senza fede" sempre volto alla ricerca del deus absconditus sotto l'enigmatico velo delle parvenze umane.
Si affermò, dopo il primo decennio del secolo, come fautore del movimento espressionistico nella lirica (Ångest "Angoscia", 1916), nella narrativa (Järn och människor "Ferro e uomini", 1915), nella saggistica (Ordkonst och bildkonst "Arte verbale e arte figurativa", 1913) e nel teatro (Himlens hemlighet "Il mistero del cielo", 1921; Den Osynlige "L'invisibile", 1923; Han som fick leva om sitt liv, 1928; trad. it. Colui che poté rivivere la sua vita, 1951). Come quella di Strindberg, anche la sua opera oscilla continuamente tra i due temi metafisico-religiosi dell'angoscia e della speranza (Onda Sagor "Fiabe del male", 1924; Gäst hos verkligheten "Ospite della realtà", 1925, autobiografia). L'impegno sociale di L. in nome d'un umanesimo militante contro la dittatura e la violenza informa gran parte della sua produzione fra le due guerre mondiali: dal già citato Bödeln alle liriche di Genius (1937) al romanzo Dvärgen, anche se l'ispirazione prima della sua arte resta essenzialmente religiosa. Il racconto Barabbas segna il culmine di quest'arte volutamente nuda e monumentale, raffigurante il dramma dell'uomo moderno, posto al bivio fra bene e male, assetato di fede nel trascendente eppure irrimediabilmente scettico. Degli ultimi romanzi, centrati tutti su temi biblici, ricordiamo il già segnalato Sibyllan e Mariamne (1967; trad. it. 1971). Socio dell'Accademia svedese (1940); premio Nobel per la letteratura (1951).