Pechino
Dalla città proibita alle Olimpiadi
Marco Polo non potrebbe più riconoscere la città che descrisse ammirato: Pechino è molto cambiata, improvvisamente, nel giro di cinquant’anni, dopo essere stata per secoli la capitale quasi immutabile del Celeste Impero. Se la Città proibita ancora può stupire i turisti, tutt’attorno sta crescendo un’enorme metropoli moderna, fatta di grattacieli e di superstrade, che spazza via gli ultimi resti della tradizione. È il prezzo che la Cina ha deciso di pagare per rendere la sua capitale competitiva con le altre grandi città del mondo
Oggi fra le città più popolose del mondo, e capitale di un grandissimo paese, Pechino (in cinese Beijing «capitale del Nord») sorge all’estremità settentrionale del vasto Bassopiano Cinese; verso ovest e verso nord, la regione di Pechino è circondata da montagne che la proteggono dai freddi venti settentrionali. La distanza dal mare non è eccessiva e la latitudine non è elevata (circa 40° N), ma il clima della città è decisamente continentale, con inverni freddi e nevosi.
Il sito di Pechino venne abitato da gruppi umani già intorno al 1000 a.C. Dato che vi convergevano diverse vie carovaniere importanti, la città (che ebbe vari nomi nel corso del tempo) si sviluppò piuttosto rapidamente e pochi secoli dopo era già capitale di un regno locale (Cina). Distrutta e ricostruita più volte, Pechino venne conquistata e rasa al suolo dall’imperatore mongolo Genghiz khan (1215), ma il suo erede Qubilay khan la ricostruì in forme magnifiche. È questa la città che Marco Polo conobbe molto bene e descrisse nel Milione come una città vasta, popolosa e straordinariamente ricca; egli la chiama con il nome di Cambaluc (in mongolo Khan-baliq), cioè «città del khan».
Oltre che nodo stradale importante, Pechino era al centro anche di una rete di canali navigabili – che furono potenziati nei secoli successivi – e soprattutto era collegata al Grande Canale, o Canale Imperiale, che unisce tuttora Pechino sia al mare, sia a un gran numero di altre città, fino alla lontana Nanchino (Nanjing): la sua importanza politica era quindi sostenuta da una notevole potenza economica.
Quando la dinastia mongola venne spodestata, per qualche decennio Pechino perse il ruolo di capitale dell’impero, mantenendo quello di capoluogo, appunto, della regione più settentrionale; ma all’inizio del Quattrocento tornò a essere la capitale imperiale della dinastia Ming. Un secolo dopo, Pechino aveva più di 700.000 abitanti, ed era la più popolosa città del mondo.
Caduta anche la dinastia Ming, alla metà del Seicento, gli imperatori della dinastia mancese, Qing di origine settentrionale, confermarono la città come loro capitale.
Nei secoli seguenti Pechino continuò a ingrandirsi, ma nell’Ottocento e nel Novecento subì diversi eventi traumatici. Nel 1860 fu occupata da truppe europee, che provocarono fra l’altro l’incendio di vasti quartieri e la distruzione del Palazzo d’estate, e poi di nuovo nel 1900. Dopo la caduta dell’impero (1911), per qualche tempo la capitale fu spostata a Nanchino, ma al termine della rivoluzione e della guerra civile (1949) la nuova Repubblica Cinese tornò a scegliere Pechino come sua sede.
Da allora, il processo di modernizzazione portò alla rapida crescita sia dei quartieri di residenza sia di quelli industriali, mentre il governo rivoluzionario cercava di sottolineare il cambiamento rispetto al passato imperiale e alla vecchia cultura. Così, negli anni Cinquanta del Novecento, le antiche mura della città vennero quasi completamente abbattute, anche per consentire l’apertura di grandi strade di circonvallazione e di collegamento fra il centro e i nuovi edifici pubblici e le vaste aree residenziali e industriali della periferia.
Fino ad allora, la città storica era stata costituita da un nucleo per così dire ufficiale, detto Città murata, e dai sobborghi popolari al di fuori delle mura. La Città murata, a sua volta, era composta di due parti distinte: a nord la Città tartara, più o meno quadrata, circondata da mura, aveva preso questo nome dopo l’arrivo della dinastia mancese, ma esisteva da molto prima; a sud la Città cinese, unita alla precedente e a sua volta cinta di mura, dalla forma rettangolare, era stata costruita durante la dinastia Ming.
Sui quattro lati della Città murata sorgono altrettanti grandi templi: il tempio del Cielo, quello meridionale, è considerato il più importante monumento cinese.
La Città tartara aveva in origine una struttura molto regolare, con molti vicoli rettilinei (hutong) orientati da ovest a est, e tagliati ad angolo retto da poche vie con direzione nord-sud. Dai vicoli si accedeva alle abitazioni, basse (nessuna costruzione poteva superare l’altezza della Città proibita) e dotate di un cortile. Al centro della Città tartara si trova la Città proibita: qui era la residenza degli imperatori e agli stranieri non era consentito l’ingresso; intorno alla Città proibita si sviluppava la Città imperiale e poi, tra questa e le mura, i quartieri di abitazione. La Città cinese ripeteva lo stesso schema di lunghi vicoli su cui affacciavano le abitazioni.
Nella Città murata furono scavati laghetti artificiali, costruita una collina, sistemati parchi, che in buona parte sono sopravvissuti fino a oggi.
Lo schema a scacchiera della Città murata si spinge anche fuori delle mura, seguendo l’espansione della città. Negli ultimi anni la crescita di Pechino è diventata velocissima e inarrestabile. La tendenza più recente è costruire edifici molto moderni – spesso grattacieli – al posto dei vecchi quartieri di abitazione. Gli abitanti degli hutong vengono convinti a spostarsi in periferia, spesso a decine di chilometri di distanza; le vecchie case sono abbattute e al loro posto in pochi mesi si aprono grandi viali o edifici di tipo occidentale.
Intanto la città, considerata anche la vasta periferia, ha raggiunto una popolazione di quasi 14 milioni di abitanti; secondo alcune stime, gli abitanti sarebbero in realtà più numerosi e aumenterebbero al ritmo di 300.000 ogni anno.
Un problema gravissimo è rappresentato ormai dalla circolazione automobilistica privata. Fino a pochi anni fa le automobili quasi non esistevano e Pechino era anzi famosa per le centinaia di migliaia di biciclette che vi circolavano. Oggi le biciclette sono state soppiantate dalle auto private: pare che ce ne siano quasi tre milioni (sono raddoppiate in meno di dieci anni) e i loro gas di scarico, insieme con i fumi delle fabbriche, rendono spesso irrespirabile l’aria della città. Per consentire la circolazione, sempre intasata, è stata realizzata una serie di circonvallazioni: la più interna è quella che circonda la Città murata; poi ce ne sono altre tre che collegano i quartieri periferici; entro il 2008 saranno completate la quinta e la sesta. Inoltre sono state realizzate linee di metropolitana, ferrovie di superficie, strade sopraelevate, ‘bretelle’ a scorrimento veloce.
Nel 2008 si terranno a Pechino i Giochi olimpici: per quella data, la città dovrebbe essersi attrezzata per accogliere sportivi e turisti, per costruire o ammodernare decine di impianti sportivi e per risolvere almeno una parte dei problemi del traffico e dell’inquinamento.
I mutamenti che stanno investendo in questi anni la città sembrano veramente radicali. Se si eccettua la Città proibita e qualche altro tratto monumentale della vecchia Città murata, Pechino sta cambiando tutto: un gran numero di edifici storici – anche monumentali – è stato abbattuto, moltissime fabbriche sono state chiuse e trasferite lontano dal centro e così gran parte della popolazione è andata ad abitare altrove.
La capitale continua comunque a essere uno dei principali centri industriali della Cina, con produzioni metalmeccaniche e tessili, e una gran quantità di piccoli impianti produttivi, di dimensione artigianale, nei più svariati settori. Ma, come succede nelle altre grandi capitali, Pechino si avvia a diventare soprattutto un centro di servizi: amministrativi, culturali, commerciali, finanziari, scientifici.
Nonostante le molte distruzioni e i profondi cambiamenti recenti, la città conserva grande importanza storica e culturale: oltre ai monumenti, importanti sono i suoi musei, e poi le grandi università, l’editoria, i famosi teatri – molto amati e frequentati dai Cinesi.
L’apertura della Cina agli stranieri sta portando un numero crescente di turisti a conoscere la città, che ha anche dintorni interessanti: la Grande Muraglia è a poche decine di chilometri.