Organo esterno dell’apparato urogenitale maschile. È costituito essenzialmente da corpi composti di tessuto erettile e da un sistema di involucri: i primi (i due corpi cavernosi del p. e il corpo cavernoso dell’uretra) col loro inturgidimento rendono possibile la funzione copulatrice.
A forma di appendice cilindrica, inizia dalla parte anteriore del perineo passando al di sotto della sinfisi pubica, cui è unito da un legamento fibroelastico (il legamento sospensore del p.) e si prolunga al di sopra e al davanti dello scroto.
Morfologicamente nel p. si considerano: un’estremità posteriore o radice, profondamente situata nello spessore del perineo anteriore, che è costituita dal tratto iniziale dei corpi cavernosi propri, ciascuno dei quali aderisce, nel lato corrispondente, al tratto ischiopubico del margine inferiore del bacino; una parte mediana o corpo del p., di forma cilindrica; un’estremità anteriore, detta glande per la sua caratteristica forma, separata dal corpo mediante un solco circolare (solco coronario o balano-prepuziale).
A eccezione della radice, il p. è interamente rivestito da un manicotto cutaneo, che in corrispondenza del glande si riflette all’interno e s’inserisce nel solco coronario, per formare il sacco prepuziale o prepuzio. Questo è inoltre fissato alla base del glande da una piccola plica mucosa, detta frenulo. I corpi cavernosi propri del p., dalla loro inserzione ischiopubica convergono sul piano mediano, si addossano l’uno all’altro e si fondono in un unico organo la cui faccia inferiore è percorsa da un solco longitudinale nel quale trova alloggiamento il corpo cavernoso dell’uretra.
Il p. è un organo urinario e sessuale nello stesso tempo. Allo stato di flaccidezza convoglia all’esterno l’urina raccolta nella vescica. Inturgidendosi, per la replezione sanguigna dei corpi cavernosi, acquista la consistenza necessaria a rendere possibile il coito. La fisiologia dell’erezione si basa su importanti modificazioni funzionali del sistema orto- e parasimpatico, che consentono un iperafflusso ematico con aumento di pressione negli spazi cavernosi nella fase che precede il coito. Dopo la eiaculazione, grazie a fenomeni di modificazione arteriosa, si ha un ritorno del p. alla flaccidità. Un ruolo importante è anche svolto dai recettori cutanei e dal complesso di interazioni che si espletano attraverso stimoli propri della sensibilità generale, coinvolgenti elevati strati corticali e la stessa partecipazione psichica.
Le anomalie congenite riguardano l’abnorme ristrettezza del sacco prepuziale (fimosi), tale da non permettere lo scoprimento del glande, e la posizione del meato uretrale che, anziché sul glande, può aprirsi nella faccia inferiore (ipospadia) o su quella superiore (epispadia) del corpo del pene.
Fra le lesioni traumatiche, importanti le cosiddette fratture del p., consistenti in una rottura trasversale dei corpi cavernosi, che impedisce l’erezione dell’organo. Le lesioni infiammatorie possono colpire sia il canale uretrale (uretriti) sia il solco balano-prepuziale (balanopostiti). Tra le neoplasie (rare quelle benigne) il cancro del p. a partenza dal prepuzio o dal glande, a tipo di cancro cutaneo, rappresenta il tumore caratteristico.