Scrittore ungherese (Budapest 1950 - ivi 2016). Tra i maggiori rappresentanti della letteratura magiara contemporanea, ha sempre prediletto uno stile colto e ricco di raffinate sottigliezze linguistiche, che ne hanno fatto un autore molto apprezzato dal pubblico e dalla critica.
Discendente della famosa casata aristocratica, dopo aver esordito con un volume di racconti imperniati sui ricordi d'infanzia del figlio di un conte deportato negli anni Cinquanta (Fancsikó és Pinta "Fancsiko e Pinta", 1976), ha proposto opere di grande maestria stilistica che denunciano la disumanità che l'autore vede intorno a sé (Pápai vizeken ne kalózkódj, Spion-novella "Non fare pirateria in acque papali, Novella dello spione", 1977). Con Termelési kisssregény ("Piccolo romanzo di produzione", 1977) ha iniziato un ciclo narrativo caratterizzato da un impegno di sperimentazione formale che bene esprime la volontà di rinnovamento tematico e stilistico propria della più recente letteratura del suo paese. In Italia sono apparsi i romanzi A sziv segédigéi (1984; trad. it. I verbi ausiliari del cuore, 1986) e Hrabal könyve (1990; trad. it. Il libro di Hrabal, 1991), Hahn-Hahn grófnő pillantása. Lefelé a Dunán (1991; trad. it. Lo sguardo della contessa Hahn-Hahn, 1995) e la scelta di saggi La costruzione del nulla (1992). Con il romanzo Harmonia caelestis (2001; trad. it. 2003), che gli è valso il premio ungherese per la letteratura e il premio Sándor Márai, ha raggiunto un notevole successo internazionale. Sulla scorta di questo romanzo, nel 2005 E. ha pubblicato Javitott Kiadás melléklet a Harmonia caelestishez (trad. it. Edizione corretta di Harmonia caelestis, 2005), una sorta di diario con protagonista il padre dell’autore, ricco di risvolti storici sull’invasione russa dell’Ungheria da parte dell’esercito sovietico nel 1956; ruotano su temi autobiografici anche Semmi művészet (2008; trad. it. Non c'è arte, 2012), storia della passione della madre dello scrittore per il calcio e per un suo personaggio quasi mitico, F. Puskás Biró, e Esti (2010; trad. it. 2017), autofiction in settanta frammenti. Nel 2013 gli è stato conferito il Premio Mondello Autore straniero.