Peter Pan
L’infanzia che non vuole finire
È dal 1904, attraverso una commedia, poi grazie a un libro divenuto un caposaldo della narrativa per ragazzi, che Peter Pan incarna il mito moderno dell’eterna fanciullezza. Fedele al principio della fantasia che prevale su tutto, inclusa la nostalgia della rinuncia al completamento di sé previsto dall’età adulta, Peter vola fino al lettore odierno mantenendo intatto ogni significato
Peter Pan fa la sua comparsa nel 1902 in alcuni capitoli di un romanzo dello scrittore scozzese James Matthew Barrie, poi pubblicati separatamente nel 1906 col titolo Peter Pan nei giardini di Kensington. È quindi protagonista della commedia Peter Pan, o il ragazzo che non voleva crescere e della sua trasposizione in romanzo (Peter e Wendy) del 1911, opere che regalano al personaggio una popolarità straordinaria.
Le avventure di Peter Pan hanno inizio una settimana dopo la sua nascita, quando egli decide per sempre di non voler crescere e torna di conseguenza al luogo delle fate. Lo fa volando dalla finestra verso i giardini di Kensington, uno dei grandi parchi di Londra, dal momento che ogni bebè, senza custodirne memoria, è stato prima un uccello. L’isolotto al centro del lago chiamato la Serpentina, dove le barche dei visitatori del parco non possono attraccare, è regno di innumerevoli creature magiche e Peter vi si aggira al calare del buio, mentre il suo quartier generale è nella terra di Neverland, da noi nota come L’isola che non c’è.
Alla regolare vita di bambino cui ha per sempre rinunciato, alla tenerezza materna, Peter guarda ogni tanto di nascosto, con curiosità e un soffio di nostalgia, attraverso le finestre. Una notte ne trova una aperta, quella di casa Darling. Peter s’intrufola all’interno ma subito viene individuato dalla cagnolina Nana, governante alternativa di Wendy, John e Michael, che lo insegue obbligandolo a una fuga scomposta. Infatti, quando i vetri gli si richiudono alle spalle, la sua ombra vi rimane incastrata in mezzo.
Nel tentativo di recuperarla, qualche sera dopo Peter fa la conoscenza di Wendy. I genitori di lei hanno appena stabilito che è giunta l’ora di diventare grande, perciò non potrà più dormire nella stessa stanza dei fratelli minori ai quali è solita raccontare mirabolanti fiabe. Wendy ricuce l’ombra di Peter, che altrimenti non vorrebbe saperne di rimanere attaccata ai piedi del proprietario. Questi, in cambio, la persuade a seguirlo, assieme a John e Michael, a Neverland, suscitando tra l’altro la furente gelosia della fatina Campanellino (Tinker bell). Fra i vari incontri dei giovani Darling nel luogo in cui è possibile non diventare adulti ci sono i Bimbi Sperduti, i pellirosse, le sirene, il feroce Capitan Uncino (Hook), eterno nemico di Peter Pan.
Contro il pirata senza una mano, al posto della quale ha un temibile gancio di ferro, i ragazzi dovranno ingaggiare una strenua battaglia piena di colpi di scena. La stessa paura della morte viene affrontata e vinta con la forza della fantasia. Il successo conclusivo non riuscirà tuttavia a cancellare dai cuori dei Darling il ricordo di casa e la scelta di farvi ritorno.
Alla figura di Peter Pan si sono ispirati moltissimi spettacoli e film, il più celebre dei quali rimane Le avventure di Peter Pan (1953), lungometraggio animato della Walt Disney.
Il ruolo teatrale fu interpretato per la prima volta da Nina Boucicault. Nel 1976, in un film televisivo, è stata poi Mia Farrow a vestirne i panni. Nel 1980 il cantautore napoletano Edoardo Bennato dedica al ragazzino volante uno dei suoi album più belli, Sono solo canzonette. In Hook - Capitan Uncino, il film diretto da Steven Spielberg nel 1991, tocca a Robin Williams cimentarsi con la parte di un Peter Pan attempato e goffo, ma pronto a recuperare l’audacia perduta e a scontrarsi con il Capitan Uncino di Dustin Hoffman.
Persino la psicoanalisi si è servita del personaggio di Barrie per definire la difficoltà di crescere e la tendenza a fuggire le responsabilità dell’età adulta: la cosiddetta sindrome di Peter Pan.
A ispirare Barrie furono cinque bambini in carne e ossa, prole della vedova Sylvia Llwelyn Davies con cui lo scrittore andò a vivere, abbandonando la moglie e destando scandalo. Alla scomparsa di lei, Barrie continuò ad accudirne i figli, avendo tuttavia donato i diritti letterari di Peter Pan a un ospedale pediatrico.