Pittore (Siegen, Vestfalia, 1577 - Anversa 1640). Nato in Germania, dopo la morte del padre (1587), si trasferì con la famiglia ad Anversa (1589), dove frequentò prima la bottega del pittore di paesaggi Tobias Verhaecht, in seguito (1692) quella di A. van Noort e quindi (1595-97) proseguì il suo apprendistato presso il pittore di tradizione romanista O. van Veen, l'unico ad avere avuto una certa importanza per la formazione del giovane artista. Nel 1598 R. venne ammesso in qualità di maestro nella gilda di San Luca di Anversa. Nel maggio del 1600 partì per un viaggio di studî in Italia; fu prima a Venezia quindi a Mantova dove Vincenzo Gonzaga gli diede l'incarico di pittore, incarico che manterrà durante tutti gli otto anni del soggiorno italiano. Nell'ottobre era a Firenze, quindi a Genova e nel 1601 raggiungeva Roma con l'incarico di copiare quadri per il suo protettore. Durante questo primo soggiorno romano (1601-02), negli anni in cui erano già attivi i Carracci e Caravaggio, R. eseguì per S. Croce in Gerusalemme il Trionfo di sant'Elena, l'Incoronazione di spine (ora Grasse, cattedrale) e l'Innalzamento della croce (perduta), opere in cui, accanto a reminiscenze dell'arte fiamminga tardo manierista, si mescolano una serie di citazioni italiane (in primo luogo la pittura veneta cinquecentesca) non ancora bene padroneggiate. Degli stessi anni sono il Compianto sul corpo di Cristo (Roma, Galleria Borghese) e il Martirio di san Sebastiano (Roma, Galleria nazionale d'arte antica; datato però anche al secondo soggiorno romano). Nel 1603 il duca di Mantova inviò R. in missione diplomatica a Madrid presso Filippo III; qui ebbe modo di studiare le splendide collezioni reali (copiò tele di Tiziano) e di dimostrare le eccezionali doti di diplomatico che furono oggetto di costante ammirazione da parte dei contemporanei. Alla fine del 1604 era a Mantova e l'anno successivo nuovamente a Roma, dove nel settembre del 1606 ricevette l'incarico di dipingere la tela dell'altare maggiore della Chiesa Nuova. La prima versione con San Gregorio Magno e altri santi venerano l'immagine della Vergine (1606-07, Grenoble, Musée des Beaux-Arts) venne rifiutata (probabilmente per motivi iconografici) e l'anno successivo R. eseguì su ardesia i tre dipinti tuttora nella chiesa (Vergine in gloria adorata dagli angeli, Santi Gregorio, Mauro e Papiano e Santi Domitilla, Nereo e Achilleo): sono evidenti riferimenti a Correggio, Tiziano e Veronese, ma sono soprattutto straordinarie la dilatazione spaziale, la magniloquenza dei gesti, la ricchezza dei panneggi, tutti elementi che diverranno tipici del barocco romano. Nel 1606 aveva momentaneamente interrotto il soggiorno romano per un viaggio a Genova dove lasciò tra l'altro alcuni splendidi ritratti (Ritratto equestre di Giovanni Carlo Doria, 1606, Genova, Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola; Ritratto della marchesa Brigida Spinola Doria, 1606, Washington, National Gallery of Art). Nell'ottobre del 1608, venuto a conoscenza della malattia della madre, partì da Roma alla volta di Anversa abbandonando per sempre l'Italia. L'anno successivo fu nominato pittore degli arciduchi Alberto d'Austria e Isabella, dei quali fu uno dei consiglieri ed ebbe da loro importanti incarichi politici, sposò Isabella Brant, si costruì una casa e aprì uno studio frequentato da un gran numero di allievi che collaborarono attivamente alle grandi imprese decorative del maestro. L'opera pittorica di R. è sterminata; il suo grande talento si evolve lentamente ed egli trova un suo stile personale solo dopo il rientro dall'Italia, meditando costruttivamente su quelle esperienze. Nel trittico della Erezione della croce (1610-11, Anversa, Notre-Dame) il suo stile è audacissimo, dal dinamismo intenso, dalle potenti forme alla rapida e salda fattura; nella successiva Deposizione dalla croce (1611-14, Anversa, Notre-Dame) il parossismo dei movimenti si placa in una maggiore ricerca di classicità e di nobile grandiosità. Il suo stile drammatico giunge alla piena fioritura con opere come il Grande giudizio universale (1515-16), la Battaglia delle amazzoni (1615-18) e il Piccolo giudizio universale (1618-20) e la Caduta dei dannati (1621) conservate a Monaco nella Alte Pinakothek. Dal 1620 in poi R., coadiuvato dalla sua fiorente bottega, sarà impegnato in alcune grandi imprese decorative (che produrranno un'immensa produzione grafica, di rapida esecuzione e limpidezza estrema, e un gran numero di bozzetti eseguiti a olio) caratterizzate da un dinamismo travolgente, da una fattura pittorica rapida e da un intenso e vibrante cromatismo. Dopo l'esecuzione delle 39 tele per il soffitto della chiesa dei gesuiti di Anversa (1620; distrutte da un incendio nel 1718), R. si dedicò alla realizzazione di quella che è forse la sua impresa più celebre, la decorazione della galleria del palazzo del Lussemburgo a Parigi con la Storia di Maria de' Medici (1521-25, Louvre; 22 tele, solo in parte autografe). Non poté poi portare a termine la prevista galleria ispirata alla vita di Enrico IV di Francia (si conoscono solo 9 composizioni, tra cui il Trionfo di Enrico IV, 1628-29, Uffizî), ma eseguì invece i disegni per gli arazzi destinati al convento delle carmelitane scalze di Madrid raffiguranti il Trionfo dell'eucarestia (1625-28). Questi anni sono anche caratterizzati da una straordinaria produzione di ritratti (Ritratto dell'infanta Isabella Clara Eugenia di Spagna in abiti da clarissa, 1625, Firenze, Galleria Palatina; Ritratto di Suzanne Fourment, 1625, Londra, National Gallery; Ritratto di Isabella Brant, 1625-26, Uffizî; Ritratto di Elisabetta di Borbone, 1628-29, Vienna Kunsthistorisches Museum). Nel 1626 era intanto morta la moglie di R. e il pittore, disperato, accettò numerosi incarichi diplomatici che lo portarono in Francia, Spagna, Olanda e Inghilterra (1627-29). Tornato ad Anversa nel 1630 si risposò con Hélène Fourment che gli ispirerà dei bellissimi ritratti caratterizzati da una stesura del colore più calda e intrisa di luce (Ritratto di Hélène Fourment e i figli Clara Johanna e Frans, 1636-37, Louvre; Ritratto di Hélène Fourment, 1638, Vienna, Kunsthistoriches Museum; ecc.). I maggiori incarichi degli ultimi dieci anni di vita di R. furono la decorazione della Banqueting Hall di Whitehall a Londra (1629-34), i disegni e i modelli per gli arazzi con la Storia di Achille (1630-32), la direzione degli addobbi per l'entrata trionfale ad Anversa del cardinale Infante Ferdinando (1635) e le decorazioni per il padiglione di caccia della Torre de la Parada, vicino a Madrid, con episodî delle Metamorfosi di Ovidio (1637-38). ▭ Tav.