Nèrvi, Pier Luigi. - Ingegnere, architetto, costruttore italiano (Sondrio 1891 - Roma 1979). Si dedicò particolarmente allo studio delle strutture metalliche e in cemento, raggiungendo risultati assai importanti, sia nel campo strettamente tecnico sia nel campo figurativo. È stato il primo ad adottare la prefabbricazione nelle grandi strutture.
Laureato in ingegneria civile a Bologna (1913), ha svolto l'attività professionale con studio in Roma (dal 1923, Nervi e Nebbiosi; dal 1932, Nervi e Bartoli; dal 1955, Studio Nervi, con i figli Antonio, Mario e Vittorio); ha insegnato Tecnica delle costruzioni e Tecnologia dei materiali (1945-62, Roma, facoltà di architettura). Tra i numerosi riconoscimenti conferiti a N., si ricordano le lauree honoris causa ricevute dalle principali università di tutto il mondo.
Si è dedicato particolarmente allo studio del cemento armato, realizzando nuovi procedimenti costruttivi specie nel campo della prefabbricazione strutturale, che hanno ampliato notevolmente gli orizzonti dell'architettura (il nuovo tipo di cemento da lui inventato è conosciuto con il nome di ferro-cemento). L'architettura di N., che si distingue anche per arditissime realizzazioni tecniche, si basa sul presupposto che non vi sia alcun contrasto tra la risoluzione «statico-costruttiva» di un problema architettonico e il suo risultato estetico. Il Teatro Augusteo di Napoli, realizzato tra il 1926 e il 1928 in collaborazione con G.L. Mellucci su progetto architettonico di A. Foschini e lo stadio comunale di Firenze (1930-32) progettato anch'esso con Mellucci, le prime delle sue opere importanti, si presentano come esempio di una nuova architettura, nella quale il cemento non mascherato dimostra una potenza espressiva. Con le due aviorimesse a strutture geodetiche di Orvieto (1935-38) e le sei a elementi prefabbricati di Orvieto, Torre del Lago e Orbetello (1939-42), tutte distrutte durante la guerra, N. studiò ulteriormente il problema dell'alleggerimento delle strutture. Compì anche studi sull'utilizzo del ferro-cemento nelle costruzioni navali (ketch da crociera Nennele, 1948). Il Palazzo delle esposizioni di Torino (1947-49) con le immense volte realizzate con elementi prefabbricati, è tra le opere più riuscite insieme al Palazzetto (1956-57, con A. Vitellozzi) e al Palazzo dello sport (1958-59) a Roma, alla sala delle conferenze del palazzo dell'UNESCO a Parigi (1953-57, con M. Breuer e B. Zehrfuss), alla cartiera Burgo a Mantova (1963). Oltre alla progettazione strutturale del grattacielo Pirelli a Milano (1955-59, arch. G. Ponti), la più alta realizzazione in cemento armato, tra le sue opere si ricordano: il ricostruito Stadio Flaminio a Roma (1957-59); Palazzo del lavoro per l'Esposizione internazionale di Torino (1961; risistemato come Bureau du travail, 1965; copertura con piastre a fungo in struttura metallica); ponte del Risorgimento a Verona (1963-68); stazione per autolinee al ponte G. Washington di New York (1966); aula delle udienze in Vaticano (1971); Bureau international du travail a Ginevra (1966-78, con E. Beaudoin e A. Camenzid). Ha scritto, tra l'altro, Scienza o arte del costruire? (1945), Costruire correttamente (1955), Aesthetics and technology in building (1965).