Uomo politico ed erudito (Boulogne-sur-Mer 1761 - Parigi 1840). Prete oratoriano, aderì alla Rivoluzione e fu eletto deputato alla Convenzione. Ostile alla condanna a morte di Luigi XVI, imprigionato per 14 mesi per la sua difesa dei Girondini, fu liberato alla caduta del Robespierre. Presidente della Convenzione nel 1795 e, per due volte, del Consiglio dei Cinquecento, infine del Tribunato, ebbe larghissima parte nella legislazione, dal 1795 in poi: fu uno dei principali artefici della costituzione del 1795, e nel 1798 in qualità di commissario del Direttorio organizzò la Repubblica romana. Avendo cercato di opporsi alla dittatura di Napoleone, fu da questo escluso dal Tribunato (1802). Nel 1804 fu nominato direttore degli archivî di stato, che egli riordinò completamente e alla cui direzione tornò poi nel 1830. Rientrò alla Camera nel 1818 e passò a quella dei Pari nel 1839, ma senza più esercitare alcuna influenza. Studioso, dal 1819 insegnante di storia e morale al Collège de France, lasciò varî scritti, fra cui i due opuscoli politici Essai historique sur la puissance temporelle des papes (1810, scritto su richiesta di Napoleone) ed Essai sur les garanties individuelles que réclame l'état actuel de la société (1818), che ebbe un gran successo e numerose traduzioni. Postumo un Cours d'études historiques (20 voll., 1842-49).