Giurista e storico (Troyes 1539 - Nogent-sur-Seine 1596). Editore e pensatore politico, P. scrisse opere giuridiche e storiche e lasciò edizioni di autori antichi. Fu uomo dotto, umano e tollerante. Dopo la sua morte, i libri e i manoscritti da lui raccolti o composti passarono in buona parte alla biblioteca del re (oggi Bibliothèque Nationale).
Avvocato a 21 anni, non esercitò, anche perché calvinista. Si rifugiò a Sedan, dove redasse la legislazione di Bouillon, poi a Basilea, dove curò edizioni di testi. Tornato in Francia dopo l'editto del 1570, sfuggì per miracolo alla notte di S. Bartolomeo e si rifugiò presso il dotto Antoine Loisel. Dopo aver abiurato, contemporaneamente a Enrico di Navarra, di cui era partigiano, occupò varie cariche, partecipò alla redazione della Satyre Ménippée e contribuì all'avvento al trono di Enrico IV mediante un Mémoire diretto ai prelati francesi, nel quale dimostrò ch'essi avevano il potere di liberare il re dalla scomunica. Successivamente, Procuratore generale del parlamento provvisorio istituito da Enrico IV a Parigi, tornò ai suoi studi prediletti, occupandosi tuttavia ancora di affari pubblici a proposito dei gesuiti, che egli non amava e che lo detestavano, ma ai quali volle risparmiare i rigori invocati dopo l'attentato di Jean Chatel contro il re.
Come editore di testi, P. lasciò edizioni di Salviano, Quintiliano, Petronio, Fedro, Paolo Diacono, Ottone di Frisinga, del Corpus iuris canonici (1577), delle Leges Visigothorum (1579), dei Caroli Magni, Ludovici Pii et Caroli Calvi Capitula (1588), dell'Itinerarium a Burdigalis Hierusalem usque (1589), di cronache francesi del Medioevo. Fra le opere giuridiche, notevole il trattato su Les libertés de l'Église gallicane (1594). Di una sua Histoire des comtes héréditaires de Champagne fu pubblicato soltanto il primo libro (1579). Una raccolta generale delle sue opere (P. Pithoei opera sacra, iuridica, historica, miscellanea) fu edita nel 1609 da Ch. Labbé. Ebbe buon nome come giurista anche il fratello François (Troyes 1543 - ivi 1621).