Storico del diritto romano (Poggio Mirteto 1864 - Roma 1932); una tra le più eminenti e complete figure di giurista dei suoi tempi. Formatosi alla scuola di V. Scialoja, insegnò il diritto romano nelle univ. di Camerino, Parma, Torino, Pavia, e dal 1917 fino alla morte nell'univ. di Roma. Motivo fondamentale della sua opera è che la storia degli istituti sia depositata negli elementi della loro struttura organica, e che gli elementi di struttura ripugnanti alla funzione economico-sociale di un istituto in una fase storica rivelino che in una fase precedente o remota esso adempì a una funzione diversa (metodo ch'egli chiamò "naturalistico"). Di qui le sue teorie sull'originaria natura e funzione politica della famiglia, dell'eredità quale trapasso della sovranità, sull'originaria natura della proprietà come territorio sovrano e delle obbligazioni come rapporti internazionali. Insegnò pure la storia del commercio nell'univ. Bocconi di Milano. Fu socio nazionale dei Lincei (1924) e accademico d'Italia. Opere principali: Istituzioni di diritto romano (1896; 9a ed. 1932); Storia del diritto romano (1902; 3a ed. 1925); Diritto romano (1900); Scritti giuridici vari (4 voll., 1910-25); Lezioni di storia del commercio (2 voll., 1924-25); Corso di diritto romano (3 voll., 1925-28).