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POMPEI

di Amedeo Maiuri - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)
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POMPEI (XXVII, p. 823)

Amedeo Maiuri

Progresso dello scavo. - La scoperta di una grande Palestra di età romana, nell'estremo quartiere sudorientale della città e nell'area della piazza in cui fu costruito, nei primi tempi della colonia romana, l'Anfiteatro, costituisce, con il prosieguo dello sterro della Via dell'Abbondanza il maggior frutto degli scavi del 1935-39. È un edificio di assai più vaste proporzioni (m. 130 per 140 di lato) dell'elegante ma piccola Palestra sannitica, costruito non prima dell'età augustea e destinato ad essere la sede e il campo dei ludi e delle feste annuali dell'associazione della iuventus pompeiana. Con la sua costruzione semplice e lineare, ridotta alle finalità essenziali di un campo di esercitazioni ginniche, con una vasta area scoperta, chiusa da alto muro di cinta con molte spaziose porte e più comode strade d'accesso, con lunghi portici girati da tre lati per ricovero di giuocatori e di spettatori e con una grande vasca da nuoto (natatio) e viali alberati di annose piante di platano (se ne ha testimonianza dalle impronte delle radici), la palestra di Pompei rappresenta la più tangibile prova di quella rieducazione e riorganizzazione della iuventus che Augusto si propose di attuare a Roma e nelle colonie e municipî d'Italia.

Di grossa mole è stato il lavoro d'isolamento del più bel tratto della cinta murale, fra Porta Ercolano e Porta Vesuvio, pressoché risepolto dopo il primo sterro che se ne fece nel periodo murattiano, con la scoperta di notevoli avanzi d'una delle torri (Torre Xa), che hanno permesso di meglio esaminare e delineare il sistema della fortificazione quella sua ultima fase prima dell'assedio sillano.

Le esplorazioni del sottosuolo che avevano portato nel 1927 alla scoperta delle stipi arcaiche del Tempio greco e del Tempio di Apollo, sono state estese all'area del Foro con risultati concreti e definitivi sulla primitiva forma del Foro italico circondato da umili tabernae, e sull'età e sulle trasformazioni subìte dai più importanti monumenti religiosi e civili (Tempio di Giove, Macellum, edificio di Eumachia, Tempio di Vespasiano, Curie). E di grande importanza per lo studio della casa italica e romana, e della casa pompeiana in specie, sono i saggi stratigrafici condotti in varie riprese (1935-41) in alcune case pompeiane (Casa di Trittolemo, della Fontana grande, della Casa Reg. VI, ins. X, n. 6, del Gallo, della Reg. VIII, ins. V, n. 9, della Calce), con la scoperta di strutture del periodo paleosannitico e presannitico, dalle quali è forza ormai riconoscere che la casa cosiddetta "ad atrio calcareo", lungi dall'essere di età assai vetusta, segna il termine e non l'inizio di un lungo periodo dell'edilizia privata pompeiana.

Interrotti i lavori nel periodo bellico, durante il quale Pompei ha subìto, a causa di bombardamenti aerei, non lievi danni agli edifici e al Museo, si è data opera (1944-47) al restauro dei monumenti danneggiati e alla ricostruzione e riapertura, in occasione della ricorrenza del 2° centenario degli scavi (1948), dell'Antiquarium.

Con la ricostruzione dell'Antiquarmm sono venuti alla luce, al disotto dei vecchi scarichi degli scavi del Foro e di Porta Marina, gli avanzi ancora monumentali di una grandiosa villa che, addossata e sopraelevata sulle mura della fortificazione, era stata danneggiata e in parte demolita dopo il terremoto dell'a. 63 d. C. Le pitture superstiti, nella grande sala tricliniare, rappresentano uno dei più bei complessi della decorazione parietale pompeiana. Scoperta di eccezionale importanza è infine quella di un santuario dionisiaco nell'immediato sobborgo della città, sede fin dall'età preromana del culto misterico di Dioniso venerato probabilmente sotto il nome italico di Liber, sopravvissuto alle prescrizioni del senatoconsulto de Bacchanalibus, e trasformato in età romana in sede di un'associazione di dionisiasti. Così Pompei che ci aveva dato, nell'ambiente d'una dimora gentilizia (Villa dei Misteri), con un grandioso dipinto, l'illustrazione della sacra liturgia d'iniziazione, ci ha dato anche con questo santuario suburbano uno dei più preziosi monumenti della religione dionisiaca.

Bibl.: A. Maiuri, Gli studi pompeiani nel 2° centenario degli scavi, Accad. d. Lincei, 1948; per un parziale aggiornamento bibliografico: A. W. van Buren, A Companion to the Study of Pompeii and Herculaneum, 2ª ed., 1938; contributi varî e rassegne bibliografiche, in Riv. di Studi pompeiani (E. Magaldi), Napoli, I, 1935; II, 1937; III, 1942; IV-V, 1946; A. W. van Buren, Pompeii, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., 1940; A. Sogliano, Pompei nel suo sviluppo storico; I, Pompei preromana (dalle origini all'a. 80 a. C.), Roma 1937; R. C. Carrington, Pompeii (ed. ingl. e franc.), Oxford 1936, Parigi 1937; A. Maiuri, Pompei, 2ª ed., Novara 1943; id.; Pompei (Itinerarî dei Musei e Monumenti d'Italia), 5a ed., Roma 1948. Sull'eruzione e il seppellimento v. ercolano: Bibl., in questa App. - Edilizia e urbanistica: A. von Gerkan, Der Stadtplan von Pompeji, in Sonderadbruck d. Arch. Inst. d. Deutsch. Reiches, Berlino 1940 e, con parziale dissenso, A. Maiuri, Greci ed Etruschi a P. (impianto e sviluppo urbanistico), in Rend. Acc. d'Italia, Cl. Sc. Mor., Serie VII, vol. IV, 5, 1943, p. 121 segg. - Tettonica: Noack-Lehmann Hartleben, Baugeschichtliche Untersuchungen am Stadtrand von Pompeji, Berlino-Lipsia 1936; A. Maiuri, L'ultima fase edilizia di P., in Campania Romana, II, Roma 1942; id., Lezioni sulla casa romana e pompeiana, Napoli 1946. - Ville: A. Maiuri e R. Pane, La Villa di Diomede e la Casa di Loreio Tiburtino, in Monum. ital. pubbl. a cura dell'Accademia dei Lincei, serie 2ª, I, 1947; A. Maiuri, La Villa dei Misteri, 2ª ed., Roma 1947; id., Sul Pompeianum di Cicerone, in La parola del passato, fasc. 3, 1947. - Arte e arti minori: nei Monumenti della pittura antica scoperti in Italia (diretti da G. E. Rizzo), sez. III (Pompei) sono pubblicati tre fascicoli a cura di A. Maiuri e di O. Elia; inoltre: H. G. Beyen, Die pompeianische Wanddekoration von zweiten zum vierten Stil, L'Aia 1938; M. Chr. Dawson, Landecape Painting in Pompeii, in Yale Class. Studies, New Haven 1944; E. Pernice, Pavimente u. figürliche Mosaiken, in Hellenistische Kunst in P., VI, Berlino 1938; L. Breglia, Catalogo delle oreficerie del Museo di Napoli, Roma 1941. - Iscrizioni: rapporti epigrafici in Not. Scavi, 1936, p. 229 segg.; ibid., 1939, p. 239 segg.; 1946, p. 84 segg.; Väänänen Veikko, Le latin vulgaire des inscriptions pompéiennes, Helsinki 1938 (cfr. Riv. Studi Pomp., I, fasc. 3, p. 262). - Culti: G. K. Boyce, Corpus of the Lararia of Pompei, in Mem. of the Amer. Acad. in Rome, XIV, 1937. - Vita economica, H. Tanzer, The common people of Pompeii, Baltimora 1939; sui rapporti di vita sociale ed economica fra Pozzuoli e Pompei vedi: A. Maiuri, La cena di Trimalchione (Saggio e commento), Napoli 1941; id., Petroniana, in La Parola del passato, fasc. 8, 1948. - Sul centenario: Bicentenario degli Scavi di Pompei, Napoli 1948.

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