PORTOGALLO (XXVIII, p. 32; App. I, p. 247; II, 11, p. 597)
Il censimento del 1950 registrava nel territorio continentale 7.856.993 ab., e 8.441.312 con quelli dei quattro distretti di Madera e delle Azzorre (solo popolazione presente; quella residente era di poco superiore), per una densità complessiva di circa 90 ab/km2; rispetto al censimento del 1940 l'incremento era di quasi il 10%. Più recentemente (31 dicembre 1959) la popolazione complessiva giungeva a 9.052.000 abitanti. L'incremento verificatosi negli ultimi anni non ha sostanzialmente alterato la distribuzione della popolazione; infatti le percentuali di aumento più elevate si sono verificate nella fascia costiera dell'Estremadura (distretto di Lisbona), nella regione del basso Douro (distretto di Porto, dove si raggiunge la densità più elevata di tutto il paese) e sul litorale più a nord, fino al Minho; cioè - principalmente - attorno alle due maggiori città (Lisbona e Porto hanno raggiunto rispettivamente gli 800.000 ed i 300.000 abitanti). Il resto del paese, se si eccettua la stretta fascia costiera dell'Algarve, ospita una popolazione ben più rada: le regioni interne del settentrione e del centro e quelle dell'Alentejo, che pure costituiscono il 68% del territorio dello stato, ospitano appena 1/3 della popolazione complessiva.
Condizioni economiche. - La vita economica del P. appare in notevole progresso. La superficie occupata da colture (agrarie o forestali) corrisponde oggi al 65% del territorio; di essa oltre 750.000 ha sono coperti da colture di frumento (ma i redditi unitarî rimangono tuttora piuttosto bassi, sicché la produzione - per quanto sia salita a quasi 6 milioni di q - non è sufficiente al fabbisogno nazionale) e addirittura 1/10 da vigneti (la cui produzione annua oscilla sempre fra i 7 ed i 10 milioni di hl di vino), mentre gli oliveti coprono una superficie di poco inferiore ed in talune delle ultime annate hanno dato più di un milione di hl di prodotto; in continuo sviluppo poi le colture fruttifere. In riduzione invece l'allevamento dei bovini (circa 830.000 capi), mentre gli ovini superano oggi i 4 milioni ed i caprini (che rimangono numerosi specialmente a nord del Tago) sono circa 1.200.000. Sempre imponente il reddito dei sughereti (produzione del 1958, 125.066 t di sughero), mentre è in corso un ampio rimboschimento (specialmente con pini marittimi).
Le attività di pesca continuano a dare un reddito importante (455.200 t di prodotto nel 1958), fornendo i mezzi di sussistenza a circa 100.000 persone; il prodotto più importante permangono le sardine, lavorate nei tradizionali centri di Matozinhos, Setúbal e Portimão.
Notevole impulso ha poi avuto lo sviluppo industriale, sebbene limitato soltanto alla periferia dei centri urbani maggiori. Infatti negli ultimi anni si è notevolmente incrementata la produzione di energia elettrica, grazie all'utilizzazione delle risorse idriche, con le imponenti opere eseguite sul Lima, sul Cavado, sul Douro, sul Mondego, sullo Zezere e sul Tago. Nel 1959 la produzione è stata di oltre 2988 milioni di kWh, di cui più del 90% di origine idrica (in dieci anni cioè si è raddoppiata sia la produzione complessiva che la percentuale di energia idroelettrica), ma con le opere in corso di costruzione si arriverà presto a 3 miliardi e mezzo di kWh. Si supplisce così alla carenza di carbone, la cui produzione - malgrado sia arrivata a superare le 600.000 t annue - è sempre largamente insufficiente al fabbisogno del paese. Del resto sono anche sensibilmente aumentate le importazioni di petrolio, ma prevalentemente di grezzo, grazie agli impianti di raffinerie a Lisbona ed altrove. Singolari prospettive sembrano poi aprirsi al paese per l'utilizzazione dell'uranio, che pare si possa estrarre dal sottosuolo portoghese. Le attività estrattive forniscono sempre un'importante produzione di piriti (più di 598.000 t nel 1958) e di volframio (oltre 3000 t nello stesso anno). Complessivamente i prodotti minerali sono di poco inferiori a 1.500.000 t annue, di cui il 38% di carbone.
Modesta è ancora l'attrezzatura industriale nel settore metallurgico e meccanico, per quanto nel 1958 sia entrato in funzione un forno per ghisa a Leixões, mentre alla periferia di Lisbona sono in costruzione acciaieria e laminatoi. L'industria tessile ha subìto un modesto sviluppo, conservando il principale addensamento di sedi nel basso Minho e continuando a dedicarsi prevalentemente alla lavorazione di cotone importato dai territorî coloniali (produzione di 55.000 t di filati e 44.000 t di tessuti); quella della lana conserva i suoi centri principali nella regione di Covilhã. In notevole sviluppo l'industria dei cementi e dei laterizî e così pure quella chimica (con sedi a Barreiro per i fosfati e gli acidi ed a Alferrarede per l'ammoniaca).
Comunicazioni. - Negli ultimi anni è continuato lo sforzo per il miglioramento delle comunicazioni (specialmente con la costruzione di strade) e per il potenziamento della marina mercantile, in considerazione dell'importanza che ha la via marittima per gli scambî internazionali del paese.
Movimento commerciale. - Il P. rimane importatore dall'estero di carbone (specialmente dall'Inghilterra), petrolio (S. U. A.), lana e cotone, ferro ed acciai. Esporta prodotti agricoli ed ittici, rame, volframio e sale.
Finanze. - Il reddito nazionale del Portogallo è salito da 41 miliardi di escudos nel 1952 a 55 miliardi nel 1959; il prodotto nazionale lordo, che nel 1950 era stato valutato in 45 miliardi di escudos, è salito a 62 miliardi nel 1959. Tra le principali voci che hanno contribuito alla formazione del prodotto nazionale nel 1959 ricordiamo i consumi privati, (49 miliardi) e gli investimenti privati (8 miliardi). Per tutto il periodo in esame il cambio si è aggirato sui 28,75 escudos per un dollaro U. S. A., con fluttuazioni tra i limiti di 28,48 e 29,02 escudos. La bilancia dei pagamenti (saldo merci e servizî) risulta attiva solo per il 1951, il 1953 il 1954 (mentre presenta negli altri anni un disavanzo il cui ammontare va dai 25 milioni di dollari nel 1952 e nel 1955, agli 84 milioni nel 1957) nel 1959 si è avuto un disavanzo di 47 milioni di dollari, risultante da un saldo passivo di circa 57 milioni per il territorio metropolitano e da un saldo attivo di circa 10 milioni per i territorî d'oltremare.
Storia. - Nel firmare, il 4 aprile 1949, il Patto Atlantico (NATO), il P. ribadì il suo orientamento tradizionale di tenersi a fianco, in politica estera, alla Gran Bretagna e al mondo occidentale in genere. Lo stretto inserimento portoghese nell'alleanza atlantica trovò conferma nel 1951 con la concessione (6 settembre) di basi militari agli S. U. A. nelle Azzorre e con la partecipazione (21-31 agosto) alla conferenza di Nairobi per la difesa del continente africano tra le potenze con interessi in Africa. La "fedeltà atlantica" rimase negli anni successivi uno dei punti fermi dell'azione internazionale di Lisbona, insieme al rafforzamento della solidarietà luso-brasiliana e del patto iberico del 17 marzo 1939 con la Spagna, e alla puntigliosa difesa dei suoi territorî coloniali.
Il riavvicinamento al Brasile si concretò nel trattato di amicizia e consultazione firmato a Rio de Janeiro il 16 novembre 1953, avente lo scopo "di concedere con reciprocità un trattamento speciale nei campi giuridico, commerciale, economico, finanziario e culturale ai cittadini di entrambe le parti, che in tal modo vengono equiparati ai sudditi dell'altra parte in tutto ciò che non sia regolato dalle disposizioni costituzionali delle due nazioni". Altre manifestazioni degli ottimi rapporti tra i due paesi furono la visita del presidente brasiliano Café Filho a Lisbona dal 22 al 28 aprile 1955, l'impegno col quale il Brasile lottò per l'ammissione del P. alle N. U. (14 dicembre 1955) e la visita del presidente portoghese Craveiro Lopez in Brasile dal 5 al 25 giugno 1957. In occasione di quest'ultima visita furono scambiate le conclusioni raggiunte dalle commissioni dei due stati incaricate di studiare i mezzi d'attuazione del trattato del 1953: l'11 giugno i due capi di stato firmarono una dichiarazione comune per la sollecita esecuzione del trattato ad opera di una commissione mista brasiliano-portoghese, con particolare riguardo allo stabilimento di "una più feconda ed intima collaborazione nel campo della politica estera dei due governi".
Circa la unità iberica, Lisbona compì ogni sforzo per facilitare alla Spagna l'uscita dall'isolamento diplomatico in cui si trovava dalla fine della seconda guerra mondiale. Fu il ministro degli Esteri portoghese Cunha a sollevare, il 20 febbraio 1952, la questione della partecipazione della Spagna alla NATO, e a continuare negli anni successivi a tenere aperta la questione e a facilitare a Madrid nel frattempo l'inserimento in altri organismi di collaborazione occidentale. Periodici incontri tra i rispettivi uomini di stato servirono a stabilire un saldo allineamento delle due politiche: tra i molti, quello Craveiro-Franco del 15-20 maggio 1953 a Madrid, quello Salazar-Franco dell'8-9 luglio 1957 e quello Tomás-Franco del 10 gennaio 1960.
La fermezza nella difesa del patrimonio coloniale ebbe la prima manifestazione nella decisione, nel 1951, di trasformare le colonie in "Province d'oltremare", dando ad esse un nuovo assetto costituzionale: l'amministrazione fu maggiormente centralizzata e gli esistenti parlamenti coloniali furono mutati in Consigli consultivi di governo; gli abitanti delle province d'oltremare ricevettero lo status di cittadini portoghesi con piena parità di diritti, sebbene la concessione dei diritti di cittadinanza fosse subordinata all'adozione da parte di negri o meticci, di forme di vita europee, all'abbandono di alcune tradizioni come la poligamia, alla capacità di parlare e scrivere correttamente il portoghese, al possesso di una professione o commercio o proprietà e all'adempimento degli obblighi militari; somma di condizioni - alle quali in pratica si aggiunse anche la conversione alla religione cattolica - la quale fece sì che soltanto una piccola minoranza giungesse al godimento di tali diritti. Venne ribadita, tale fermezza, contro le rivendicazioni dell'Unione Indiana sugli stabilimenti di Goa, Damão e Diu, respingendo i diversi tentativi di Nuova Delhi, dal 1949 in poi, per avviare trattative sulla cessione di tali piccoli territorî, sostenendo la tesi che si trattava di territorio metropolitano e che non poteva quindi essere ceduto: tesi difesa dal P. anche presso le N. U. col rifiuto di considerarsi legato alle disposizioni della Carta sui territorî non autonomi. Ma l'Unione Indiana nel dicembre del 1961 ha risolto unilateralmente la questione occupando i territorî con un'azione militare.
La morte, il 18 aprile 1951, del presidente Oscar Carmona diede occasione al primo ministro Salazar di compiere un ulteriore passo nella costruzione dello Estado Novo, basato sull'assoluto dominio politico del suo partito União Nacional: il 25 aprile fece approvare dall'Assemblea nazionale una revisione alla costituzione del 1933 che affidava ad un Consiglio di stato di 15 membri il potere di decidere preventivamente sulla "opportunità politica" delle candidature alla presidenza. Come nelle elezioni presidenziali del 20 febbraio 1949, nella elezione del 22 luglio 1951 il candidato di opposizione si ritirò e risultò eletto il candidato governativo, il gen. Craveiro Lopez. Una maggiore vivacítà di opposizione al regime si delineò con le elezioni politiche del 3 novembre 1957, alle quali partecipò un gruppo denominato "Fronte nazionale democratico". Alle elezioni presidenziali, poi, dell'8 giugno 1958, da cui uscì eletto Américo Tomás, si presentò un candidato indipendente, il gen. Humberto Delgado, che ottenne il 23 per cento dei voti. Alla intraprendenza del movimento di opposizione il governo rispose con un maggiore inasprimento della repressione contro gli avversarî politici durante il 1959: Delgado fu costretto a chiedere asilo politico all'ambasciata brasiliana, numerose personalità (22 civili e 9 militari) vennero arrestate nel marzo, il 18 giugno venne approvata una riforma della costituzione che aboliva il sistema di elezione del presidente in maniera diretta ad opera del corpo elettorale, affidandola all'Assemblea nazionale e alla Camera corporativa.
Espressione spettacolare dell'opposizione al regime di Salazar è stato, fra la fine del febbraio e i primi di marzo del 1961 il noto incidente del Santa Maria: il capitano H. Galvão, esiliato politico e uno dei capi contrarî a Salazar, sequestrò in mare la nave passeggeri che fu da lui dirottata, dopo un tragitto tortuoso, sino a Recife, consegnata alle autorità brasiliane e da queste restituita alla compagnia portoghese. Questo episodio propagandistico non ebbe alcuna seria ripercussione, mentre invece ben più preoccupante si rivelò soprattutto in Angola la crisi che ha investito anche il dominio portoghese e che dall'azione individuale dei nazionalisti indigeni (soprattutto nel marzo ed aprile del 1961) si è allargata, su un piano più vasto, a quello di reparti organizzati di guerriglieri. Nessun chiarimento, nel senso di un qualche avvio ad un regime democratico, è uscito dalle elezioni del 12 novembre 1961: l'opposizione democratica. repubblicana, dopo aver visto respinto dal presidente A. Tomás un ricorso contro i soprusi esercitati dal governo Salazar contro gli avversarî, si è vista costretta il 6 novembre a ritirarsi dalla competizione elettorale. In realtà, poiché sono rimasti esclusi il 40 per cento degli elettori in quanto analfabeti, l'opposizione aveva scarse possibilità di successo e le elezioni del 12 novembre, affidate alla scelta di 130 candidati nella unica lista della União Nacional, non potevano dare diversa indicazione, se non lo scontato consenso al regime di Salazar.
Bibl.: C. Nowell, A history of Portugal, New York 1952; L'évolution économique du Portugal depuis l'année 1948, in Notes et études documentaires, n. 1890, 1954; O. Ribeiro, P., in Geografía de España y Portugal, V, Barcellona 1955; D. Stanislawski, The individuality of P., Austin, Tex., 1959.