Praga
Città della Repubblica Ceca, capitale dello Stato. Punto d’appoggio del potere ducale fu il castello di Vyšehrad (castello alto) sulla riva destra del fiume Moldova. Intorno a essi la città venne sviluppandosi con l’insediamento di una colonia di artigiani e mercanti e con l’erezione di chiese e conventi, da quando vi fu eretto il vescovato (973). Nel 1257 il re Přemysl Ottocaro II fondò la cosiddetta città minore (Malá Strana), riservata ai coloni tedeschi e retta dal diritto di Magdeburgo. L’imperatore Carlo IV fece di P. la capitale di tutto l’impero, fondò l’università (1348) e promosse la riunione in un solo comune della Città vecchia e della Città nuova (1518). Fino alle guerre hussite P. fu in maggioranza tedesca, ma durante i tumulti i tedeschi furono cacciati e la città divenne puramente ceca. Dopo la rivolta antiasburgica del 1547 ne fu ristretta l’autonomia; Rodolfo II vi stabilì la capitale dell’impero dal 1583 al 1612, quando Mattia la trasferì nuovamente a Vienna. Dopo la battaglia della Montagna Bianca, 27 capi della rivolta contro gli Asburgo furono giustiziati (1621) sulla piazza della Città vecchia, di fronte al municipio. La guerra dei Trent’anni portò gravi danni alla città, saccheggiata dalle truppe sassoni (1631) e attaccata dagli svedesi, che nel 1648 riuscirono a impadronirsi di Malá Strana e del castello. Con il declino della nobiltà boema, i cui beni furono assegnati a feudatari asburgici di diversa nazionalità, P. decadde e assunse un volto di città provinciale che non riuscì a cancellare neanche la grande attività edilizia della nobiltà e della Chiesa. Con Giuseppe II ebbe inizio la reazione nazionale, che esplose con la rivoluzione del 1848 e la convocazione a P. del primo congresso slavo. La rivolta fu soffocata dal principe di Windisch-Graetz (che vi proclamò lo stato d’assedio durato sino al 1853). Nelle elezioni del 1861 i cechi ottennero per la prima volta la maggioranza nella rappresentanza comunale, mentre il ceco fu introdotto come lingua d’insegnamento in alcune scuole. Assediata dai prussiani nel 1866, vi furono firmati i preliminari di pace. Entrata nell’orbita dell’Austria, P. vi rimase fino alla fine della Prima guerra mondiale. Con l’indipendenza della Cecoslovacchia, ritrovò il suo antico ruolo di capitale e iniziò una nuova fase di grande crescita edilizia. La Seconda guerra mondiale vide la città occupata per sei anni (1939-45) dalle truppe tedesche, che fra l’altro distrussero per intero l’antica e popolosa comunità ebraica. Nel 1948 avvenne a P. il colpo di Stato con cui i comunisti si impadronirono del potere. Nel 1968 la città fu teatro dei moti per la democrazia (➔ Praga, primavera di), mentre nel 1989 vi si svolsero le manifestazioni che avviarono la democratizzazione del Paese.