Nella Roma repubblicana, il pretore dell’anno precedente, lasciato o destinato al comando di un esercito o alla amministrazione di una provincia in forza della prorogatio imperii. La pratica, risalente forse al 241 a.C. e sempre continuata, fu elevata a principio giuridico da una legge di Silla (81 a.C.), la quale dispose che i pretori in carica fossero tutti occupati negli impieghi cittadini (giurisdizioni civili e criminali) per poi avere nell’anno successivo, in qualità di p., l’amministrazione di province o i comandi militari. Legati pro praetore si dissero coloro che il Senato o l’imperatore mandavano come governatori delle province.