psicologia
Capire come funziona la mente
Il termine psicologia, derivato dal greco psychè «anima» (intesa come luogo del pensiero) e lògos «discorso, indagine», designa una scienza che osserva, descrive e classifica i fenomeni psichici, cercando di comprenderne le cause e le dinamiche. Essa studia sia la psiche dell’uomo (psicologia umana) sia il comportamento degli animali (psicologia animale), ma procede anche mettendo a confronto il funzionamento psichico di specie diverse (psicologia comparata). La psicologia contemporanea va organizzandosi sempre più in branche specialistiche che si occupano del funzionamento della psiche nelle più varie condizioni ambientali e soggettive
Fino alla prima metà dell’Ottocento, la vita interiore – potremmo dire psichica – è oggetto di indagine e riflessione soprattutto della filosofia e della teologia. La moderna psicologia perciò ha le sue radici in epoche lontane: già nella filosofia di Socrate e di Platone, che si interrogano sull’attività dell’anima intesa come luogo del pensiero. Poiché la psicologia poggia sul riconoscimento della realtà della psiche, tra i suoi precursori un posto di rilievo si deve attribuire al filosofo francese Cartesio, il quale si preoccupa di dimostrare l’esistenza dell’anima (sede del pensiero) e sottolinea la certezza che ogni uomo ha di sé come sostanza pensante. Nella prima metà del Settecento l’illuminista tedesco Christian Wolff distingue le conoscenze sulla mente in psicologia empirica o scientifica – che fonda le sue teorie sui dati dell’esperienza –, e in psicologia razionale o filosofica – che poggia essenzialmente sulle speculazioni filosofiche.
Fino all’inizio dell’Ottocento la psicologia ha fondamentalmente un’impostazione descrittiva, ma nella seconda metà del secolo le nuove scoperte della fisiologia e della neurologia danno un notevole impulso al costituirsi di una vera e propria psicologia scientifica, che tenta di spiegare i fenomeni osservati. Inoltre, le teorie di Charles Darwin sull’evoluzione (contenute nel volume L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali, 1872) conducono molti scienziati a intraprendere studi di psicologia comparata, applicando il punto di vista evoluzionistico alla ricerca sul comportamento umano.
Si è soliti considerare il 1879 come data di nascita della psicologia, perché è l’anno in cui sorgono i primi laboratori di psicologia sperimentale. In particolare in quello di Lipsia, il fisiologo e filosofo tedesco Wilhelm Wundt indagò e verificò, attraverso il metodo dell’introspezione, i processi psichici e le reazioni di un soggetto in risposta a stimoli obbiettivamente misurabili: Wundt concluse che esiste un rapporto costante tra stimoli esterni e stati d’animo o reazioni emotive.
Agli inizi del Novecento questa impostazione venne messa in discussione dallo psicologo americano John Broadus Watson, il quale sosteneva che la ricerca psicologica doveva limitarsi all’osservazione del comportamento. La corrente di pensiero detta comportamentismo prosperò soprattutto in America, ma fu messa in ombra nella seconda metà del Novecento dallo sviluppo del cognitivismo: tale teoria rivalutava i processi interni della mente, indagando i meccanismi mentali che sono alla base della elaborazione delle informazioni: il modo in cui la realtà esterna viene percepita condizionando il comportamento umano.
A Ginevra Jean Piaget, nella prima metà del Novecento, studiò i processi di sviluppo del bambino, fondando una importante scuola.
La psicoanalisi di Sigmund Freud, introducendo il concetto di inconscio e portando l’attenzione sulla soggettività psichica, condusse a una revisione sostanziale delle teorie psicologiche, dando grande impulso alla ricerca e alla nascita di nuove correnti di pensiero. Il termine usato da Freud per indicare la sua visione della mente che va al di là dell’esperienza conscia è metapsicologia, che letteralmente significa «oltre la psicologia», con riferimento alla psicologia così come veniva intesa fino al momento delle sue grandi scoperte. Fin dall’inizio la psicoanalisi ebbe il merito di indurre un rinnovamento in buona parte del mondo psichiatrico che, abbandonando la classica impostazione prevalentemente classificatoria, si indirizzò verso una psicologia scientifica.
All’interno della psicologia, col passare degli anni e con l’acquisizione di conoscenze sempre più approfondite e raffinate, si sono sviluppati molti e diversi orientamenti teorici; perciò la psicologia moderna compie le proprie ricerche, come ogni altra scienza sperimentale, utilizzando differenti presupposti metodologici e differenti oggetti di indagine.
La psicoanalisi creata da Freud – insegnata nella scuola di formazione per psicoanalisti – è sia un metodo di indagine e una teoria sul funzionamento della mente, sia una tecnica terapeutica per malattie psichiche. La psicologia del profondo è invece il modo con il quale, nel linguaggio quotidiano, si indica il campo di applicazione delle teorie psicoanalitiche. Talvolta questo termine viene usato, invece, come sinonimo di psicologia dinamica, che designa tutti gli indirizzi psicologici attenti alle motivazioni dei comportamenti e alla psicogenesi, cioè all’origine psicologica dei fenomeni mentali. Naturalmente si tratta, in primo luogo, di un aspetto della teoria psicoanalitica.
Il comportamentismo e il cognitivismo anche ai nostri giorni rimangono impostazioni teoriche organizzate in scuole di pensiero e di formazione.
La psicologia dell’Io è una corrente di pensiero, ricerca e applicazione clinica che attribuisce fondamentale importanza alla parte della psiche denominata Io. Essa si sviluppò soprattutto negli Stati Uniti nella prima metà del Novecento, in seguito ai fondamentali lavori di Anna Freud, figlia del fondatore della psicoanalisi, sui meccanismi di difesa dell’Io, e grazie agli studi e alle elaborazioni dello psicoanalista tedesco Hans Peter Hartmann sui meccanismi di adattamento dell’Io all’ambiente.
La psicologia analitica raccoglie le teorie e l’impostazione clinica di Carl Gustav Jung.
Indipendentemente dalla impostazione teorica, a seconda della fascia di età alla quale si rivolge la psicologia, si distinguono una psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza (o dell’età evolutiva) e una psicologia dell’età adulta e della senilità. La psicologia moderna, infatti, ha profonde conoscenze dello sviluppo normale o patologico della psiche e dei problemi specifici delle varie fasi della vita.
Dalla seconda metà del Novecento la psicologia si è sviluppata in branche specializzate applicando le proprie conoscenze a quasi tutte le aree di attività e di vita dell’uomo. Dopo aver conseguito una formazione generale nel corso di laurea in psicologia, lo psicologo può frequentare scuole di specializzazione in psicopedagogia, psicologia del lavoro, giudiziaria, forense, della pubblicità, delle comunità, della musica, dello spettacolo, del linguaggio, della comunicazione e così via.
La laurea in psicologia non prepara e non abilita a effettuare le psicoterapie o la psicoanalisi, per le quali esistono scuole di formazione con differenti orientamenti teorici.
Nella nostra società sempre più orientata alla globalizzazione non può mancare una psicologia della emigrazione e un interesse psicologico specifico per i processi psichici che accompagnano l’integrazione in altre culture. La psicologia etnica studia i fenomeni psichici relativi a differenti etnie, cercando di individuare caratteri psichici ereditari caratteristici dei vari gruppi; la psicologia transculturale, invece, valuta soprattutto l’influenza dei fattori culturali nelle eventuali differenze psichiche tra le etnie.
Anche gli animali hanno il loro psicologo! Da pochi anni, infatti, si stanno organizzando scuole di formazione di psicologia animale.