Sella, Quintino
Politico (Sella di Mosso, Biella, 1827-Biella 1884). Nel 1860 entrò nella vita politica come deputato della destra. Più volte ministro delle Finanze (1862; 1864-65; 1869-73), si pose come obiettivo il pareggio del bilancio statale, imponendo una rigorosa politica di economie e ricorrendo anche a provvedimenti impopolari, come l’imposta sul macinato. Anticlericale, dopo la sconfitta di Napoleone III (1870) fu tra i più convinti sostenitori della presa di Roma e tra gli ispiratori della legge delle guarentigie. La sua attività, rivolta al perfezionamento dell’unità politica, economica e morale del regno, fu versatile e molteplice. Sollecitò l’istruzione professionale; ideò le casse di risparmio postali; sostenne lo sviluppo delle miniere sarde e il riscatto delle ferrovie dell’Italia settentrionale. Restaurò l’Accademia dei Lincei (di cui fu presidente dal 1874), ampliandone gli interessi con l’istituzione della classe di scienze morali, storiche e filologiche e procurandole una sede storica a palazzo Corsini a Roma. Fondò inoltre la Società geologica italiana e il Club alpino italiano (1863). Anche la sua attività scientifica fu vasta e multiforme, e notevoli furono i suoi apporti nel campo della mineralogia.