Sella, Quintino
Uomo politico e scienziato (Sella di Mosso, Biella, 1827 - Biella 1884). Discendente di una ricca famiglia di industriali della lana, nel 1847 si laureò in ingegneria a Torino e perfezionò i suoi studi in vari paesi europei. Professore di geometria applicata alle arti nell’Istituto tecnico di Torino dal 1852, poi di Matematica nell’università di quella città, nel 1860 entrò nella vita politica come deputato della Destra del collegio di Cossato (Biella). Dotato di una solida mentalità borghese e di uno spirito cosmopolita, si impose subito come uno dei più autorevoli rappresentanti del movimento moderato: nel 1861 fu segretario generale del ministero della Pubblica istruzione, nel 1862 assunse il dicastero delle Finanze nel governo Rattazzi e successivamente, con lo stesso incarico, partecipò al gabinetto La Marmora nel 1864-1865 e a quello Lanza dal 1869 al 1873. Sella si prefisse come obiettivo il pareggio del bilancio statale, in un momento assai critico per il nuovo Stato gravato dai costi dell’unificazione. Impose a questo scopo una rigida politica di economie e di inasprimenti fiscali sui redditi e sui consumi, non esitando a ricorrere a provvedimenti molto duri, come l’aumento dell’imposta sul macinato, approvato nel 1870. L’opera per il riordino delle finanze statali, che egli riassumeva nelle celebri espressioni «economie fino all’osso» o guardare alle spese «con la lente dell’avaro», fu condotta con inflessibile energia e, spesso, a prezzo dell’impopolarità. Ai provvedimenti di natura strettamente tributaria, Sella affiancò altre iniziative come la cessione a società private delle ferrovie possedute dallo Stato in Piemonte, riscattate poi nel 1875, la vendita di larga parte dei beni demaniali ed ecclesiastici o l’emissione di una serie di prestiti. Fallì invece la sua iniziativa di fondere nel 1865 la Banca nazionale con la Banca nazionale toscana e di attribuire al nuovo istituto il servizio di tesoreria dello Stato. Molte di queste scelte, in particolare le grandi alienazioni delle terre pubbliche, rappresentavano il tentativo di creare condizioni favorevoli allo sviluppo degli investimenti privati in tutti i campi dell’economia, per avviare quella che lo stesso Sella chiamava una «rivoluzione economica». Ulteriori iniziative furono indirizzate alla crescita dell’istruzione tecnica e professionale, alla costituzione delle casse di risparmio postali, allo lo sviluppo delle miniere sarde. Anticlericale, contrario all’intervento a fianco della Francia contro la Prussia (1870), dopo la sconfitta di Napoleone III fu tra i più accesi sostenitori della presa di Roma e fu poi tra gli ispiratori della legge delle guarentigie. Nel giugno 1873, proprio sui nuovi provvedimenti finanziari proposti da Sella a cui erano però contrari molti deputati della Destra, il governo fu sfiduciato dalla Camera e si dimise. Nel 1881 Sella ebbe l’incarico dal re di formare un nuovo esecutivo, ma il suo tentativo di coinvolgere una parte della Sinistra e il Centro per restituire alla Destra un ruolo determinante fallì. Vasta e multiforme fu anche la sua attività scientifica: avviò una ristrutturazione dell’Accademia dei Lincei, della quale fu socio nazionale dal 1872 e presidente dal 1874, allargandone gli interessi con l’istituzione della classe di scienze morali, storiche e filologiche e procurandole la sede di palazzo Corsini. Notevoli furono le sue ricerche nel campo della mineralogia, ove contribuì allo sviluppo della cristallografia morfologica, chimica e descrittiva e allo studio di numerose specie minerali, tra le quali talune nuove. Degne di particolare nota sono le sue opere: Quadro delle forme cristalline dell’argento rosso, del quarzo e del calcare (1856), Studi sulla mineralogia sarda fatti nel 1855 (1857), Sulle proprietà geometriche di alcuni sistemi cristallini (1858), Sulle forme cristalline di alcuni sali di platino e del boro adamantino (1858), che gli procurarono fama internazionale. Nel 1863 fu tra i fondatori del Club alpino italiano, espressione di una sentita passione alpinistica che egli coniugava con l’impegno a promuovere l’educazione alla conoscenza e alla pratica della montagna; nel 1881 contribuì alla istituzione della Società geologica italiana.