Parte della radiotecnica che si occupa delle tecniche di radiocomando, cioè del comando a distanza di apparecchiature meccaniche o elettromeccaniche per mezzo di radioonde; si può anche definire come la parte della telemeccanica che utilizza metodi radioelettrici per la trasmissione dei segnali di comando.
Un dispositivo di radiocomando comprende due distinte unità, una trasmittente, installata nel posto dove si originano i segnali di comando, l’altra ricevente, installata sull’apparecchiatura comandata. La frequenza di lavoro cade di norma nel campo delle onde corte o cortissime. Il caso più semplice è quello in cui il comando sia ‘ad alternativa’: per es., che un motore dell’apparecchiatura comandata sia in marcia o no. L’unità trasmittente può allora essere costituita da un oscillatore a radiofrequenza manipolato da un interruttore, quello ricevente da un rivelatore che, ricevendo l’onda emessa dall’oscillatore, determina la chiusura del relè di marcia del motore (radiocomando a onda manipolata). Oppure, l’interruttore può manipolare un oscillatore a frequenza acustica che, a sua volta, modula in ampiezza o in frequenza l’oscillatore a radiofrequenza (radiocomando a onda modulata); il rivelatore è allora provvisto di un filtro elettrico che aziona il relè attuatore solo se è presente quella certa frequenza di modulazione: ciò allo scopo di eliminare falsi comandi dovuti a radiosegnali interferenti. Se l’apparecchiatura comandata necessita, per il suo funzionamento, di più comandi ‘ad alternativa’ si possono usare più radiocomandi a onda manipolata su diverse frequenze o, meglio ancora, un unico radiocomando a onda modulata con diversi canali di modulazione.