RAGUSA (XXVIII, p. 783)
La città è oggi distribuita in tre quartieri: l'antico od Ibleo il moderno o Barocco, e il nuovo o Littorio, divisi da una frattura geologica che pone il primo su un promontorio avanzato, tra due fiumi, il Cava e il San Leonardo, e gli altri due sul declivio terminale dell'altipiano.
I due fiumi, di portata variabile a seconda delle stagioni, confluiscono nel fiume Irminio, il più importante della regione. Le vallate che circondano Ragusa sono impressionanti per la loro configurazione pietrosa.
Ragusa è servita da due ferrovie: la Siracusa-Licata-Palermo, e l'altra, a scartamento ridotto, che passando per i comuni di Chiaramonte, Giarratana, Monterosso, si congiunge alla Vizzini-Catania.
Ragusa è il capoluogo di provincia più meridionale del regno, e rappresenta il centro di irradiazione per la parte sud-orientale della Sicilia. Il suo territorio, che è ricco e ben coltivato, si estende dai Monti Iblei al Mediterraneo, in massima parte seminativo, per pascolo, arboreo e anche a vigna. Cespiti di ricchezza principali sono, oltre alla produzione granaria e zootecnica, i formaggi, i vini, gli olî d'oliva, cereali, lino, cotone, mandorle, carrubbe, frutta, miele e le piccole industrie artigiane come quella dei ricami, dei ferri battuti, del cemento, della pietra da taglio.
Ragusa possiede le più importanti miniere di asfalto conosciute in Italia e sorge in mezzo a una formazione asfaltifera che si estende per oltre 50 km. I geologi hanno valutato in circa mezzo miliardo di tonnellate la complessiva potenza di questi giacimenti, la cui media impregnazione di bitume (allo stato attuale di sfruttamento) è del 6%. La roccia asfaltica oltre che per la diretta applicazione nelle pavimentazioni stradali, viene utilizzata per la produzione del mastice di asfalto e, soprattutto, attraverso un processo di distillazione a bassa temperatura, per l'estrazione dell'olio minerale grezzo, non dissimile da quello di provenienza asfaltica estratto da pozzo. Dall'olio grezzo si ricava inoltre, per distillazione e raffinazione, benzina, olio combustibile, lubrificante e bitume, in varia proporzione, secondo il trattamento fattone caso per caso. Ma gli impianti di idrogenazione che stanno sorgendo a Bari e a Livorno consentiranno di valorizzare al massimo l'olio grezzo di Ragusa, ricavandone anche più dell'80% in benzina.
Il quartiere del Littorio, sorto di recente per opera del fascismo oltre i due grandi ponti che sorpassano la valle di S. Leonardo, è stato creato secondo un piano regolatore con criterî urbanistici e architettonici moderni. Ha un aspetto pianeggiante, viali ricchi di verde e piazze vaste e luminose; è destinato al maggiore sviluppo.
Sebbene Ragusa non possa vantare una ricchezza monumentale pari a Palermo, Agrigento e Siracusa, essa è molto interessante sia per il lato archeologico sia per quello artistico.
Le grotte (notissima quella "delle Trabacche"), le necropoli e gli ipogei si rintracciano numerosi negl'immediati dintorni della città. Armi di pietra, ossa, utensili, furono trovati qua e là; di un'epoca più tarda qualche suppellettile bronzea; mentre della dominazione greca rimangono alcune tombe e alcune sculture conservate al museo di Siracusa.
Il periodo bizantino cinse di mura giganti Ragusa e fondò il castello sul vertice del colle. Mura che furono diroccate dagli Arabi, ma di cui rimangono notevoli avanzi. Il periodo normanno restaurò il castello.
Si deve attendere il sec. XIV per poter vedere nel portale di San Giorgio vecchio un notevole esemplare di architettura e di scultura decorativa gotica con reminiscenze romaniche e indubbî influssi catalani. Il portale e la facciata della chiesa della Immacolata e il vicino campanile sono disegnati secondo un più rigido schema angioino; mentre l'arco della chiesa di Sant'Antonino, il più tardo di tutti, mostra l'alto senso decorativo dell'arte gotica fiorita nel secolo XV. Un complesso monumentale assai notevole è la chiesa di Santa Maria delle Scale. Ivi dal sec. XIV al sec. XVI artisti locali contribuirono a far sorgere una serie di cappelle e di edicole di vario stile e di varia forma.
La cattedrale di San Giovanni è eretta su una terrazza, con una facciata discorde per i varî artisti che si succedettero nella costruzione, ed è dominata dall'alta torre campanaria. L'interno è da segnalarsi per la decorazione esuberante ma grandiosa. La nuova chiesa di San Giorgio fu eretta su disegno del palermitano Bajardi. Essa è tra i monumenti più felici dell'arte barocca in Sicilia. Posta al vertice di una scalinata, ha una facciata slanciata. La cupola neoclassica, è opera dell'artista locale Carmelo Cutrano. Altre chiese notevoli sono quella di San Giuseppe, la chiesa di Ognissanti, la chiesa dell'Ecce Homo, quella del collegio di Maria, e quella del Salvatore.
Notevoli sono i varî palazzi patrizî (Donnafugata, Pennavaria, Schininà, Arezzo, Bertini, La Rocca, Cosentini, Cammarana, Lupis, ecc.) che dal sec. XVII furono eretti secondo un tipo originale ed enfatico, alcuni gravati da portali ricchi di intagli, da grandi finestre e balconate decorate da bizzarri mascheroni.
Il sec. XIX non vide in Ragusa grandi opere d'arte (fu eretto in quel periodo, in stile Rinascimento il Palazzo municipale).
L'opera del fascismo ha oggi completamente trasformato la città che è stata arricchita di nuove strade e mezzi di comunicazione, dotata di opere di igiene e di pubblica utilità, con nuovi edifici per i servizî amministrativi e politici, e con le abitazioni di carattere popolare. Si annoverano tra le opere principali: il Palazzo del governo; la caserma divisionale dei CC. RR.; il palazzo del Consiglio provinciale delle Corporazioni; l'ospedale "Benito Mussolini" tra i più modemi e meglio attrezzati della Sicilia; il tubercolosario, che ricovera trecento malati; l'asilo infantile "G. B. Marini"; il palazzo degli studî; la sede del distretto militare; l'imponente Casa del littorio che con la sua torre domina la Piazza dell'Impero; la Casa della G. I. L.; la Casa dei mutilati e combattenti; le case per impiegati e le case popolari; il nuovo carcere giudiziario; la caserma della milizia; il nuovo edificio comunale di Ibla. Notevole opera del Regime è la grande strada interna che ha riunito, dopo la demolizione di un aggruppamento di case e di vicoli, i quartieri alti con quello ibleo; il nuovo grande Ponte del Littorio, ardita costruzione a tre arcate lungo 150 metri, largo m. 16 e alto m. 35; l'ampliamento della stazione ferroviaria, attrezzata oggi per il crescente sviluppo dell'industrie asfaltifere; la pavimentazione delle strade e delle piazze; la nuova fognatura e il nuovo acquedotto, gli edifici scolastici, il palazzo delle poste, telegrafi e telefoni, ecc.
Storia. - La città sorge forse sul luogo o in prossimità dell'antica Ibla Erea (v., XVIII, p. 679). Ma il nome e il centro odierno appaiono in piena luce in occasione della sua conquista da parte degli Arabi nell'866, dopo due anni di assedio. Liberata la Sicilia dal dominio musulmano per opera dei Normanni, Ragusa per la posizione strategica e munitissima fu elevata a contea, ed ebbe un conte in Goffredo, figlio del gran conte Ruggiero, Gaufridus de Ragusia, filius magni comitis Rogerii. Questo è senza dubbio un periodo aureo della sua storia. Il nome della città corre e ricorre nei testi e nelle descrizioni dei geografi di allora: basti ricordare la esatta e poetica descrizione che ne fa Edrisi. La guerra del Vespro porta a Ragusa la perdita e il trasferimento a Modica della sede comitale, della quale fu investita la famiglia dei Chiaramonte. Tornò contea sotto gli Spagnoli, infeudata ai Cabrera, che di Ragusa fecero una sede fortificata. Una rivolta dei cittadini contro il fisco costa alla città la perdita definitiva della sede comitale che torna a Modica. Più tardi avviene a beneficio della regione il frazionamento della proprietà terriera, poiché il conte Cabrera per risolvere anch'esso una vertenza con il fisco è costretto a vendere a diversi privati i suoi feudi per circa 60.000 fiorini d'oro.
In regime feudale gli statuti delle maestranze e delle corporazioni furono fissati e pubblicati verso i primi del sec. XVII. Più antichi gli statuti demaniali, adottati, sotto gli aragonesi, su quelli compilati dal giureconsulto ragusano Sebastiano Ugolino.
Nel 1640 Ragusa inviò un buon numero di pionieri nell'Agro Agrigentino i quali fondarono la fiorente città di Palma Montechiaro. Sotto i Borboni, Ragusa, come tutte le altre città sicule, visse nell'ombra. Dopo lo sbarco dei Mille a Marsala, Ragusa fu la prima città ad alzare il tricolore, e ciò per opera del cospiratore Luciano Nicastro. Caduto il regno delle Due Sicilie, seguì le sorti delle altre città italiane. L'11 giugno 1920 in Ragusa veniva costituito il primo Fascio di combattimento della Sicilia.
Ragusa, che nel 1865 era stata divisa in due comuni (Ragusa e Ragusa Inferiore), nel 1926 veniva unificata in uno solo ed elevata alla dignità di capoluogo di provincia.
La provincia di Ragusa. - Il Regime, rinnovando, per le nuove esigenze politiche ed amministrative, il capoluogo, non ha tuttavia trascurato le altre città della provincia, le quali hanno tutte ampiamente beneficiato di molteplici opere pubbliche, come acquedotti, fognature, nuove strade, edifici scolastici, ponti, mercati, bonifiche, illuminazione elettrica.