RAGUSA (XXVIII, p. 783; App. I, p. 958; II, ii, p. 664)
Dal 1936 al 1951, nonostante il forte tasso d'incremento naturale, la popolazione residente del comune è leggermente diminuita, e solo dal 1951, cioè da quando la regione che gravita su R. ha avuto una sensibile industrializzazione per il reperimento dei più cospicui giacimenti petroliferi d'Italia (per i dati sulla produzione, v. sicilia, in questa App.), essa è andata aumentando, passando da 49.459 a 55.274 ab. nel 1961. Nonostante questa ripresa, l'incremento complessivo della popolazione dal 1936 risulta il più basso fra tutti i capoluoghi di provincia siciliani. È stato il nuovo fattore economico a rovesciare le posizioni: ora, all'eccedenza dei nati vivi sui morti, che si aggira attorno al 9‰, si aggiunge l'eccedenza dei movimenti migratorî, che è quasi uguale alla prima.
La popolazione attiva, che nel 1936 costituiva il 33,8% di quella superiore a 10 anni, è passata nel 1951 al 38,8% ed è senza dubbio aumentata in questi ultimi anni in rapporto alla costruzione di una "zona industriale") alla periferia della città. Nel solo territorio comuriale, secondo il censimento del 1951, 836 persone erano addette alle attività estrattive su un totale di 1008 nell'intera provincia. Notevolmente aumentati rispetto al 1936 risultano gli addetti ad attività commerciali (+ 76,1%) e alla pubblica amministrazione (+ 155,3%).
Il paesaggio urbano si sta evolvendo verso forme più moderne con nuovi e spaziosi quartieri, e l'impianto urbano, di conseguenza, si va notevolmente allargando. L'espansione topografica si è attuata nei settori sud-occidentali: in particolare verso ovest, sulla strada che dal centro della città va ad innestarsi con la statale per Comiso, e nei pressi del Giardino Margherita, ma soprattutto a sud, nel cuneo delineato dalla sinuosa sede ferroviaria e dalla provinciale per Marina di Ragusa.