reddito
Il guadagno delle persone, delle imprese, dello Stato
Il reddito è costituito dai guadagni di chi fa fruttare il proprio lavoro o il proprio capitale. È un fattore determinante nelle decisioni di spesa. Infatti, in base al reddito di cui possono disporre le famiglie decidono quanto consumare, le imprese quanto investire e lo Stato quali e quanti servizi e prodotti assicurare alla collettività
Il reddito è il guadagno di una persona o di un’impresa. Il reddito nazionale – ossia la somma di tutti i redditi di uno Stato in un dato periodo di tempo – comprende gli stipendi percepiti dai lavoratori dipendenti, i guadagni dei lavoratori autonomi, i profitti conseguiti dalle imprese, le rendite derivanti da terreni e fabbricati, gli interessi (banca) e le imposte pagate allo Stato. Il reddito nazionale equivale al prodotto nazionale lordo (prodotto interno lordo) in quanto questo rappresenta tutto ciò che viene pagato per i fattori utilizzati nella produzione.
Per comprendere meglio questa equivalenza, si può immaginare un sistema economico molto semplice in cui siano presenti solo famiglie e imprese. Mentre le prime forniscono alle imprese – in cambio del reddito – il lavoro necessario alla produzione dei beni e servizi, le seconde offrono i prodotti richiesti. Il valore di questi prodotti è uguale ai compensi pagati per il lavoro e ai compensi – i profitti – ricavati dal capitale. Reddito e prodotto sono quindi due facce della stessa medaglia.
Le famiglie e le imprese utilizzano per i loro consumi e investimenti il reddito disponibile, cioè il reddito che rimane a loro disposizione dopo aver pagato le imposte allo Stato e aver ricevuto dallo stesso le pensioni, i sussidi alla disoccupazione e gli aiuti alla produzione. In base al denaro di cui dispongono, le famiglie acquistano beni – di consumo (per esempio cibo, abbigliamento) e durevoli (per esempio abitazioni, elettrodomestici, autovetture) – e servizi dalle imprese (per esempio telefonia, cinema). I servizi pubblici come istruzione e sanità li hanno invece già ‘acquistati’ quando hanno pagato le imposte. Le imprese utilizzano i loro redditi per comprare fattori di produzione, quali fabbricati, impianti, macchinari, attrezzature e anche scorte in semilavorati e prodotti finiti. Il reddito a disposizione dello Stato – il gettito delle imposte – è utilizzato per la spesa pubblica (strade, attrezzature militari, argini dei fiumi) e per il pagamento del servizio svolto dai dipendenti pubblici. Infine il reddito nazionale comprende il valore dei beni venduti in un altro paese (esportazioni), mentre esclude il valore di quelli acquistati all’estero (importazioni).
Reddito e prodotto non sono solo due facce della stessa medaglia; in realtà la medaglia, a differenza di quelle reali, ha tre facce. La terza faccia è quella della spesa. Un qualsiasi bene, per esempio una pagnotta, ha un prezzo che è il prezzo del prodotto-pagnotta e anche il costo dei fattori di produzione – lavoro, capitale, terra (dove si è coltivato il grano per fare la farina) – impiegati per produrre quel bene. A loro volta, i redditi dei lavoratori, del panettiere, del contadino sono eguali al corrispettivo pagato da chi ha fatto la spesa dell’acquisto della pagnotta. L’atto economico quindi, ha i tre volti del reddito, del prodotto e della spesa.
Il reddito imponibile è quello che viene assoggettato all’imposta. L’imposta colpisce sia il reddito delle persone sia il reddito delle società. Il fisco, comunque, ha una nozione di reddito un po’ diversa da quella normale. Se, per esempio, io compro un’azione della fiat e poi la rivendo guadagnandoci, questo guadagno è reddito o no? In verità, quel guadagno non è stato ottenuto con l’ausilio di fattori della produzione e quindi non dovrebbe essere considerato reddito. Il fisco, però, lo tassa lo stesso, se pure con una aliquota ridotta.