regina di Saba
La donna che mise alla prova re Salomone
La regina di Saba è nota soprattutto per il celebre episodio biblico della sua visita a Salomone, re d’Israele, per metterne alla prova, di persona, la proverbiale saggezza. Sovrana del regno di Saba (10° secolo a.C.), nell’Arabia sudoccidentale, fu rappresentata in numerosi racconti, leggende e dipinti
Del regno di Saba – o Sheba – si sa molto poco. Probabilmente si trattava di un prospero Stato dell’Arabia sudoccidentale – nel territorio dell’odierno Yemen – zona denominata dai Romani Arabia felix per la sua fertilità e ricchezza. Secondo alcune fonti i suoi abitanti, i Sabei, fondavano la propria ricchezza su oro, brillanti, incenso e profumi. La reggia della sovrana – dotata secondo il Corano di un magnifico trono – si trovava probabilmente nei pressi di San’a, l’attuale capitale della Repubblica dello Yemen.
Secondo la Bibbia, la regina di Saba, udita la fama di sapienza del re di Israele Salomone, volle metterlo alla prova con enigmi e quesiti. Partita dal suo regno con un seguito di cammelli carichi d’oro, aromi e pietre preziose, si recò a Gerusalemme, capitale del regno d’Israele. Salomone rispose in modo soddisfacente a ogni domanda, dimostrando che nessuna questione era troppo difficile per lui. Stupita, la regina ammise che la fama di Salomone non era pari neanche alla metà della sua effettiva sapienza e saggezza.
Ella ammirò anche lo splendore della sua reggia e degli appartamenti dei cortigiani e della servitù, la bontà dei cibi, l’eleganza del servizio e la quantità di vittime che venivano sacrificate al Signore nel tempio. Lodò il Dio di Israele che aveva posto a capo del suo popolo un re così saggio e giusto. La regina fece, quindi, dono a Salomone di centoventi talenti d’oro e di una gran quantità di aromi e pietre preziose. Salomone ricambiò i doni con ancora maggiore generosità, prima che la regina tornasse nel suo regno.
Gli storici non mettono in dubbio che questa visita sia realmente avvenuta, ma ne danno una spiegazione di natura economica: Israele intratteneva rapporti commerciali con l’Arabia meridionale e la visita servì probabilmente per concludere alcuni accordi.
Nel Corano, l’episodio della visita è raccontato in modo un po’ diverso. La regina di Saba, che gli Arabi chiamavano Bilqis, era un’adoratrice del Sole, secondo la religione del suo popolo. Salomone le avrebbe mandato una lettera, tramite un’upupa, per invitarla a convertirsi all’adorazione del vero Dio, cioè Allah. Temendo che Salomone volesse attaccare il suo regno e ridurre in miseria il suo popolo, Bilqis decise di inviargli un ricco dono. Salomone, che non voleva un guadagno materiale, ma la conversione dei Sabei, respinse il dono e invitò la regina in un palazzo che aveva il pavimento di vetro sotto il quale scorreva acqua. Quando la regina entrò, non vedendo il vetro e credendo di entrare nell’acqua, alzò le vesti. Poi si accorse dell’errore, che le fece comprendere la differenza tra l’apparenza e la realtà. Questo era l’insegnamento che voleva darle Salomone. La regina lo capì e si convertì alla vera religione.
Una successiva leggenda abissina, probabilmente dell’8° secolo d.C. ma contenuta nel libro Kebra nagast («La gloria dei re») del 14° secolo, aggiunse che Salomone e la regina di Saba, chiamata col nome di Makeda, si sposarono ed ebbero un figlio, Menelik. Da Menelik, primo re della città etiopica di Aksum, sarebbero discesi i salomonidi, cioè gli imperatori che regnarono in Etiopia a partire dal 1270.
Un accenno alla regina di Saba si trova anche nei testi di Flavio Giuseppe, storico del mondo ebraico del 1° secolo d.C., che la chiamò Nicaule e la indicò come sovrana di uno Stato dell’Arabia, menzionato in documenti assiri.
La regina di Saba, nominata anche nei Vangeli di Luca e Matteo, fu raffigurata in diverse opere d’arte tardoantiche e medievali, soprattutto nelle decorazioni murali delle chiese copte in Egitto e in affreschi contenuti in numerose cattedrali europee. Talvolta, secondo una tradizione popolare, fu rappresentata come regina dai piedi d’oca (Pedeuca).
L’incontro con Salomone fu rappresentato da Lorenzo Ghiberti sulla Porta del Paradiso del Battistero di Firenze. Anche un film, Salomone e la regina di Saba (1959) di King Vidor con Yul Brinner e Gina Lollobrigida, fu dedicato a questo leggendario personaggio.