L’epifrasi (dal gr. epíphrasis, formato da epí «su, sopra» e phrásis «parola, locuzione», nel senso di «parola aggiunta») è una figura retorica di tipo sintattico e di pensiero, che consiste nello spostare [...] prevedere tutti gli elementi distinti dello schema di base della frase lineare:
(a) Epifrasi del soggetto
Sempre caro mi fu quest’ermo colle
e questa siepe …
(Giacomo Leopardi, “L’infinito”, in Canti, vv. 1-2; l’epifrasi è messa in rilievo dal fatto ...
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Le congiunzioni coordinative (o coordinanti) sono parole funzionali invariabili il cui compito è quello di collegare tra loro due o più elementi linguistici (principalmente sintagmi o frasi; i cosiddetti [...] alla sua espressione formale è e, secondo lo schema [A [congiunzione B]] accennato sopra:
(12) Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude (Giacomo Leopardi, “L’Infinito”, in Idilli)
E ...
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Le congiunzioni sono elementi invariabili del discorso (➔ parti del discorso) che uniscono (lat. coniunctio, da coniungĕre «unire insieme») due elementi sintattici: elettivamente due frasi; nel caso delle [...] : al tempo d’i dolci sospiri
(Dante, Inf. V, passaggio dai vv. 116-117 ai vv. 118-120)
(3) Sempre caro mi fu quest’ermo colle
[…]
Ma sedendo e mirando
(Giacomo Leopardi, “Infinito”, passaggio dai vv. 1-3 ai vv. 4-8)
Si tratta del resto di un valore ...
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L’ordine degli elementi di una struttura sintattica (come un sintagma o una frase) è un parametro cruciale negli studi linguistici, principalmente in quelli di tipologia. A partire dalla struttura della [...] , Le piacevoli et ridicolose simplicità di Bertoldino)
(16) sintagma nominale: nome + frase relativa
a. Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe [n], che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude
(Giacomo Leopardi, “L’infinito ...
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Giacomo Leopardi (Recanati 1798 - Napoli 1837) ricevette nell’infanzia un’educazione tradizionale, affidata a istruttori ecclesiastici. L’analisi linguistica degli scritti del periodo 1809-1810 non a caso [...] Placida notte, e verecondo raggio / della cadente luna», «D’in su la vetta della torre antica», «Sempre caro mi fu quest’ermo colle», «E il naufragar m’è dolce in questo mare», ecc.), come ne ha impresso nella memoria la scansione ritmica, classica e ...
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ermo
érmo (o èrmo) agg. e s. m. [forma sincopata di eremo], poet. – 1. agg. Solitario, deserto, abbandonato, detto di luogo: Cercai per poggi solitari et e. (Petrarca); l’erme Torri degli avi nostri (Leopardi); Sempre caro mi fu quest’e. colle...
eremo
èremo (poet. érmo o èrmo) s. m. [dal lat. tardo erēmus s. m. o f., gr. ἔρημος o ἐρῆμος agg. «solitario, deserto»]. – 1. Luogo solitario, dove una o più persone si ritirano a far vita religiosa (v. eremita); il termine, riferito con questo...