L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] lat. deducĕre) che deriva dall’infinito latino in -ĕre per via della caduta, in epoca postclassica, della sillaba non accentata.
L’infinito italiano conserva solo in parte la morfologia e la distribuzione dell’infinito latino. Tra le forme infinitive ...
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Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte [...] è a ò ó u,
e a 5 in posizione atona (la e e la o aperte si chiudono fuor d’accento); il monottongamento dei dittonghi ae e oe rispettivamente in è e é, mentre il dittongo au si conserva, malgrado una certa tendenza ...
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RETINA O RETINA?
Si tratta di due ➔omografi.
• Rètina, con accentazione ➔sdrucciola, è un sostantivo femminile (dal latino medievale rètinam) che indica la ‘membrana di natura nervosa che costituisce [...] retiniche sufficientemente localizzate il trattamento può essere fatto con il laser (www.oculista.info)
• Retìna, con accentazione ➔piana, è invece un sostantivo femminile che significa ‘piccola rete, reticella’(diminutivo di rete)
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Il raddoppiamento sintattico è un fenomeno di ➔ sandhi esterno (o di ➔ fonetica sintattica), di natura assimilatoria (almeno in origine: cfr. § 3; ➔ assimilazione), che si verifica nell’➔italiano standard [...] e prive di coda consonantica).
In questa prospettiva, il medesimo vincolo spiega l’allungamento vocalico, che si produce in italiano nelle sillabe accentate aperte non finali di parola; per es., m[aː]re, d[iː]to, sap[eː]re, ecc. Nelle sillabe finali ...
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L’➔apostrofo è, nell’italiano scritto, il segno che indica la caduta (o soppressione), in ragione di fenomeni di natura diversa e distinta, di una vocale (se davanti ad altra vocale si parla di ➔ elisione) [...] verbo dire, il cui imperativo presenta le due forme, pienamente accettabili, di’ e dì (► grafie unite e separate).
Apostrofo e non accento va usato anche con po’ (e in altri casi, fuori però dall’uso o dallo standard perché arcaismi o localismi: mo ...
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La preposizione semplice su può presentarsi in diverse forme.
Quando si trova prima di un articolo determinativo, si fonde con l’articolo, dando origine alle preposizioni articolate sul, sullo, sulla, [...] proposizione ➔temporale implicita).
La grafia sù con accento, anche se abbastanza diffusa, è ingiustificata e, con ➔omografi.
La grafia nasce probabilmente dall’influsso dell’avverbio giù, che invece si scrive correttamente con l’accento. ...
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NOCCIOLO O NOCCIOLO?
Si tratta di una coppia di ➔omografi.
• Nòcciolo, con accentazione ➔sdrucciola, è un sostantivo maschile che deriva dal latino nucleum ‘midollo, gheriglio’, e indica la parte interna [...] figurato
il nòcciolo della questione
i princìpi che costituiscono il nòcciolo duro dell’identità francese («L’Unità»)
• Nocciòlo, con accentazione ➔piana, è un sostantivo maschile che indica l’albero delle nocciole e il legno che se ne ricava
I ...
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La morfologia è il settore della linguistica che studia la struttura interna delle parole e le relazioni fra i cambiamenti di forma e i cambiamenti di senso delle parole. Ad es., la parola italiano può [...] paia, centinaio / centinaia);
(f) la classe 6 comprende tutti i nomi che finiscono in consonante (sport, film) o vocale accentata (re, gru, città, virtù, età), i quali sono sempre invariabili, ma anche alcuni nomi invariabili che terminano in vocale ...
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Il termine deriva dal gr. apóstrophos «rivolto altrove, indietro», da apostrépho «volgo indietro o in senso contrario». Apóstrophos (o -us) compare nel latino tardo, con significato unicamente grammaticale. [...] parlato, è raramente indicata con apostrofo nello scritto e lo stesso vale per gli ipocorismi di allocutivo (Eli’, ma’, pa’ scritti senza apostrofo o accentati).
Un caso notevole è quello di po’, il cui apostrofo è spesso scritto come un improprio ...
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Il participio è un modo non finito del verbo (➔ modi del verbo), suddiviso in una forma detta passata (amato) e una presente (amante), entrambe continuazioni dirette delle forme equivalenti latine (amatus [...] tematica.
Le irregolarità morfologiche del participio passato interessano in primo luogo i verbi in -ere con l’accento sull’antepenultima. Tali forme sono in prevalenza continuazioni dirette dei verbi corrispondenti latini, quali chiuso (< lat ...
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accento
accènto s. m. [dal lat. accentus -us, comp. di ad- e cantus «canto1», per calco del gr. προσῳδία]. – 1. a. Rafforzamento o elevazione del tono di voce (a. tonico in senso largo) con cui si dà a una sillaba maggior rilievo rispetto...
accentare
v. tr. [der. di accento] (io accènto, ecc.). – 1. a. Segnare, scrivendo, l’accento sulle parole per indicare la sillaba tonica, o anche per distinguere il timbro d’una vocale: in italiano si accentano tutte le parole tronche; «qui»...