Termine filosofico creato da T.H. Huxley (1869 ca.) per indicare l’incapacità del pensiero umano di superare l’ambito della realtà fenomenica e di risolvere i problemi metafisici e religiosi che non sono oggetto di scienza positiva. Da allora con il termine a. si è designata ogni teoria che non neghi assolutamente al pensiero ogni capacità di conoscere il vero (ciò che sarebbe scetticismo), bensì ne ...
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Nardi, Iacopo
Alessandro Montevecchi
Nacque a Firenze il 20 luglio 1476 da Salvestro e Lucrezia di Bardo, in una famiglia appartenente al «popolo grasso». Ebbe una formazione umanistica e forse fu discepolo [...] di Marcello Virgilio Adriani. Questa cultura, tendenzialmente agnostica, N. la integrò con una profonda ispirazione religiosa legata all’insegnamento savonaroliano. Ai primi del Cinquecento iniziò la sua carriera politica e conseguì importanti ...
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Filosofo inglese nato a Glasbury, contea di Brecknock (Galles), il 30 gennaio 1846 e morto a Oxford il 18 settembre 1924. È ll rappresentante più notevole del nuovo idealismo inglese, che si ricollega [...] e divenissero cognizione totale: raggiungessero cioè quell'assoluto che è negazione di ogni processo e stasi perfetta. Conclusione agnostica, come ha riconosciuto lo stesso Bradley ammettendo "il sano scetticismo per cui tutta la conoscenza in un ...
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materialismo
materialismo [Der. di materiale] [FAF] (a) Denomin. generica di ogni dottrina che consideri la realtà come derivata dalla materia e risolventesi totalmente in essa. (b) Specific., teoria [...] dei termine, si deve tener presente una larga gamma di sfumature dottrinali intermedie, che vanno dalla formula scientista, puramente agnostica sul piano metafisico (meccanicismo è il sinon. più vicino in tal senso), che fa del continuo materiale una ...
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ḤUSEIN, Kāmil
Francesco Gabrieli
Scrittore arabo egiziano, nato al Cairo il 20 marzo 1901. La sua opera letteraria si accompagna, con spirito umanistico, a un'attività scientifica e professionale di [...] fruttato al libretto di K. Ḥ. un'eco profonda in ambiente cristiano delle varie confessioni.
La posizione teologicamente agnostica e moralmente impegnata dello scrittore si è confermata nel successivo libro al-Wādī al-muqaddas ("La valle santa", 1968 ...
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Filosofo e storico della filosofia, nato a Biebrich (Renania) il 19 novembre 1833 e morto a Siusi (Bolzano) il 3 ottobre 1911. Insegnò successivamente nelle università di Basilea, Kiel, Breslavia e Berlino.
La [...] dell'Erlebnis un pesante schematismo di categorie storiche da essa dedotte non senza artifizio. E la sua fenomenologia è agnostica rispetto alla realtà in sé, mentre crede all'esistenza del mondo esterno, fenomenico, solo perché la esige tutto il ...
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Pensatore, nato a Cosnac (Corrèze) il 5 giugno 1757, morto a Rueil il 5 maggio 1808. Compiuti gli studî a Parigi, fu a Wilno in Polonia, entrò, al suo ritorno in Francia, nei circoli intellettuali del [...] il C. non fu esente da preoccupazioni gnoseologiche e metafisiche, ma in questi campi non superò una posizione agnostica: partecipò allo scetticismo humiano circa il concetto di causa e il fenomenismo kantiano, convinto che la nostra conoscenza ...
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Celebre teologo musulmano, fondatore del sistema ortodosso che da lui prese il nome di ash‛arita. Nacque ad al-Baṣrah (Bassorah) nel 260 èg., 873-874 d. C., e morì a Baghdād nel 324 èg., 936 d. C. Fu seguace [...] catechismo stesso, e giustifica quelle teorie con passi coranici. In altre questioni egli mantiene l'attitudine, che potremmo chiamare agnostica, degli ahl al-ḥadīth (v.) o tradizionisti; p. es. ammette, con qumti ultimi e contro i Mu‛taziliti, gli ...
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D'ADDA SALVATERRA, Camillo
Elvira Cantarella
Nacque a Milano il 27 sett. 1803 dal marchese Girolamo e da Felicita Meda, discendente anch'essa da un'antica famiglia patrizia milanese e, per via di madre, [...] G. Ordofio Rosales, L. Tinelli (proveniente, quest'ultimo, da esperienze diverse). A Milano, isolati rispetto ad un'opinione pubblica agnostica od apatica, essi presero a riunirsi in una sala appartata ed esclusiva; e qui presumibilmente si posero le ...
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Nelle religioni monoteistiche, essere supremo, concepito e spesso adorato universalmente come eterno, creatore e ordinatore dell’Universo. Nelle religioni politeistiche, ciascuno degli esseri venerati [...] intellettualistica (e in pari tempo ontologica), per cui D. è oggetto di un’apprensione immediata dell’intelletto, e quella agnostica o dell’inconoscibilità di D. per l’intelletto umano: onde le correnti fideistiche o pragmatistiche, e simili, che ...
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agnosteismo
s. m. [comp. di agnos (ticismo) e teismo 1], raro. – In filosofia, particolare forma di agnosticismo che nega alla ragione umana la capacità di conoscere Dio, attingibile solo per vie non razionali (per fede, sentimento, ecc.).
agnostico
agnòstico agg. [dall’ingl. agnostic (Th. H. Huxley, 1869), der. del gr. ἄγνωστος «ignoto»] (pl. m. -ci). – Relativo ad agnosticismo: teoria, concezione, filosofia agnostica. Per estens. (anche come sost.), chi non prende posizione...