Califfo abbaside (m. 869), figlio di al-Mutawakkil. Salito al trono nell'866, dopo lunga lotta col cugino al-Musta῾in fu deposto e ucciso. Il suo breve regno fu segnato dallo sforzo di fronteggiare l'onnipotenza [...] dell'elemento militare turco nell'Iraq, mentre in periferia si avviava il processo di disintegrazione del califfato (Tulunidi d'Egitto, Saffaridi nel Sistān, ecc.) ...
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Califfo abbaside (sec. 10º), regnò dal 908 al 932. Salì al trono con l'aiuto del generale eunuco Mu'nis, che eliminò il pretendente ibn al-Mu'tazz, e rimase praticamente arbitro dell'impero. Il periodo [...] di al-M. segna una progressiva decadenza del califfato di Baghdād, col sorgere del rivale califfato sciita dei Fatimidi d'Egitto, e, infine, degli sciiti Hamdanidi. Sotto al-M., ibn Faḍlān compì la sua missione presso i Bulgari del Volga. ...
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Mu'nis
Mu‛nis
Generale dell’esercito abbaside, probabilmente di origine servile ed eunuco, che tra il 908 e il 933 fu arbitro e dittatore alla corte califfale di Baghdad. Vincitore sui carmati e i Fatimidi, [...] M. ebbe un ruolo cruciale nell’instaurare contro Ibn al-Mu‛tazz; in seguito, impose al-Qahir come califfo, ma questi se ne sbarazzò facendolo giustiziare. ...
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. La grandiosa espansione del popolo arabo fuori dei suoi confini originarî ha fatto sì che la storia degli Arabi abbia un'estensione immensamente più vasta che non la storia dell'Arabia precisamente come [...] , alcuni dei quali, per aver tentato di metter freno al prepotere dei capi delle truppe turche, furono deposti e uccisi: tali al-Wāthiq (227-232 èg., 842-847), al-Mutawakkil (232-246 èg., 847-861), al-Mu‛tazz (251-255 èg., 866-869). A poco a poco ...
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D Baghdād è descritta da un viaggiatore che la visitò nel 1583 come "una città non molto grande, ma assai popolosa e con gran movimento di forestieri, perché si trova sulla via per la Persia, la Turchia [...] èg., 892) della capitale a Sāmarrā, durante il quale periodo Baghdād fu nuovamente assediata, essendovisi rifugiato al-Musta‛īn in lotta col cugino rivale al-Mu‛tazz (251 èg., 865 d. C.). Neanche il progressivo decadere del califfato, e con esso il ...
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La dinastia dei califfi, succeduta a quella degli Omayyadi (Ommìadi), che tenne il califfato fino alla caduta definitiva di questo per opera dei Mongoli nel 656 dell'ègira (1258 d. C.). Il suo nome ("i [...]
Singolare e caratteristica dell'ambiente e dei costumi del tempo è la figura di ‛Abd Allāh ibn al-Mu‛tazz "il califfo di un giorno", figlio del califfo al-Mu‛tazz, il quale, vissuto in mezzo agli studî letterarî e noto come poeta e teorico dell'arte ...
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. Castello presso Sāmarrā (Mesopotamia), sul Tigri, eretto dall'854 all'859 dal califfo ‛abbāside al-Mutawakkil per suo figlio al-Mu‛tazz, sulla pianta del palazzo arabo di al-Ḥīrah (v.). Ha un'area di [...] più d'un kmq., con parecchi cortili consecutivi; nel centro un cortile d'onore con sale di ricevimento cruciformi; ai lati case d'abitazione, ciascuna con il suo cortile. Le pareti erano decorate da nicchie ...
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Califfo abbaside (sec. 9º), che regnò dall'862 all'866. Il suo breve regno si svolse tutto nella lotta col cugino al-Mu῾tazz e fra gli intrighi dei generali turchi Waṣīf e Bughā. Riportò (865) la residenza [...] califfale da Sāmarrā a Baghdād, ma poco dopo fu costretto ad abdicare e ucciso ...
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GIARDINO
M. Bernardini
Il g., una volta abbandonato, soggetto alle incursioni degli estranei e del tempo, si cancella facilmente; anche le strutture più consistenti che lo caratterizzano (fontane, bacini, [...] trono quadripartita, nella quale il sovrano teneva le udienze (dīvān-i khāṣṣ). Il palazzo di Balkuwarā fu costruito da al-Mu'tazz nella seconda metà del 9° secolo. Più piccolo del precedente, presenta una maggiore compattezza e organicità. In esso, l ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
L'Europa islamica
Claudio Lo Jacono
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
L’Europa conosce più volte una stabile presenzaislamica. Ai circa [...] nipote di re Ruggero II che aveva fatto coniare monete bilingui, con l’epiteto reale (di orgoglioso sapore arabo-islamico) di al-Mu‘tàzz bi-llàh, “il Potente per grazia divina”, e che aveva ostentato (come il nipote Guglielmo II) persino un harem di ...
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