ars dictaminis
Mario Pazzaglia
La teoria letteraria di D. appare saldamente radicata alla tradizione retorica e dittatoria, che egli sembra avere assorbito, oltre che dal Tresor e dalla Rettorica di [...] frequente di procedimenti quali l'allitterazione, l'omoioteleuto, la ripetizione, la paronomasia, la figura etimologica, l'anafora, la consonantia delle clausole che però solo raramente, secondo l'insegnamento dei maestri italiani, opposto a quello ...
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GUARNA, Romualdo
Massimo Oldoni
Nacque da una nobile famiglia salernitana nel primo quarto del XII secolo. Il G. partecipò della stagione più florida della Scuola medica di Salerno, fu medico egli stesso [...] retorici messi in bocca a papi o rappresentanti di Curia.
Questa retorica viene supportata da altre figure: l'anastrofe, l'anafora, la gradatio, unite a una ricca aggettivazione per la quale, tuttavia, sono d'esempio al G. i vocabolari più emotivi ...
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In italiano i nomi (chiamati anche, con termine tradizionale, sostantivi) sono una delle ➔ parti del discorso variabili (anche se esistono nomi invariabili) e, come accade in tutte le lingue, occupano, [...] piuttosto generico, operano come ➔ incapsulatori, cioè come meccanismo di coesione (➔ coesione, procedure di) per lo più anaforica (➔ anafora) collegandosi a un intero discorso precedente (meno spesso, susseguente):
(21) [oggi sulla città c’è stato ...
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L’espressione complemento oggetto (o semplicemente oggetto) indica un costituente di frase (di varia natura) che dipende da un verbo transitivo e che, secondo la definizione tradizionale, si riferisce [...] irritati (con qualcuno)», prendersela «offendersi».
Il clitico che ricorre in tali verbi non ha funzione di rinvio anaforico (➔ anafora) rispetto a un sintagma nominale già menzionato (Russi 2008). Tuttavia, in alcune espressioni come farsela addosso ...
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qui
Ugo Vignuzzi
. Nominativo del pronome relativo latino, che ricorre alcune volte nell'opera volgare di Dante. È riferito ad Amore, nella frase attribuita allo spirito de la vita (Ecce deus fortior [...] 31-33), come in Rime CXVI 67 lasso! non donne qui, non genti accorte / veggio (da contrastare, per l'opposizione q. deittico / anaforico, con Fiore CXXXVIII 9 sopra riportato) e in Cv III V 11 E qui imaginiamo un'altra cittade. Nella Commedia (ma si ...
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L’opera in volgare di Francesco Petrarca (Arezzo 1304 - Arquà 1374) si esaurisce nelle 366 liriche d’amore che compongono i Rerum vulgarium fragmenta (indicato più comunemente, a partire dal Quattrocento, [...] a procedimenti giustappositivi e paratattici, che fanno leva su figure di ripetizione e moduli parallelistici (l’anafora soprattutto), e che costruiscono totalmente o prevalentemente testi di forte, quanto elementare e ‘istintivo’, impatto lirico ...
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paronomasia
Francesco Tateo
Termine della retorica greca, che designa la figura conosciuta dai Latini come ‛ adnominatio ', e consistente nell'accostare due o più vocaboli di suono simile o perché risalenti [...] p. concorre col chiasmo, mentre in I 7 e II 4 si riscontra un modulo frequente che si vale dell'anafora e si sviluppa in una sorta di gradazione: quidam digni, quidam digniores, quidam dignissimi, aliquid dignum, aliquid dignius, aliquid dignissimum ...
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La nozione di struttura tematica fa capo a un indirizzo di analisi linguistica (chiamata in inglese Functional sentence perspective «prospettiva funzionale della frase») secondo il quale una frase non [...] Il costituente che esprime il tema coinvolto nel fenomeno della progressione tematica di tipo locale appartiene tipicamente alla classe delle anafore (e infatti è così in tutti gli esempi visti finora), vale a dire a quelle forme linguistiche con cui ...
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I nomi d’azione (➔ nomi) sono nomi designanti processi: costruzione («l’azione di, il fatto di costruire»), risanamento («l’azione di, il fatto di risanare»), partenza («l’azione di, il fatto di partire») [...] ha molto sorpreso
(38) il suo arrivo tre giorni fa ha sconvolto i miei progetti
Per realizzare il valore anaforico (➔ anafora) invece i nomi d’azione utilizzano varie preposizioni; grazie alla loro natura nominale infatti si adattano bene a ricorrere ...
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Guittone d'Arezzo e i guittoniani
Mario Marti
Il tirocinio poetico di D., stando ai componimenti che sono giudicati i suoi più antichi, fu tipicamente guittoniano. G. d'Arezzo, prima del Cavalcanti [...] della stretta tecnica letteraria. E se, infine, nella Commedia l'uso di certi espedienti retorici (la figura etimologica, l'allitterazione, l'anafora, il bisticcio ecc.; dalla selva selvaggia a Per me si va, da li 'nfiammati infiammar a Cred'Ïo ch'ei ...
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anafora
anàfora s. f. [dal lat. tardo anaphŏra, gr. ἀναϕορά «offerta» e «ripetizione»]. – 1. In origine, il pane offerto per la celebrazione eucaristica; quindi, nelle liturgie orientali, la parte principale della celebrazione stessa, cui...
anaforico
anafòrico agg. [dal lat. tardo anaphorĭcus, gr. ἀναϕορικός, der. di ἀναϕορά «anafora»] (pl. m. -ci). – 1. Di anafora, come termine della retorica: costrutto a., quello in cui le proposizioni o i versi incominciano con una o più parole...