qaṣīda Componimento poetico arabo (dal verbo qaṣada «proporsi uno scopo») fiorito in epoca preislamica in ambiente beduino ed entrato poi nella letteratura araba, persiana e turca. La q. presenta un prologo [...] (nasīb), in cui il poeta descrive l’accampamento e i momenti trascorsi con l’amata, ormai partita; a questo segue il raḥīl («partenza»), sul viaggio affrontato dal poeta per raggiungere la persona cui ...
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Soprannome del prosatore arabo Abū ‛Uthmān ῾Amr b. Baḥr (m. Bassora 869). Autore di numerose opere di letteratura, di teologia mutazilita e di polemica politico-religiosa. Fra le principali: il Kitāb al-ḥayawān [...] di questa; il Kitāb al-Bukhalā' ("Libro degli avari"), galleria di ritratti, è una analisi dell'avarizia della società non araba. Osservatore acuto, scettico allo stesso tempo e con un forte senso comico e satirico, al-G., oltre a essere un letterato ...
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Matematico e astronomo arabo (Ḥarrān, Mesopotamia, 836 - Baghdād 901); appartenne alla setta ellenistica dei Sabî. Dapprima cambiavalute, si dedicò poi alla scienza, acquistando grande fama e il favore [...] dei Califfi a Baghdād, dove passò buona parte della sua vita. Conoscitore della lingua greca, tradusse Apollonio, Archimede, Euclide, Tolomeo. È da considerarsi il primo prosecutore dell'opera di al-Khuwārizmī ...
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Fisico matematico e astronomo arabo (Bassora 965 circa - Il Cairo 1039). È lo Alhazen o Avenatan degli scrittori italiani del Medioevo e del Rinascimento, che dei suoi numerosi scritti di matematica, astronomia, [...] medicina, filosofia e scienze esatte conobbero soprattutto l'opuscolo De crepusculis et nubium ascensionibus (Lisbona, 1542) e il trattato di ottica pubblicato col titolo Opticae thesaurus nel 1572. In ...
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Scrittore e giornalista arabo palestinese (Ḥaifa 1922 - Nazareth 1996). Nel 1943 fu tra i fondatori della Lega di liberazione nazionale; fino al 1972 deputato alla Knesset, poi abbandonò la politica attiva [...] per dedicarsi all'attività letteraria. Con sottile ironia e acuti giochi di parole Ḥ. critica fortemente quegli Arabi che hanno lasciato la Palestina. Tra le sue opere, alcune tradotte in italiano, ricordiamo: Sudāsiyya al-ayyām as-sitta ("Sestina ...
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Scrittore arabo musulmano (Baghdād inizio sec. 10º - Il Cairo 965 d. C.), autore specialmente di opere storico-geografiche. Viaggiò molto, visitando la Persia, il Hindū Kush, l'India, la Cina e infine [...] le isole di Giava e del Madagascar. La sua opera maggiore, compendio di una analoga assai più vasta, ora perduta, è Murūǵ adh-dhahab wa ma῾ādin al-giawāhir ("Campi auriferi e miniere di pietre preziose"), ...
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Geografo arabo musulmano (n. Qazwīn 1203 - m. in Iraq 1283). Scrisse una cosmografia (῾Agiā'ib al-makhlūqāt wa-gharā'ib al-maugiūdāt "Meraviglie delle cose create e fatti miracolosi delle cose esistenti") [...] e una geografia in due redazioni (῾Agiā'ib al-buldān "Meraviglie del paese", 1262-63, e Āthār al-bilād wa-akhbār al-῾ibād "Monumenti dei paesi e storia dei loro abitanti", 1275-76). Tali opere sono entrambe ...
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Medico e chirurgo arabo di Spagna, morto dopo il 1010, noto in Occidente sotto i nomi di Abulcasis, Albucasis, Alsaharavus, ecc. Sua opera principale è un compendio in trenta libri di tutta la medicina, [...] di cui il più importante è il trentesimo, sulla chirurgia; tradotto in latino da Gherardo da Cremona (sec. 12º), fu la fonte principale cui attinsero i più antichi chirurghi italiani, fra i quali G. Fabrici ...
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Forse dall’arabo Ḥashīshiyya «dediti al hashīsh», è la denominazione occidentale di una setta musulmana estremista e terrorista con cui vennero a contatto i crociati in Siria nel 12° e 13° secolo.
Diramazione [...] degli eretici ismailiti, si impiantarono sulla fine dell’11° sec. in Persia, ciecamente obbedienti agli ordini di un loro capo politico-religioso (‘Veglio della Montagna’ o ‘Gran Maestro degli A.’), seminando ...
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Càrmati furono dei settarî eretici musulmani, seguaci delle dottrine bāṭinite (v.), che parteciparono all'insurrezione suscitata da Ḥamdān ibn al-Ash‛ath (detto Qarmaṭ) nella Bassa Mesopotamia e poi continuata [...] ) e poi altri (incluso il citato articolo Karmaṭes, p. 813) furono indotti a parlare d'uno speciale tipo di scrittura araba, modificazione del naskhī, chiamato carmatico e che sarebbe stato inventato e usato dai Carmati. Già nel 1828 l'orientalista C ...
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arabo
àrabo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Arăbus]. – 1. Dell’Arabia, penisola dell’Asia sud-occid.; relativo o appartenente agli Arabi, denominazione che designa in senso stretto gli abitanti musulmani dell’Arabia e più comunem. tutti gli...
arabano
s. m. [der. di arab(inosio), col suff. -ano]. – Composto organico, poliosio del tipo delle emicellulose, costituente della parete cellulare di molte piante; si presenta come una massa bianca gommosa che, per idrolisi, dà arabinosio.