Scienziato e filosofo (Dublino 1656 - ivi 1698). Fondatore di un'accademia scientifica a Dublino, membro della Royal Society di Londra, fu deputato al parlamento d'Irlanda e sostenne la causa dell'indipendenza [...] politica dell'isola in The case of Ireland (1698). Traduttore delle Meditationes de prima philosophia di Cartesio (1680), si occupò soprattutto di ottica, scienza cui diede un valido contributo con la scoperta di un quadrante telescopico da lui ...
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Pronome di 1ª persona, usato cioè dalla persona (o cosa personificata) che parla quando si riferisce a sé stessa. Sia nel linguaggio della filosofia e psicologia sia nell’uso corrente, designa la personalità [...] ha coscienza di sé stesso.
Filosofia
Nella filosofia moderna, il pronome io, sostantivato, diviene oggetto di riflessione filosofica con Cartesio che fa dell’Io che pensa (cogito) la conoscenza «prima e certissima» che si presenta all’intelletto con ...
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Pensatore della tarda scolastica (Oresme, Bayeux, 1320 circa - Lisieux 1382). Insigne rappresentante della rinascita scientifica e naturalistica suscitata dall'occamismo nel sec. XIV. Notevole fu la sua [...] della matematica, della fisica e dell'astronomia. È considerato il precursore più significativo di Copernico, di Galileo e di Cartesio.
Vita
Studente di teologia a Parigi (1348), ove insegnò nel collegio di Navarra (1356); poi maestro di teologia ...
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Filosofo neotomista francese (Beaulieu-sur-Dordogne 1848 - ivi 1926). Direttore del seminario di S. Sulpizio, dell'Istituto Cattolico di Parigi e del seminario dell'Istituto Cattolico di Angers, contribuì [...] , alla diffusione del neotomismo. Fu studioso anche dei fenomeni mistici (Les phénomènes mystique, 1921) e delle filosofie di Cartesio e Bergson. L'opera sua più nota è il compendio di Philosophia scholastica (in collab. con D. Barbedette), che ...
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Tra immaginarioe descrizione anatomica
Riccardo de Sanctis
Su una parete di roccia della grotta di Gargas, in Francia, è tracciato il profilo di una mano, e il disegno in ocra rossa si ripete centinaia [...] voce, un determinato tipo di comportamento, di azione, di sofferenza. La mano è una e non appartiene che a quel corpo. Cartesio, invece, nel Traité de l'homme (1664), muovendo dalla considerazione che l'uomo che egli immagina ha un'anima e un corpo ...
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conoscenza
Stefano De Luca
Esperienza e ragione per ottenere un sapere certo
Esiste una conoscenza valida? E se sì, entro quali limiti? E come giungiamo a essa? A queste domande ha sempre cercato di [...] rispondere la gnoseologia (studio della conoscenza), che ha conosciuto la sua epoca d'oro nel periodo che va da Cartesio a Kant (17°-18° secolo). Oggi la gnoseologia è stata sostituita dall'epistemologia, che studia i presupposti teorici e i metodi ...
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Teologo, filosofo ed erudito francese (Caen 1630 - Parigi 1721). Figlio di un protestante ma educato dai gesuiti a Caen, fu (1670) precettore del Delfino insieme a J.-B. Bossuet, con cui curò le edizioni [...] Delphini. Divenne sacerdote nel 1676; fu autore di scritti storici, filosofici e letterarî; cartesiano da giovane, combatté poi il razionalismo di Cartesio negando all'uomo la possibilità di raggiungere il vero senza l'aiuto della Rivelazione ...
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GODEMINI, Cesare
Leendert Spruit
Nacque a Pistoia da Francesco (o Girolamo: le fonti sono contrastanti) e da Maria Maddalena Marchetti l'8 (o il 16) ott. 1688. Compì i primi studi con i padri gesuiti [...] di un orologio, che deriva dall'analisi della grandezza, figura e ordine delle parti. Il G. non intese sostenere che Cartesio fosse riuscito a trovare principî con i quali si possano spiegare tutti gli effetti e tutte le proprietà dei corpi, bensì ...
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Intervallo di tempo in cui si svolge, dal suo principio alla sua fine, un determinato fatto o fenomeno.
Filosofia
La definizione più antica di d. è quella di Aristotele, secondo cui è da intendersi con [...] nella sua esistenza, in altre parole il suo ciclo vitale. La speculazione greco-cristiana (Plotino e s. Agostino) mantiene tale impostazione e bisogna giungere a Cartesio per trovare in modo esplicito la distinzione dei due concetti di d. e di tempo ...
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Filosofo e storico della filosofia, nato a Pistoia l'11 agosto 1910, morto a Roma il 30 dicembre 1989. Professore di Storia della filosofia moderna e contemporanea nell'università di Trieste (1965-70), [...] eletto senatore per la Democrazia Cristiana.
Dall'interesse per il problema dei rapporti tra ragione, fede e conoscenza in Malebranche e Cartesio, autori ai quali dedicò numerosi studi nella prima fase della sua attività di ricerca, D. N. si volse a ...
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cartesiano
carteṡiano agg. [dal fr. cartésien]. – 1. a. Relativo alle dottrine, ai principî, agli indirizzi del filosofo e matematico francese (1596-1650) René Descartes (latinizz. Cartesius, ital. Cartèsio): il pensiero, il metodo, il dualismo,...
razionalismo
s. m. [der. di razionale1]. – 1. Atteggiamento o movimento che riconosce come fondamento della conoscenza, del giudizio e dell’operare pratico, la ragione e la razionalità: un individuo, uno scienziato, uno scrittore di un lucido...