Almohadi
G. Ventrone Vassallo
Intorno al primo quarto del sec. 12°, furono chiamate al-muwaḥḥidūn ('i professanti l'Unità di Dio', al-tawḥīd 'l'unicità', il fatto di essere l'unico), da cui A., le popolazioni [...] in un grandioso progetto urbano voluto dal sovrano per esaltare la nuova città di Rabat, detta Rabāt al-Fath, e per commemorare la vittoria città e delle fortezze, soprattutto in terra spagnola dove, del resto, tale tecnica costruttiva era già diffusa ...
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CAVALLINI, Pietro
A. Tomei
(o Pietro de' Cerroni)
Artista attivo principalmente a Roma e a Napoli tra l'ultimo quarto del Duecento e il primo decennio del Trecento.Scarse e variamente interpretate, [...] noti, portano tracce evidenti della lezione cavalliniana, ampiamente diffusa, soprattutto nei territori a S di Roma, di Francesco alla Roma di Dante, in Roma nel Duecento. L'arte nella città dei papi da Innocenzo III a Bonifacio VIII, a cura di A.M. ...
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VICENZA
G. Lorenzoni
(lat. Vicetia)
Città del Veneto, capoluogo di provincia, situata alla confluenza del fiume Retrone con il Bacchiglione.
Antica città romana, sede di municipium dal 49 a.C., V. a [...] dei quattro filari di pilastri, una struttura poco diffusa nel Veneto medievale. Contemporaneo all'edizione della presenza di nuovi Ordini religiosi, che si insediarono ciascuno in una parte della città: a N-E i Domenicani in Santa Corona, a S-E gli ...
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AQUITANIA
P.F. Pistilli
(franc. Aquitaine)
Vasta regione storica della Francia atlantica sudoccidentale, i cui confini naturali sono individuati a O dal golfo di Guascogna, a S-O dalla catena dei Pirenei, [...] a cupola, presenti quasi esclusivamente nell'A. settentrionale, si diffuse dalla Loira e dal Poitou, a partire dal sec. 12 dalle botteghe di lapicidi operanti in Saint-Sernin a Tolosa (v.), città che dal sec. 11° non faceva più parte dell'A., e ...
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BATTESIMO
S. Maddalo
Il termine b. (dal gr. βαπτίζω, frequentativo di βάπτω 'immergo') si riferisce al sacramento istituito direttamente da Cristo, i cui segni esteriori furono evidenziati nel momento [...] talvolta nello stesso contesto figurativo di quest'ultimo - è abbastanza diffusa la scena del b. dei neofiti da parte di Giovanni del sacramentario d'Ivrea e di altri codici Warmondiani, Città del Vaticano 1934; V. Iacono, Il battesimo nella ...
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PIAZZETTA, Giovanni Battista
Denis Ton
PIAZZETTA, Giovanni Battista (Giambattista). – Nacque a Venezia il 13 febbraio 1682, nella parrocchia di S. Felice, dove, tre giorni dopo, ricevette il battesimo [...] nel 1737. A questa fase, caratterizzata da una luminosità diffusa e da tonalità più chiare ma pur sempre sobrie, appartengono Bibl.: A.M. Zanetti, Descrizione di tutte le pubbliche pitture della città di Venezia…, Venezia 1733, p. 61; P.A. Orlandi - ...
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LANINO, Bernardino
Alessandro Serafini
Nacque tra il 1509 e il 1513 da Enriotto "de Lanino", tessitore in Vercelli, e da Marchetta (Romano, 1985, p. 13). Non si conosce il luogo di nascita, che potrebbe [...] e il S. Rocco, già nell'oratorio di S. Rocco nella stessa città (ora Museo Borgogna), sono lavori che provano l'interesse del L. sia forte identità stilistica: c'è qui una dolcezza più diffusa, resa con un chiaroscuro morbido e avvolgente, ravvivato ...
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TREVISO
G. Valenzano
(lat. Tarvisium; Tervisium nei docc. medievali)
Città del Veneto, capoluogo di provincia, situata nella pianura alla confluenza nel Sile del torrente Botteniga.
T. sembra costituire [...] 1989, p. 107). Una fibula a staffa, del tipo già diffuso in Pannonia, è stata rinvenuta a Oderzo (Mus. Civ., inv Rando, G.M. Varanini, Venezia 1991; T. Basso, Treviso illustrata. La città e il territorio in piante e vedute dal XV al XX secolo, Padova ...
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DIAVOLO
J. Baschet
Si considerano d. le creature angeliche decadute, chiamate anche demòni - termine di origine diversa ma di uguale significato nel Medioevo -, o ancora creature come Leviatano, Belzebù, [...] d. è costretto ad allontanarsi dal luogo sacro, o la città, come nella basilica superiore di Assisi, dove Giotto ha affrescato , i rettili.A partire dal sec. 9° la rappresentazione più diffusa del d. si fondava sulla doppia nozione di difformità e di ...
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MUSICA
P. Scarnecchia
Il termine trae origine dal gr. μουσιϰή ('arte delle muse') e designa, in un senso più largo, ogni forma d'arte in grado di generare ordine e armonia. Da questa definizione originaria [...] di Sal. 1, 1, ha dato luogo alla rappresentazione, assai diffusa nei salteri medievali, di Davide che suona l'arpa (Salterio Rutland, 'arte furono la regione dello Ḥijāz, e in particolare le città della Mecca e di Medina, e più tardi Damasco in Siria ...
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citta diffusa
città diffusa loc. s.le f. Città cresciuta in modo disarmonico, al di fuori di ogni criterio regolatore. ◆ Certo, ogni progetto deve arrivare a uno strappo tra le due filosofie dominanti: quella di chi vorrebbe mummificarla in...
studentato diffuso loc. s.le m. Insieme di locali, destinati ad alloggiare studenti, che sono collocati in vari luoghi non periferici o degradati della città e sono stati ricavati da case sfitte di proprietà pubblica. ◆ [tit.] "Realizzazione...