Dottore della Chiesa latina (Stridone, nei pressi di Aquileia, 347 circa - Betlemme 419); di un'agiata famiglia cristiana, Girolamo venne a Roma giovanissimo, con l'amico Bonoso, per compiervi eccellenti [...] ascetismo e hanno fatto di G. il simbolo dell'umanesimo cristiano. Con Bonoso, alla fine degli studî romani, passa in a parte la pausa del 393, dovuta alla polemica contro Gioviniano (v.), la più violenta per linguaggio fra le polemiche di G., dove ...
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Il complesso delle discipline linguistiche, filologiche, archeologiche, storiche e religiose, rivolte allo studio scientifico delle antiche e moderne civiltà dell’Oriente, includendo in questo termine [...] Al 1311 risale la fondazione, con un decreto di Clemente V, delle prime cattedre di lingua araba, ebraica e caldaica ( africane.
Nel linguaggio dell’o., è definito Oriente cristiano l’insieme delle culture, e in particolare delle letterature ...
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tabernacolo Presso gli antichi Romani, tenda da campo e in particolare la tenda costruita, secondo precise norme rituali (per es., per l’orientamento) per il comandante militare perché potesse prendere [...] . Per la festa dei t. ➔ Sukkōt.
Nel culto cristiano occidentale (con esclusione delle Chiese protestanti), edicola o nicchia in l’uso di porla sopra l’altare, che nel 1614 Paolo V rese obbligatorio per Roma (raccomandandolo ovunque); nel 1863 la Sacra ...
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Scrittore latino cristiano originario dell'Africa (n. 280-285 circa). Dotato di notevole vigore, V. utilizza, negli scritti teologici ed esegetici, la sua cultura retorica e filosofica nell'ambito di una [...] ai maestri cristiani.
Opere
Come professore d'eloquenza V. scrisse numerose opere, prevalentemente di carattere scolastico, così come "si natus est morietur", i "cristiani", dice V., negano questa "necessità": "apud eos manifestum ... esse sine ...
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vigilia religione La notte (o l’intera giornata) antecedente a una festa. Essa è dedicata a preparativi rituali (o spirituali) per la celebrazione della festa; nel primo caso, e spesso anche nel secondo, [...] , scambio di doni ecc.).
Come termine liturgico cristiano, significava propriamente la veglia notturna che precedeva le dell’anno liturgico e del calendario (21 marzo 1969) la v., nel suo significato tradizionale e le connesse prescrizioni di digiuno ...
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Per il cristiano, la morte in grazia di Dio. La preparazione alla b. mediante la recezione dei Sacramenti, pratiche di devozione e opere buone è inculcata da tutti gli scritti di edificazione; in particolare [...] bene moriendi. Allo stesso scopo mira, mediante la frequente meditazione della Passione di Cristo, la Confraternita della b., istituita (1648) dal generale dei gesuiti V. Carafa presso la chiesa del Gesù in Roma e innalzata ad arciconfraternita nel ...
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verginità La condizione di chi non ha avuto rapporti sessuali.
Nella teologia cattolica, virtù che consiste nella rinuncia a ogni rapporto sessuale; in una vita consacrata solo a Dio lo stato verginale [...] è quindi considerato uno stato perfetto della castità. Benedizione delle vergini Antico rito cristiano caduto in disuso alla fine del Medioevo, per consacrare il voto di v. delle religiose; il rito, che ricalcava il cerimoniale nuziale antico, risale ...
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Figlia del sacerdote egizio Putifarre e sposa di Giuseppe. La leggenda tardiva, volendo discolpare Giuseppe dell'accusa di aver sposato una straniera, e d'altra religione, la fa figlia di Dina in seguito [...] (sec. 13º). In esso, però, la castissima A. non è presentata come d'origine ebrea, ma si converte e fa penitenza; v'è chi ritiene il libro non rimaneggiamento cristiano di un originale giudaico, ma opera redatta in ambiente monastico bizantino. ...
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Teologo evangelico (Kiel 1863 - Heidelberg 1914), figlio di Bernhard (v.); prof. di scienze neotestamentarie a Gottinga (1890), Marburgo (1895), Heidelberg (1908). Fu di tendenze conservatrici, ma meno [...] padre. Con l'opera Die Predigt Jesu vom Reiche Gottes (1892) pose le basi dell'interpretazione escatologica del messaggio cristiano. Tra gli altri scritti: Die Offenbarung des Johannes (1904); Das Urchristentum (2 voll., 1914-17); commenti a Luca e ...
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Esegeta biblico (Siena 1520 - Genova 1569); di origine ebraica, si fece cristiano ed entrò tra i francescani. Accusato di eresia, fu condannato al rogo, ma ritrattò e fu graziato; passò quindi tra i domenicani [...] e fu da Pio V impiegato in commissioni dell'Inquisizione (attivo a Cremona, riuscì a salvare molti manoscritti e libri ebraici). Scrisse la Bibliotheca sancta ... ex praecipuis catholicae Ecclesiae auctoribus collecta (1566), che costituisce una ...
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buono1
buòno1 (pop. bòno) agg. [lat. bŏnus] (premesso al sostantivo, si tronca in buon davanti a vocale e davanti a consonante seguita da vocale o da l o da r). – 1. Rispondente all’idea del bene morale; che ha per norma e per fine il bene:...
spirituale
spiritüale (ant. o poet. spiritale) agg. [dal lat. spiritualis, der. di spiritus -us «spirito»]. – 1. Che è immateriale, esente da materialità, che appartiene alla sfera dello spirito: esseri, creature s., per es. gli angeli e i...