In italiano i nomi (chiamati anche, con termine tradizionale, sostantivi) sono una delle ➔ parti del discorso variabili (anche se esistono nomi invariabili) e, come accade in tutte le lingue, occupano, [...] sono peculiarità italiane tra le lingue romanze, anche se il grado della loro specificità varia da classe a classe. In questa voce ne illustriamo alcuni: i nomi supporto, i polirematici, gli infiniti sostantivati, le nominalizzazioni, rinviando per i ...
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Il sintagma nominale è un tipo di sintagma (➔ sintagma, tipi di) il cui elemento principale – quello che determina l’➔accordo e la funzione sintattica dell’intera combinazione – è un nome. In termini tecnici, [...] o modificatore (i cosiddetti nomi nudi; ingl. bare nouns): sono formati da nomi al plurale o nomi di massa (La Fauci 2009: 143-145; (e), disgiuntiva (o, oppure), avversativa (ma), negativa (né) o per asindeto:
(60) Anche la pigrizia, l’uggia ...
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In questa voce si può tenere conto della recente edizione integrale, critica e commentata, in tre volumi, dell’intero corpus poetico dei Siciliani e dei Siculo-toscani (Antonelli, Di Girolamo & Coluccia [...] Se consideriamo le poesie della Scuola lì trascritte, possiamo distinguere tra i testi documentati anche da altre fonti e quelli tramandati esclusivamente da B. Se ne constata una sorta di isolamento stemmatico (se così si può dire) di B rispetto al ...
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Tradizionalmente prosodia è un termine della metrica classica, dove designa lo studio del verso (gr. prosōidía «accento, modulazione della voce», comp. di prós «accanto» e ōidḗ «canto»). Inizialmente indicante [...] o più sillabe deboli (per es., la parola oneroso è formata da due piedi, one e roso, entrambi con sillaba forte iniziale; intervocalica in italiano). Infatti, in italiano non include né clitici né prefissi che terminano in vocale (Nespor & Vogel ...
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L’idea di subordinazione rimanda a una struttura di frase complessa, nella quale uno o più costituenti sono a loro volta frasi, formate da un predicato (tipicamente, un verbo; ➔ predicato, tipi di) saturato [...] si saldano in una relazione. La complessità del processo che ne deriva è l’effetto della saldatura:
(17) Luca è stato che la lingua italiana ci offre, e il periodo formato da una principale e da un’avverbiale è uno dei mezzi che la lingua offre per ...
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Tradizionalmente l’articolo è considerato una parte del discorso (➔ parti del discorso). In termini moderni, fa parte di quella classe di parole che operano come modificatori del nome (o del sintagma nominale; [...] di un nome o di un sintagma nominale già introdotto nel testo (➔ anafora):
(11) Et avea un elmo ne la destra mano:
avea il medesimo elmo che cercato
da Ferraù fu lungamente invano (Ariosto, Orl. Fur. I, 26, 2-4)
Renzi (1988: 398) segnala anche il ...
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Analfabetismo indica la condizione di chi non conosce e non sa usare l’alfabeto né per leggere né per scrivere, e dunque dispone solo della lingua parlata. Alfabetismo indica, all’opposto, la conoscenza [...] di Trento), con la possibilità di leggere testi religiosi, e soprattutto la parola di Dio o il catechismo, con l’organizzazione, da parte di tutte le Chiese, di una catechesi di massa, si moltiplicarono gli inviti a saper quanto meno leggere, e tutte ...
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I fenomeni fonetico-fonologici che si verificano nella lingua parlata a confine di parola vanno sotto il nome, ormai tradizionale, di fonetica sintattica o fonotassi. Nella linguistica più recente si preferisce [...] ’ babbo
b. numerali: du’ gatti
c. preposizioni articolate: ne’ prati, de’ bimbi
d. forme verbali in -i finale la ˈŗːaːna]) e la palatalizzazione della sibilante iniziale se seguita da consonante labiale o velare nel napoletano (ad es., la scala [la ...
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Le semivocali sono suoni di tipo vocalico che, nei dittonghi (➔ dittongo) e nei trittonghi (➔ trittongo), si combinano alle ➔ vocali propriamente dette. Una suddivisione più fine oppone le semivocali alle [...] [u̯]; al contrario, in [ja] di bianca o in [wɔ] di uomo si passa da un elemento meno intenso e più breve, [j] o [w], a uno più intenso e più (la vocale tonica ha un valore medio di 120 ms). Ne risulta una scala temporale a tre gradi con il fono breve ...
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Le completive sono frasi subordinate che svolgono la funzione di ➔ soggetto, oggetto diretto (➔ oggetto) o complemento indiretto del verbo della frase reggente, come negli esempi seguenti:
(1) che sono [...] accorto
(110) Gianni si è accorto che i suoi compagni avevano sbagliato → Gianni se ne è accorto
Richiede invece il clitico ci (o vi) se è formata da a + infinito o da a che + modo finito:
(111) Gianni ha contribuito a organizzare l’incontro → Gianni ...
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ne
né cong. [lat. nĕc]. – Congiunzione negativa corrispondente a e non. Può essere usata per la coordinazione di due o più proposizioni negative: non me l’ha mai detto né scritto; ha raccomandato di non fiatare né muoversi per nessuna ragione;...
ne1
ne1 ‹né› avv. e pron. [lat. inde «di lì»]. – 1. a. Come avv. di moto da luogo, di lì, da quel luogo: ne ripartì l’indomani; se ne andò tutto adirato; entrato nel labirinto non era più capace d’uscirne; e in senso fig., ne è uscito con...