Le frasi scisse (o semplicemente scisse; ingl. cleft sentence: Jespersen 1937; fr. phrase cliveé) sono costrutti sintattici composti da due unità frasali, una principale e una subordinata, aventi la funzione [...] dimandò: «Quant’è che tu venisti
a piè del monte per le lontane acque?
(Dante, Purg. VIII, 55-57)
(38) E cominciò: «Gran tempo è ch’io rispetto a quelle informali e dialogiche (Roggia 2009).
Alighieri, Dante (2001), Purgatorio, in LIZ 20014.
C-ORAL ...
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Con l’espressione strutture assolute si indicano sintagmi e costrutti che non hanno rapporti di dipendenza sintattica con altri costituenti della frase e con il resto dell’enunciato in cui compaiono (Simone [...] diffusione aumenta soltanto nelle epoche successive ed è da ricondursi probabilmente al maggiore sviluppo dello stile nominale.
Alighieri, Dante (1996), Vita Nova, a cura di G. Gorni, Torino, Einaudi.
Anonimo Romano (1979), Cronica, edizione critica ...
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Il passato prossimo (denominato anche, raramente, perfetto composto) è uno dei ➔ tempi composti dell’➔indicativo, che ha come principale significato quello di indicare un evento concluso nel passato. Il [...] :
(35) Quante volte, del tempo che rimembre
legge, moneta, officio e costume
hai tu mutato, e rinovate membre!
(Dante, Purg. VI, 145-147).
Alighieri, Dante (1986), Il Convivio, in Id., Opere minori, a cura di A. Jacomuzzi, Torino, UTET, vol. 2 ...
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Per monolinguismo si intende l’uso di un solo codice o varietà linguistica, e più specificamente nell’uso letterario di un unico registro stilistico o modulo espressivo omogeneo e selezionato da parte [...] rinascimento, quando lo si vide riapparire, intatto dai secoli, virginalmente fresco, ancora nutritivo, nelle mani di Giacomo Leopardi».
Alighieri, Dante (1979), De vulgari eloquentia, in Id., Opere minori, a cura di P.V. Mengaldo et al., Milano ...
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La Commedia dantesca non è soltanto il primo dei testi capitali della letteratura italiana («assunta quasi a libro santo della nazione» fin dal Trecento; Migliorini 1994: 180), ma anche uno dei documenti [...] . III, 37)
uomini siate, e non pecore matte (Par. V, 80)
volontà, se non vuol, non s’ammorza (Par. IV, 76).
Alighieri, Dante (1994), La Divina Commedia a cura di G. Petrocchi, Firenze, Le Lettere (1a ed. La Commedia secondo l’antica vulgata, Milano ...
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L’infinito sostantivato (detto anche, meno spesso, infinito nominale), secondo la definizione tradizionale è l’➔infinito introdotto da un determinante e accompagnato dai tipici elementi di un ➔ sintagma [...] a cura di L. Fassò, Torino, UTET, vol. 1° (Vita, rime e satire).
Alighieri, Dante (1995), Convivio, a cura di F. Brambilla Ageno, Firenze, Le Lettere, 3 voll.
Alighieri, Dante (1988), La Divina Commedia, a cura di di U. Bosco & G. Reggio, Firenze ...
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I notai rivestono un ruolo centrale nelle fasi iniziali della storia linguistica dell’italiano. Alla loro penna si devono infatti molti dei primi documenti in volgare, a partire dal Placito capuano del [...] , a cura di G. Petrocchi, rist. riveduta, Firenze, Le Lettere, 1994, 4 voll. (1a ed. Milano, Mondadori, 1966-1967).
Alighieri, Dante, Rime, ed. critica a cura di D. De Robertis, Firenze, Le Lettere, 2002, 3 voll., vol. 3º.
Casapullo, Rosa (1999 ...
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Il termine persona (dal lat. persona(m), dall’etrusco phersu «maschera», a sua volta ricalcato sul gr. prósōpon «faccia, volto») è una creazione della cultura occidentale, in cui ha avuto uso assai ampio: [...] come lo seppe, santo diavolone! voleva trargli fuori le budella dalla pancia, voleva trargli, a quel di Licodia!».
Alighieri, Dante (1991-1997), Commedia, con il commento di A.M. Chiavacci Leonardi, Milano, Mondadori, 3 voll.
Carducci, Giosuè (1998 ...
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L’espressione accusativo con l’infinito si riferisce propriamente a una costruzione della grammatica latina classica in cui un verbo di dire (o di pensare, giudicare, sentire, ecc.) regge una proposizione [...] all’esempio (32) e diverso dall’accusativo con l’infinito come sopra illustrato.
Alighieri, Dante (1932), Vita nuova, a cura di M. Barbi, Firenze, Bemporad.
Alighieri, Dante (1995), Convivio, a cura di F. Brambilla Ageno, Firenze, Le Lettere, 3 voll ...
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L’italiano di oggi ha ancora in gran parte la stessa grammatica e usa ancora lo stesso lessico del fiorentino letterario del Trecento. Nella Divina Commedia, a cominciare dal I canto dell’Inferno, un italiano [...] far perno nientemeno che sul ritrovato De vulgari eloquentia di Dante, letto come proposta di un archetipo di volgare più interregionale che (come invece voleva l’Alighieri) sovraregionale. Di particolare intelligenza le argomentazioni filofiorentine ...
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Dantedi
Dantedì s. m. Denominazione ufficiale della Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, il 25 marzo di ogni anno. ♦ È giunto il momento di mettersi d’accordo e fissare d’imperio una Giornata da dedicare al Sommo Poeta: «Vuolsi così...
prosopopea
proṡopopèa (non com. proṡopopèia) s. f. [dal lat. prosopopoeia, gr. προσωποποιία, der. di προσωποποίεω «personificare», comp. di πρόσωπον «faccia, persona» e ποιέω «fare»]. – 1. Figura retorica per cui si introducono a parlare persone...