Di Capua, Francesco
Enzo Esposito
Latinista (Castellammare di Stabia, Napoli, 1879 - ivi 1957), professore di letteratura latina medievale nell'università di Napoli e poi (dal 1946 al 1950) di letteratura [...] . Lettere e Belle Arti Napoli " n.s., XXI (1941) 27-52; Insegnamenti retorici medievali e dottrine estetiche moderne nel ‛ Devulgarieloquentia ' di D., Napoli 1945; D.: il cantore della giustizia, in " Tabor " V (1951) 43-54. Tutti questi saggi ...
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Magnaghi, Alberto
Adolfo Cecilia
Geografo (Casal Monferrato 1874 - Torino 1945), professore di geografia prima nelle scuole medie inferiori, poi nelle medie superiori, infine per quattro anni all'università [...] danteschi del M.: Sul " Quarnaro " dantesco, in " La Geografia " IX 3-4 (1921) 65-99; La Devexio Apennini del " Devulgarieloquentia " e il confine settentrionale della lingua del si, in " Giorn. stor. ", suppl. n. 19-21 (1922) 363-369; I confini ...
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bianchezza
Federigo Tollemache
. Ricorre tre volte nel Convivio, mai altrove: IV XXII 17 la beatitudine precederà noi in Galilea, cioè ne la speculazione. Galilea è tanto a dire quanto bianchezza. Bianchezza [...] l'uomo a Dio. Occorre notare, inoltre, che D. applica lo stesso metodo d'interpretazione anche a testi profani, e che nel DevulgariEloquentia, sempre sulle orme di Aristotele (Met. X II 1053 b) e di s. Tommaso (Verit. q. 2 a. 4 ad 4, lectio ...
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Alemagna
Adolfo Cecilia
. Con questo toponimo fu designata anticamente e nell'uso letterario italiano la Germania in genere. Con lo stesso significato geografico furono usate le varianti ‛ Alamagna [...] di Brunetto Latini (Tresor 167) che " Alemaigne... / dure jusq'en Lorraine ".
Bibl. - A. Magnaghi, La ‛ devexio Apennini ' del ‛ Devulgarieloquentia ' e il confine settentrionale della lingua del sì, in Misc. dantesca, suppl. 19-21 al " Giorn. stor ...
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compositio
Francesco Tateo
. Costituisce nella retorica classica e medievale un momento dell'elocuzione, e cioè la dottrina concernente la disposizione delle parole nel periodo, cui è affidato perciò [...] stile. D., il quale fu particolarmente attento a questo aspetto della retorica, non usa mai tale termine nel DevulgariEloquentia, dove in sostanza affronta il problema dell'elocutio (II IV ss.), e risente dell'insegnamento delle artes dictaminis ...
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alpe
Nota il Landino a Pg XVIII 1 (se mai ne l'alpe / ti colse nebbia): " ‛ Alpi ' propriamente sono i monti che dividono Italia dalla Francia; ma da questi tutti gli altri monti in lingua toscana... [...] trova in un contesto che permette un'identificazione più precisa: a piè de l'Alpe che serra Lamagna / sovra Tiralli (" quel gruppo di monti de l'Alpe, villaggio della Romagna.
Bibl. - A. Magnaghi, La " Devexio Apennini " del " Devulgarieloquentia" ...
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Paparelli, Gioacchino
Carlo Chirico
Critico letterario, nato a Sessa Aurunca (Caserta) nel 1914, professore nell'università di Salerno.
I suoi interessi culturali fanno leva sull'Umanesimo, ampliandosi [...] della poesia risulta ancor meglio illuminata nei due scritti paralleli D. fra latino e volgare e Lingua e poesia nel " Devulgarieloquentia " (Salerno 1951, poi in Questioni dantesche, Napoli 1967, 53-86 e 87-132).
La sua lettura della Commedia si è ...
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Marigo, Aristide
Pier Giorgio Ricci
Professore di letteratura latina medievale nell'università di Pavia (Padova 1883 - Firenze 1950), legò il proprio nome a un importante periodo degli studi intorno [...] ", in " Giorn. stor. " LXXXVI (1925) 289-339, cui il Rajna rispose con i suoi Approcci per una nuova edizione del " Devulgarieloquentia ", in " Studi d. " XIV (1930) 5-78. Il M. era estimatore quasi senza riserve del Berlinese: il Rajna ne temeva ...
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tedesco
Guido Favati
" Germanico ", " della Germania ". In Cv I VI 8 è infatti in parallelo con d'Italia: uno abituato di latino non distingue, s'elli è d'Italia, lo volgare [inghilese] da lo tedesco; [...] quella di un sovrano particolare della nazione germanica. Questa nel De vulg. Eloq. è individuata simbolicamente nell'esistenza di una membra.
Bibl. - G. Favati, Osservazioni sul " DeVulgariEloquentia ", in " Annali delle Facoltà di Lettere e ...
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artificiato
. Participio passato di ‛ artificiare ', verbo che non è presente in D. ma risulta in uso al suo tempo (lo si trova per es. nell'Ottimo). Nell'unico esempio di Cv I V 8 è riferito al volgare [...] nobilissimum quod totam comprehendit artem: cum igitur ea quae cantantur artificiata existant...
È da notare che nel DevulgariEloquentia la gramatica è detta invece artificialis (v. ARTIFICIALE), mentre la locutio vulgaris viene definita naturalis. ...
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curiale
agg. e s. m. [dal lat. curialis]. – 1. agg. Della curia, relativo alla curia, nei varî sign. del termine. In partic.: a. letter. Di corte, cortigiano, aulico: mi spoglio quella veste cotidiana ... e mi metto panni reali e c. (Machiavelli)....
rettitudine
rettitùdine s. f. [dal lat. tardo rectitudo -udĭnis, der. di rectus «retto2»]. – 1. letter. e raro. L’esser diritto, andamento in linea retta: la r. della sua ossatura (D’Annunzio). 2. fig. L’essere retto in senso morale e intellettuale...