CARLINO, Marco Antonio (Ateneo)
Claudio Mutini
Sull'incertezza che può sussistere circa il nome è lo stesso C. a fornire spiegazioni: in un capitolo della sua opera, La grammatica volgar dell'Atheneo [...] differente strutturazione del comparativo volgare e il diverso modo di reggenza. Per il capitolo sul "gieno" è evidente la derivazione del C. da Prisciano, confermata dal fatto che egli traduce alla lettera la definizione prisciana del "genere dubbio ...
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VENETI (XXXV, p. 46)
Giovan Battista PELLEGRINI
Lingua. - Buoni progressi nello studio della lingua delle iscrizioni venete preromane (venetiche o paleovenete) si sono conseguiti attraverso un più attento [...] sul sillabario venetico e ci documentano due tipi di abecedarî, uno rituale sprovvisto di vocali ed uno completo di evidente derivazione etrusca (cfr. Cordenons 1); dalle due prime lettere dell'alfabeto "rituale" (lo ha riconosciuto O. Haas) si è ...
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Vicino Oriente antico. L'origine della scrittura e del calcolo
Denise Schmandt Besserat
Jean-Jacques Glassner
Jöran Friberg
Robert Englund
L'origine della scrittura e del calcolo
Le registrazioni [...] riguardanti le razioni o le quantità d'orzo rende possibile una stima, anche se grossolana, delle unità del sistema C e dei sistemi derivati C*, C′ e C″: l'unità d equivale a 6c, mentre c equivale a 5M. Questo rapporto è confermato da numerosi esempi ...
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GUIDI, Ignazio
Bruna Soravia
Nacque a Roma il 31 luglio 1844, da Michele e da Livia Mordacchini. Dopo il diploma di studi classici, s'indirizzò allo studio delle lingue orientali presso la facoltà di [...] nagast, classica raccolta canonica di diritto ecclesiastico e civile in lingua ge'ez, della quale egli dimostrò con autorevolezza la derivazione da un testo analogo di autore arabo egiziano (Il Fetha nagast o Legislazione dei re, Roma 1897-99). La ...
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Il termine genere indica un fenomeno morfologico riguardante i nomi (e le parole ad essi riconducibili: aggettivi, pronomi, participi), per il quale in alcune lingue (tra queste l’italiano) ciascuno di [...] di relazioni di genere di suffissi come -essa o -ina, la cui natura pare prossima ai suffissi derivazionali (➔ derivazione), offre lo spunto per affrontare la questione della posizione delle strategie di marcatura del genere all’interno della ...
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Si chiama comunemente genere neutro uno dei valori che la categoria del ➔ genere assume in varie lingue del mondo, segnatamente nelle lingue indoeuropee, antiche e moderne, accanto ai due valori, più stabili [...] ) oppure no (come perlopiù per l’italiano) lo statuto di genere e il valore di neutro.
Un primo gruppo comprende i derivati dal morfema latino di neutro plurale -a. Per limitarsi a esempi italiani, in questo gruppo rientrano i plurali le braccia, le ...
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L’accento melodico (o accento musicale) è un accento di parola (➔ accento) in grado di dare rilievo alla sillaba prominente per mezzo di una particolare configurazione melodica, cioè una variazione di [...] libero), restando una proprietà delle radici lessicali (come in inglese) oppure presentando una certa mobilità nella ➔ derivazione (come in italiano). In italiano, per effetto dell’intonazione di frase e di altri fenomeni prosodici (➔ prosodia ...
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Stato insulare dell’Estremo Oriente. Il nome in lingua locale (Nippon-koku nella forma classica; Nihon-koku nella parlata comune) deriva dalla lettura giapponese del nome cinese del G., Jih Pen Kuo («il [...] si riferisce è in 12 parti, scritta in un linguaggio misto di parole ed elementi in puro giapponese e altri di derivazione cinese; nella sua versione popolare era declamato da monaci girovaghi e, riprendendo il tema della lotta fra i clan guerrieri ...
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Termine coniato da J.W. Goethe (ted. Morphologie) nel 1785 per indicare l’anatomia comparata; significa, in generale, studio, descrizione delle forme.
Biologia
Studio della forma e della struttura degli [...] nella declinazione), e quindi delle trasformazioni che questa forma fondamentale, non ulteriormente analizzata, subisce nella flessione o nella derivazione (per es., in lat., lupus «lupo», nom. sing., è il casus rectus, o forma base: tutti gli altri ...
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Concezione fondata sul riconoscimento del valore soltanto relativo, e non oggettivo o assoluto, sia della conoscenza, dei suoi metodi e criteri (r. gnoseologico), sia dei principi e dei giudizi etici (r. [...] M. Weber, che, pur teorizzando l’oggettività della conoscenza storica attraverso la delineazione di criteri epistemologici di derivazione positivistica, riconosceva tuttavia l’inevitabile relatività, o ‘politeismo’, dei valori.
Il 20° secolo
Dopo l ...
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derivazione1
derivazióne1 s. f. [dal lat. derivatio -onis, der. di derivare «derivare1»]. – 1. L’atto, l’operazione, il fatto di derivare o di essere derivato, e il modo o il processo attraverso cui si deriva (nel sign. trans. e intr. di derivare1):...
derivazione2
derivazióne2 s. f. [dal fr. dérivation; v. derivare2]. – Deviazione del proietto di un’arma rigata dal piano di tiro, dovuta al moto di rotazione impresso al proietto dalla rigatura dell’arma.