Si chiama conversione la formazione, ottenuta senza aggiunta di affisso derivazionale, di una parola appartenente a una parte del discorso diversa da quella della base: per es., piacere verbo → (il) piacere [...] (conteggiare → conteggio, palleggiare → palleggio, pareggiare → pareggio).
I nomi femminili in -a sono in numero minore e, a differenza dei maschili, di produttività dubbia; anche in questo caso prevalgono i nomi di azione (conquista, ricerca, sfida ...
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L’ellissi grammaticale è, in generale, il fenomeno per cui un elemento previsto dalla struttura sintattica di un’espressione viene omesso (➔ ellissi). Nella seconda coordinata dell’enunciato (1) c’è, ad [...] (21) a. si inserisce un pronome o si copia letteralmente l’antecedente, si annulla il legame di coreferenza (Marello 1984: 258); a differenza che in (21) a., né in (21) b. né in (21) c. la ripresa si riferisce infatti in modo distributivo a ogni ...
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La flessione è l’ambito della morfologia che riguarda le diverse forme che una stessa parola può avere secondo il contesto in cui è usata. Si differenzia dalla ➔ derivazione, che invece riguarda la formazione [...] come: la maggiore generalità dei significati espressi; il minore impatto sul significato del morfema lessicale (ad es., la differenza di significato tra giornale e giornalista è maggiore di quella tra giornale e giornali; in generale, un morfema ...
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Con il termine anacoluto (dal lat. tardo anacoluthon, gr. anakólouthon (skhēma), composto da an- privativo e akólouthos «seguace») si indica generalmente la frattura di una sequenza sintattica mediante [...] logico, e quindi per l’isolamento del tema, si parla anche di tema sospeso (➔ tematica, struttura), che a differenza della dislocazione a sinistra (➔ dislocazioni) «non è accompagnato dagli indicatori della sua funzione sintattica» (Benincà 1988: 131 ...
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L’antifrasi (lat. contrarium e, in senso allargato alle figure di pensiero, ironia) è nella tradizione retorica l’uso di una parola o un’espressione con l’intento di negarne il significato, sia per riprendere [...] a quello positivo di «piacevole, grazioso». In più, egli sottolinea come l’antifrasi si produca soprattutto ricorrendo a una differenza nel tono della voce (pronuntiatione).
Il Venerabile Beda nel VII secolo fa notare, in modo lapidario, che l ...
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DIFETTIVI, NOMI
Sul modello della categoria dei verbi ➔difettivi, si considerano difettivi (cioè ‘mancanti’) alcuni nomi usati soltanto o prevalentemente al plurale (dunque difettivi del singolare) oppure [...] )
• Forbice si usa spesso al singolare, specie nell’espressione colpo di forbice e con il significato figurato di ‘distanza, differenza, scarto’
Passami quella forbice!
Zac non è il colpo di forbice / del sarto zoppo (G. Parise, Poesie)
Btp-Bund ...
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Antropologia
Processo di adozione e assimilazione di un dato elemento culturale, proprio di un gruppo etnico, da parte di una popolazione limitrofa alla prima, o in contatto indiretto con essa; per estensione, [...] le quali si assumono il rischio del collocamento definitivo, fornendo allo Stato l’intera somma tutta in una volta e lucrando la differenza tra il prezzo pagato e quello a cui potranno rivendere i titoli stessi. Si può anche adottare un sistema misto ...
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Gli ultimi quarant'anni hanno apportato dei cambiamenti profondi alle nostre conoscenze delle l. a.; scoperte di nuovi documenti, decifrazione di scritture, nuovi studi si sono succeduti con tale rapidità [...] hittite (le occlusive finali sono cadute, *-m > -n, passaggio di parte della flessione tematica alla flessione in -i-, ecc.). A differenza di quello che si riteneva un tempo, non vi è ragione di supporre che i Luvi rappresentino quel che rimane di ...
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Scienza indiana. La scienza nella cultura indiana
Frits Staal
La scienza nella cultura indiana
Il concetto di scienza e la classificazione delle scienze
Per designare le conoscenze sistematiche indiane [...] e gli Americani è diffuso un significativo fraintendimento circa le differenze esistenti tra l'India e la Cina. Poiché gli simbolo risale al VI sec. d.C.; Pāṇini invece scoprì differenti tipi di zero linguistico mille anni prima e per definirli usò ...
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Le semivocali sono suoni di tipo vocalico che, nei dittonghi (➔ dittongo) e nei trittonghi (➔ trittongo), si combinano alle ➔ vocali propriamente dette. Una suddivisione più fine oppone le semivocali alle [...] semivocali, più rare, possono esser suddivise in due gruppi: le varianti di /j/ o di /w/ e quelle con differenti luoghi di articolazione. Nel primo gruppo ci sono le varianti desonorizzate, laringalizzate e nasalizzate di /j/ e quelle desonorizzate e ...
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differenza
differènza s. f. [dal lat. differentia, der. di diffĕrens -entis: v. differente]. – 1. a. L’esser differente; mancanza di identità, di somiglianza o di corrispondenza fra persone o cose che sono diverse tra loro per natura o per...
differente
differènte agg. [dal lat. diffĕrens -entis, part. pres. di differre «esser diverso»]. – Che ha natura o qualità dissimili da quelle di un altro oggetto o persona con cui è confrontato: il mio giudizio è d. dal tuo; due stoffe d....