Alfabeto
A. Petrucci
G. Tamani
A.M. Piemontese
H. Gustavson
PARTE INTRODUTTIVA
di A. Petrucci
Ogni a. è un sistema di segni dotato, in quanto tale, di una forte valenza simbolico-figurativa, e quindi [...] in Irlanda di più a. d'apparato di grande complessità e di altissima potenzialità ornamentale influì anche sulla distribuzione degli spazi del modulo; barra di timone, l'asta prima alif, ad altissima frequenza e, troncale, di specie mista. Ne ...
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La Sicilia, buona parte della Calabria e il Salento (la parte meridionale estrema della Puglia) formano l’area linguistica definita meridionale estrema. Tale territorio trova proprio nella sua posizione, [...] Calabria meridionale. Una tale compatta distribuzione mal si accorda con l’ipotesi di un’importazione del greco esclusivamente in certi casi anche altrove, si notano poi, con varia frequenza: l’assordimento di [-nʤ-] in [-nʧ-] ([ˈanʧelo] «angelo»); l ...
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di Christoph Schwarze
I clitici (dal gr. klíno «flettersi») costituiscono una categorie di parole variegata, caratterizzate essenzialmente dal fatto di essere brevi o brevissime (monosillabe o bisillabe); [...] l’ dinanzi a vocale (l’ho visto). Quest’elisione ha opzionalità e frequenza diverse per i vari pronomi clitici: il maschile è più toccato del femminile di tratti simili, ma sono costituenti normali: portano l’accento e hanno la stessa distribuzione ...
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I verbi transitivi e quelli intransitivi (la cui definizione e la cui terminologia furono fissate già nella grammatica antica) rappresentano un’opposizione fondamentale tra i ➔ verbi di una lingua. Nella [...] distribuzione del -si e degli ausiliari: l’➔aspetto (o azionalità) del verbo, alcune proprietà del soggetto (animatezza, grado di classi aspettuali, infatti (sia pure con diversa frequenza) possono occorrere nell’alternanza anticausativa con presenza ...
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I fenomeni fonetico-fonologici che si verificano nella lingua parlata a confine di parola vanno sotto il nome, ormai tradizionale, di fonetica sintattica o fonotassi. Nella linguistica più recente si preferisce [...] delle varietà settentrionali. Nel suo studio sulla distribuzione del fenomeno nei vent’anni a cavallo tra XX e XXI secolo, Vanvolsem (2007) analizza la frequenza d’uso dell’elisione sia nelle preposizioni di e da che negli articoli determinativi e ...
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Le semivocali sono suoni di tipo vocalico che, nei dittonghi (➔ dittongo) e nei trittonghi (➔ trittongo), si combinano alle ➔ vocali propriamente dette. Una suddivisione più fine oppone le semivocali alle [...] j] sono considerati semiconsonanti per la loro distribuzione nei dittonghi.
Le semivocali vengono descritte in di casi (7,3% rispetto a 2,5%) ricorre /w/ in assenza di /u/. Una ragione tipologica e una fonetica possono motivare la maggior frequenzadi ...
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Per il parlante comune la comunicazione orale consiste di suoni che possono essere trascritti ortograficamente o foneticamente. Così, una parola come casa può essere resa in forma scritta come una sequenza [...] in fig. 1).
Il tratto fonologico soprasegmentale che rende conto di questa distribuzione distingue una posizione forte e una debole. Quindi, in una della variazione della frequenzadi vibrazione delle corde vocali (o frequenza fondamentale o F0), ...
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Nel linguaggio comune si dice che una frase, un discorso, una lingua hanno una propria ‘musicalità’. Naturalmente, questa è un’affermazione tutt’altro che chiara e rigorosa. Probabilmente, è ispirata da [...] di ricostruire i contorni attestati, di dimensioni variabili. Tali tratti sono associati al parametro acustico della frequenza un insieme di restrizioni e regole che gestiscono la scansione del parlato, in funzione della distribuzione della durata ...
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Con speciale riferimento all’Europa medievale romanza, si indica con il nome di scripta il sistema, diverso da una zona all’altra, con cui si rende nella scrittura la lingua: tali forme di realizzazione [...] così la successione diacronica e la distribuzione geografica di ogni singola soluzione documentata nelle scriptae, invece ‹al›, ‹ol›, [‹on› ...] raggiungono l’apice della loro frequenza nel III periodo e sono in seguito eliminate. La grafia ‹a› ...
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Si intende per italiano regionale un italiano che varia su base geografica. Nella formula si riassume perciò il variare dell’aspetto dell’italiano e insieme il suo differente organizzarsi sul territorio [...] ’italiano d’uso nella nazione, dove la distinzione può anche non sussistere o, se sussiste, avere distribuzione diversa. La constatazione, vista la frequenzadi queste vocali, tocca subito un punto non da poco, in cui l’italiano comune non è unitario ...
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distribuzione
distribuzióne s. f. [dal lat. distributio -onis]. – 1. a. L’atto di distribuire, cioè di dividere, ripartire, dispensare o assegnare fra più persone o in più luoghi: d. di viveri, di pacchi dono; la d. della posta; la d. del...
numero
nùmero s. m. [dal lat. numĕrus; cfr. novero]. – 1. Ciascuno degli enti astratti che rappresentano insiemi di unità, ordinati in una successione infinita (serie naturale dei n.) nella quale ogni elemento conta un’unità in più rispetto...