Religione del popolo ebraico e insieme della sua cultura. Il termine è usato dagli studiosi per definire l'ebraismo a partire dal 6° sec. a.C., cioè dal tempo dell'esilio babilonese e della restaurazione [...] , non si trovano immagini né di Dio stesso né delle sue creature.
La legge e il culto
La legge religiosa del popolo ebraico è la Torah, ossia l'insieme degli insegnamenti e prescrizioni rivelati da Dio attraverso Mosè e raccolti nei cinque libri del ...
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Nome (adattamento dell’ebraico yōd) della decima lettera degli alfabeti fenicio ed ebraico, traslitterata in vari dizionari con il simbolo y. Indica i semiconsonante ‹i̯›. La voce originaria fenicia fu [...] adattata dai Greci in ἰῶτα «iota», per denominare la lettera I (minuscola ι) dei loro alfabeti. Nella terminologia linguistica i. si adopera a volte per designare in genere ogni tipo di i semiconsonante ...
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Secondo re, dopo Saul, degli Ebrei e fondatore della dinastia che, anche dopo la divisione del popolo ebraico in due regni, continuò a regnare in quello meridionale o di Giuda.
Nome. Fonti della storia. [...] un nobile dolore componendo su Saul e l'amico Gionata un'elegia che rimane uno dei più insigni monumenti dell'antica letteratura ebraica (II Sam. [Re], I, 19-27); subito dopo egli si recò in Hebron, uno dei capoluoghi della tribù di Giuda, e ivi ...
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Re d'Israele (circa 961-922 a. C.), figlio e successore di David. Prevalse nella successione sul fratello maggiore Adonia, con l'aiuto del profeta Natan; e dopo l'avvento al trono si sbarazzò del fratello [...] figura del re fu idealizzata, specie nelle sue doti di saggezza. Gli furono pertanto attribuite numerose opere della letteratura ebraica, in parte bibliche (come i Proverbî, l'Ecclesiaste, il Cantico dei Cantici, la Sapienza) e in parte non bibliche ...
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Diciottesimo re dello stato ebraico d'Israele, regnò all'incirca dal 737 al 732 a. C. Salì al trono a seguito di una congiura contro il predecessore Faceia (v.). Inaugurò una politica contraria all'Assiria, [...] nella quale si associò il re di Damasco Rasin; cercò anche l'alleanza del vicino stato ebraico di Giuda, ed essendosi questo rifiutato, gli mosse guerra, giungendo a stringere d'assedio Gerusalemme. Intervenne allora il re d'Assiria Tiglatpileser III ...
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(ebr. Yĕrūshālayim; arabo Ūrushalīm o el-Quds «la città santa») Città della Palestina centrale, proclamata da Israele propria capitale unita e indivisibile nel 1980, sebbene tale status non [...] e la protezione dei Luoghi Santi delle tre religioni. La guerra del 1948-49 (durante la quale il quartiere ebraico della città vecchia fu quasi totalmente distrutto) portò all’occupazione di G. da parte delle forze israeliane (settore occidentale ...
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Rabbino nato a Qal‛at Ḥammād nell'attuale provincia di Costantina; studiò ad al-Qairawān in Tunisia, poi tenne scuola a Fez (Fās, donde il suo nome arabo al-Fāsī), fino a che nel 1088 fu costretto a emigrare [...] 1923, pp. 21-22. Per le appendici arabe ai trattati Ketūbōt e Shebū‛ōt dell'opera principale e le loro traduzioni ebraiche, v. Steinschneider, Arabische Liter., der Juden, loc. cit. Per le edizioni e le traduzioni dell'elegia e dell'epitaffio, v ...
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Sacerdote e scriba giudeo, che ebbe grandissima efficacia, insieme con Neemia (v.), nella restaurazione dello stato giudaico in Gerusalemme dopo l'esilio di Babilonia.
L'attività di E. si svolse in circostanze [...] .
È uno dei libri storici della Bibbia, che nel canone ebraico fa parte del terzo gruppo detto dei Kĕthūbhīm. Oggi esso risulta Vulgata Neemia, sia dai due apocrifi omonimi (v. appresso). È scritto in ebraico, salvo i tratti IV, 8-VI, 18; VII, 12-26, ...
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Termine ebraico («tempesta devastante», dalla Bibbia, per es. Isaia 47, 11) col quale si suole indicare lo sterminio del popolo ebraico durante il Secondo conflitto mondiale; è vocabolo preferito a olocausto [...] dei cristalli’ (8-9 novembre 1938, quando in tutta la Germania le sinagoghe furono date alle fiamme e i negozi ebraici devastati) in poi, il processo di segregazione e repressione subì un’accelerazione che sfociò nella decisione, presa dai vertici ...
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Paramento sacro dell’antico culto ebraico, costituito da due parti di stoffa unite sulle spalle, che soltanto il gran sacerdote aveva il diritto di portare. Nello spazio lasciato sul petto tra le giunture [...] era fissato il razionale, ricca borsa quadrata con dodici gemme preziose recanti i nomi delle tribù ...
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ebraico
ebràico agg. e s. m. [dal lat. tardo hebraĭcus, gr. tardo ἑβραϊκός] (pl. m. -ci). – Degli Ebrei, che appartiene o si riferisce agli Ebrei: la storia, la civiltà, la religione, la letteratura ebraica. Alfabeto e., l’alfabeto adoperato...
ebraicista
(o ebraista) s. m. e f. [der. di ebraico] (pl. m. -i). – Conoscitore, studioso della lingua ebraica, o, più genericam., esperto di storia, cultura, tradizioni e costumi ebraici.