Giurista ebreo (Toledo 1488 - Ṣafad, Palestina, 1575), molto versato nel diritto talmudico; ebbe tendenze al misticismo cabalistico e alla vita ascetica. Autore di un commento al codice di diritto talmudico [...] redatto da Ya῾ăqōb ben Āshēr (Bēt Yōsēf "Casa di Giuseppe", 1550-1551), scrisse poi un codice proprio a riassumere quello: la Shulḥān ῾ārūkh ("Mensa apparecchiata", 1564-65), che, dopo una certa opposizione ...
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Poeta ebreo (n. Roma 1261 circa - m. dopo 1328). Riunì 28 scritti in versi e prosa rimata, in un'opera intitolata Maḥbārōt, dal nome dei componimenti (simili alle māqāmat arabe) di cui consta. Il contenuto [...] dell'opera è quanto mai vario: poesie amorose, conviviali, encomiastiche, satiriche, ecc.; l'ultima parte è una descrizione dell'oltretomba che imita la Divina Commedia. Scrisse inoltre commenti biblici, ...
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Poeta e filosofo ebreo (n. Granata 1055 circa - m. dopo il 1135). Compose numerose poesie ebraiche, religiose e profane. Tra quelle religiose hanno particolare rilievo le penitenziali, in cui si riflette [...] e nel linguaggio poetico, non impedisce una freschezza e un'eleganza che fanno di M. forse il primo fra i poeti ebrei del Medioevo. M. è inoltre autore, in arabo, di un trattato sull'arte poetica, di una dissertazione filosofico-religiosa d'indirizzo ...
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Profeta ebreo. Visse nel regno di Giuda sotto Giosia (640-609 circa a. C.: cfr. Sofonia 1,1) e profetò annunciando il giorno del giudizio divino, nel quale Dio avrebbe regolato i conti con i suoi nemici, [...] e in particolare con i giudei peccatori attraverso una guerra devastatrice. La visione profetica di S. è esposta nei tre capitoli del libro biblico che da lui prende nome, nono nella serie dei Profeti ...
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Cabalista, scrittore e drammaturgo ebreo (Padova 1707 - 'Akkō 1746). Nel 1725 comparve la sua prima opera drammatica, Migdāl 'oz ("La torre possente"). Trasferitosi ad Amsterdam (1735) in quanto sospettato [...] di velleità messianiche, scrisse un altro dramma allegorico, Lavĕshārīm tĕhillāh ("La lode dei giusti", 1743), un'opera in tre atti che riflette le sue esperienze personali e che esercitò un influsso notevole ...
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Scrittore ebreo di origine lituana (Smorgon, Vilnius, 1880 - Gerusalemme 1944). Nel 1921 si trasferì in Palestina, dove insegnò in un liceo di Gerusalemme. Fortemente influenzato dal realismo francese, [...] K. descrive il mondo ebraico dell'Europa orientale. Tra le sue opere: Šelomo Molkho (1927), romanzo storico che narra le vicende di uno pseudo-messia e cabalista vissuto all'inizio del 16º sec.; Ba-miš ...
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Filologo e poeta ebreo (Copenaghen 1725 - Amburgo 1805). Visse ad Amsterdam, Copenaghen e Berlino come rappresentante di banca. La sua prima opera è una traduzione in ebraico dell'apocrifo Sapienza di [...] Salomone (1755, pubbl. 1780), cui seguirono, fra gli altri, Yēin Lĕbānōn ("Il vino del Libano", 1775) e Dibrē shalōm wĕ emet ("Parole di pace e verità", 1782), dove W. affronta problemi di linguistica. ...
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Dottore ebreo (sec. 1º a. C. - inizî del 1º d. C.) detto H. il Vecchio. Nacque in Babilonia e in seguito si trasferì in Palestina, dove si diede allo studio della Legge. Fu chiamato alla presidenza dell'Accademia [...] farisaica, carica che trasmise ai suoi discendenti. Fu compagno e oppositore di Shammay, anch'esso poi caposcuola. La scuola di H. tende, rispetto a quella di Shammay, a una maggior mitezza nell'interpretazione ...
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Scrittore ebreo di origine ucraina (Telepino, Kiev, 1874 - Rehovot 1953), conosciuto anche sotto lo pseudonimo di Ḥawaja Mussa. Sionista, emigrò in Palestina nel 1891. La sua produzione letteraria, volta [...] a esaltare l'opera dei pionieri stanziati in Palestina per realizzare l'ideale sionista (le novelle: Hadassā, 1891; Tōledōt ahavā aḥat "La storia di un unico amore", 1911), si è espressa anche in un altro ...
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Poeta e cabalista ebreo (Amsterdam 1625 - Mantova 1697). Allievo di Saul Levi Morteira e seguace di Spinoza, completò gli studî a Poznań (Polonia); fu rabbino a Venezia e (1673) a Mantova. Scrisse il primo [...] poema drammatico in ebraico, Tofteh ῾ārūk ("Il tōfet apparecchiato", post., 1715; edito nel 1864 con il titolo Yĕsōdōlām "Il fondamento dell'universo"); Iggĕrot hā-Remez ("Le lettere di ReMeZ"; ReMeZ sono ...
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ebreo
ebrèo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. hebraeus, gr. tardo ἑβραῖος, adattam. della voce aramaica corrispondente all’ebr. ῾ibrī (pl. ῾ibrīm), dal nome del supposto capostipite ῾Ēber]. – 1. a. Appartenente o relativo all’antico popolo semitico...
giudeo
giudèo (ant. o pop. giudìo) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Iudaeus, gr. ᾿Ιουδαῖος, propr. «appartenente alla tribù di Giuda (personaggio biblico, quarto figlio del patriarca Giacobbe)»]. – 1. In senso stretto, denominazione con cui...