Lubitsch, Ernst
Guido Fink
Regista e attore cinematografico tedesco, naturalizzato statunitense nel 1936, nato a Berlino il 28 gennaio 1892 e morto a Los Angeles il 30 novembre 1947. Per molti anni [...] . Nonostante fosse uno dei registi di punta di Hollywood, solo nel 1947 ricevette un Oscar alla carriera.
Di modesta famiglia ebrea, emigrata a Berlino dalla Polonia (il padre aveva una piccola sartoria), L. riuscì ben presto a dimostrarsi inadatto a ...
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Milestone, Lewis (forma anglicizzata di Milstein, Lev)
Valerio Caprara
Regista cinematografico, naturalizzato statunitense, nato a Kišinëv (oggi Chişinău) il 30 settembre 1895 e morto a Los Angeles il [...] il miglior film e per la miglior regia, costituì il suo perentorio manifesto pacifista.
Figlio di un ricco commerciante ebreo, M. si trasferì negli Stati Uniti nel 1913 dove svolse svariati mestieri: richiamato alle armi partecipò alla Prima guerra ...
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Pontecorvo, Gillo (propr. Gilberto)
Federica Pescatori
Regista cinematografico, nato a Pisa il 19 novembre 1919. Erede dell'approccio diretto alla realtà del Neorealismo e dell'intensità poetica e corale [...] 1980.
Quinto degli otto figli di un ricco imprenditore tessile ebreo, P. ricevette un'educazione antifascista e al contempo laica. Pur tuttavia il film incentrato sulla vicenda di un'adolescente ebrea che prima per la paura di morire tradisce il suo ...
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La vita è bella
Giacomo Manzoli
(Italia 1997, colore, 120m); regia: Roberto Benigni; produzione: Elda Ferri, Gianluigi Braschi per Melampo; sceneggiatura: Vincenzo Cerami, Roberto Benigni; fotografia: [...] un bimbo, Giosuè. Guido ha aperto la libreria ma fatica a sopravvivere a causa delle leggi razziali che, in quanto ebreo, lo perseguitano. Secondo tempo. Nonostante l'atteggiamento positivo che l'uomo ha sempre adottato di fronte ai provvedimenti del ...
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(App. IV, I, p. 765)
Drammaturgo e regista teatrale e cinematografico tedesco, morto a Monaco di Baviera il 10 giugno 1982. Come regista e autore cinematografico proseguì il suo cammino personalissimo [...] dove lo svelamento al solito sfrontato delle deturpazioni dell'odierna città si accentra soprattutto nel profilo del ricco profittatore ebreo: da ciò derivò l'accusa, a lui pur sempre uomo di sinistra, di antisemitismo, essendo invece più verosimile ...
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George, Heinrich
Serafino Murri
Nome d'arte di Georg August Friedrich Hermann Schulz, attore cinematografico tedesco nato a Stettin (od. Szczecin, Polonia) il 9 ottobre 1893 e morto a Sachsenhausen [...] e quello del granduca Karl Alexander di Würtenberg, dissoluto compare del subdolo protagonista di Jud Süss (1940; Süss l'ebreo), il più infame film di propaganda antisemita del regime che Harlan realizzò in linea con la politica hitleriana, tradendo ...
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Berger, Helmut
Simona Pellino
Nome d'arte di Helmut Steinberger, attore cinematografico austriaco, nato a Salisburgo il 29 maggio 1944. Dotato di una seduttiva bellezza fisica, ha interpretato personaggi [...] Vittorio De Sica seppe dare prova delle possibilità introspettive della sua recitazione nervosa, quasi in controtempo, impersonando un ebreo aristocratico, esangue ed elegante. In seguito recitò in La colonna infame (1973) di Nelo Risi, ricostruzione ...
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Dreyfuss, Richard (propr. Richard Stephan)
Roy Menarini
Attore cinematografico statunitense, nato a New York il 29 ottobre 1947. Grazie all'incontro con il regista Steven Spielberg che lo diresse in [...] of Duddy Kravitz (1974; Soldi ad ogni costo) di Ted Kotcheff, dramma colmo di pessimismo sulla vita di un affarista ebreo degli anni Quaranta. I gesti compulsivi e il volto ora grintoso ora esilarante resero pressoché unica la sua particolare ...
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Marx, Fratelli
Guido Fink
Attori cinematografici e teatrali statunitensi: Chico (propr. Leonard), nato a New York il 22 marzo 1887 e morto a Hollywood l'11 ottobre 1961; Harpo (propr. Adolph, poi Arthur, [...] G. Bizet, e lo interpretò indossando la parrucca di un vecchio professore: suoi allievi erano Milton, nella parte di un bambino ebreo che parla solo lo yiddish, e Adolph, nel ruolo di un irlandese completamente idiota. Quando Leonard si unì al gruppo ...
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Balázs, Béla
Marco Vallora
Pseudonimo di Hermann Bauer, scrittore, teorico del cinema e sceneggiatore ungherese, nato a Szeged il 4 agosto 1884 e morto a Budapest il 17 maggio 1949. Con capillare completezza [...] , Parigi e Budapest, manifestando così il suo nomadismo e lo spessore e la qualità mitteleuropei della sua cultura. Ebreo non del tutto osservante, poi convertitosi negli anni della maturità al cattolicesimo, 'viandante' della cultura, fu segnato per ...
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ebreo
ebrèo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. hebraeus, gr. tardo ἑβραῖος, adattam. della voce aramaica corrispondente all’ebr. ῾ibrī (pl. ῾ibrīm), dal nome del supposto capostipite ῾Ēber]. – 1. a. Appartenente o relativo all’antico popolo semitico...
giudeo
giudèo (ant. o pop. giudìo) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Iudaeus, gr. ᾿Ιουδαῖος, propr. «appartenente alla tribù di Giuda (personaggio biblico, quarto figlio del patriarca Giacobbe)»]. – 1. In senso stretto, denominazione con cui...