Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] meridionali: per es. il tipo io ero per il trecentesco io era (Giovanardi 1998: 24, in nota); e si consideri che, al bolognese Giovanni Filoteo Achillini, autore delle Annotationi della volgar lingua (1536), un trattato che rappresenta «l’estremo ...
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Per lingua delle cancellerie o cancelleresca può intendersi, in senso stretto, quella della corrispondenza ufficiale delle cancellerie tardomedioevali e rinascimentali e, in senso lato, quella di statuti, [...] dialettali: in questa prospettiva il testimone ottimale era il testo due-trecentesco, sia per la ben 10 statuti del XIV secolo e 30 del XV sono in lingua volgare. A Firenze i volgarizzamenti di importanti statuti come quello di Calimala (una ...
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La predicazione è stata lo strumento di comunicazione di massa che più a lungo e capillarmente ha operato in Europa e in Italia, importante sia come veicolo di conoscenza religiosa e orientamento morale, [...] per accoglierne gli alti contenuti concettuali. Bisognava costruire un vocabolario adeguato.
Certo, la predica ai laici e in volgare non era tenuta allo stesso grado di approfondimento di quella in latino e al clero o ai dotti. Perfino nel tradurre ...
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Con la metafora dell’immagine di una lingua ci si riferisce ai giudizi e alle opinioni che su questa lingua sono prodotti da parlanti di altre lingue. Si tratta di giudizi intuitivi, non fondati su fatti [...] che la parla ha perduto il vigore degli antichi romani: ma siccome era vicino alla fonte da cui è uscita, è ancora, fra le lingue Per il già ricordato Pasquier l’italiano è appunto un volgare femmineo e molle perché «quasi tutte le parole terminano ...
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La corrispondenza epistolare comincia a diffondersi nella prima metà del Duecento, in concomitanza con la diffusione degli usi scritti del volgare, in seguito a due mutamenti di carattere materiale: l’inizio [...] , denominati appunto copialettere (➔ cancellerie, lingua delle).
L’apparato dei modelli di lettera in volgare inseriti in queste opere non era soltanto al servizio di importanti relazioni politiche o diplomatiche, ma prevedeva anche esempi per usi ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Scienze (2013)
Luca Pacioli
Pier Daniele Napolitani
Frate francescano, erede della tradizione delle scuole d’abaco, intimo di artisti quali Leonardo da Vinci, professore nei più importanti centri dell’Italia fra Quattro [...] ancillare rispetto alla filosofia e alla medicina. L’insegnamento era limitato ai rudimenti di geometria e di astronomia: i abbandonare due secoli di cultura dell’abaco diffusa in volgare in grazia dei tesori ancora semisepolti in manoscritti greci ...
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La lingua del testo teatrale è un tipo di ➔ lingua scritta in cui gioca un ruolo primario la dimensione dell’oralità: il testo si realizza infatti nel divenire di un evento, lo spettacolo teatrale, caratterizzato [...] uso costante dell’italiano letterario in versi della tradizione poetica volgare di ➔ Dante e di ➔ Francesco Petrarca.
Rappresentata .
Agli esordi del secolo, la lezione del teatro goldoniano era ancora viva nei testi di Giovanni Giraud, in quelli di ...
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A rigore, la lingua letteraria è definita e distinta da quella non letteraria soltanto dal fatto di essere scritta (anche se è esistita ed esiste una letteratura solo orale) e dalle finalità estetiche, [...] più antichi. In breve, il toscano diventa la lingua volgare «magis apta ad litteris», come dice il padovano Antonio da -mento, -ezza, ecc.; cfr. Corti 2005). L’insieme era una vegetazione troppo esuberante e incontrollata, specie per le ragioni del ...
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Nei protocolli della linguistica moderna per linguaggio poetico si intende un particolare uso della lingua finalizzato a ottenere la comunicazione attraverso l’evidenza e la valorizzazione degli strumenti [...] è passato alla poesia di altre grammatiche in cui non era norma (o lo era solo marginalmente) e c’è rimasto per secoli. In suo stadio antico l’italiano (meglio dovremmo dire il volgare toscano; ➔ italiano antico) presentava una serie di instabilità ...
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Tutte le storie della lingua latina portano una sezione, un capitolo, se non altro un cenno, all’influenza esercitata dal cristianesimo (assai sinteticamente Meillet 19333: 276; più estesamente Devoto [...] sul significato di una parola comune fino a mutarlo radicalmente. In altri casi, la parola latina, che si era persa nel passaggio al volgare comune, si conservò nell’uso religioso: così domus fu il «duomo», una chiesa, o meglio, all’origine, la ...
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volgare1
volgare1 (ant. vulgare) agg. [dal lat. vulgaris, der. di vulgus «volgo»]. – 1. non com. Del volgo, degli strati socialmente, culturalmente ed economicamente inferiori della popolazione: usi, tradizioni, pregiudizî v.; nell’uso ant.,...
era
èra s. f. [dal lat. tardo aera «numero, cifra», propr. plur. di aes aeris «bronzo, rame»]. – 1. La più ampia divisione del tempo nella storia dei diversi popoli. Più particolarm., in cronologia, sistema di computo del tempo che prende...