RAUMER, Karl Georg von
Ernesto Codignola
Fratello del precedente nato a Wörlitz, presso Dessau nel ducato di Anhalt, il 9 aprile 1783, e morto a Erlangen il 2 giugno 1865. Nelle università di Gottinga [...] a Parigi nel 1808-09. La lettura dei Discorsi alla nazione tedesca del Fichte, lo infiammò di entusiasmo per il metodo pestalozziano, da cui egli, come il Fichte, attendeva la rigenerazione della Germania. Una sua visita a Yverdon nel 1809 gli ...
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REINHOLD, Carl Leonhard
Heinrich LEVY
Filosofo, nato a Vienna il 26 ottobre 1758, morto il 10 aprile 1823 a Kiel. Alunno dei gesuiti, poi dei barnabiti e maestro al loro collegio, fuggì in Germania [...] superata dal R. quella più dogmatica; inoltre egli non accoglie nel suo principio supremo la ragione pratica. In ambedue i sensi Fichte l'oltrepassò, e il R. stesso aderì a lui. Ma questo passaggio e i successivi cambiamenti del R. non hanno operato ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Carla Casagrande
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Il dibattito sul criticismo di Kant sviluppatosi nell’ultimo decennio del XVIII secolo [...] volume delle Lettere sulla filosofia kantiana (1792) di Reinhold e il Saggio di una critica di ogni rivelazione (1793) di Fichte, il legame tra legge e volontà viene ricondotto al problema della libertà. Per Reinhold la libertà è il risultato di una ...
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Filosofia
La coscienza che l’io ha di sé stesso. Il termine ha trovato la più larga utilizzazione nel linguaggio idealistico, a partire da Kant in cui l’a. è la coscienza che ha di sé l’io puro quale condizione [...] dell’idealismo tedesco, una volta che l’io diviene principio creativo e non solo normativo rispetto alla realtà; così, in Fichte l’a. è la stessa creatività dell’io che si realizza ponendo il non io e superandolo incessantemente; in Schelling è ...
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PANENTEISMO (dal gr. πᾶν "tutto", ἐν "in" e ϑεός "dio")
Guido CALOGERO
Termine filosofico, coniato da K. Chr. Krause (v.) per designare la propria concezione metafisica, in quanto partecipe così del [...] sia immediatamente Dio. Dopo il Krause, concezioni in vario modo panenteistiche sono state professate, p. es., da J. H. Fichte, H. Lotze, G. Fechner, R. Eucken; tra i precedenti sistemi metafisico-teologici la qualifica di panenteistico potrebbe più ...
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materia/forma
Distinzione utilizzata in un preciso senso gnoseologico (a parte l’uso che ne ha sempre fatto la speculazione metafisica: ➔ materia) da J.H. Lambert e Tetens, e sviluppata da Kant, nel [...] nell’unificazione del molteplice). La coppia di concetti viene mantenuta nei successivi sviluppi della filosofia idealistica (Fichte, Hegel) pur respingendosi le implicazioni gnoseologiche del kantismo (per cui la materia è dato, corrispondente a ...
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Primogenito di 11 figli, nasce nel 1814 a Priamuchino (governo di Tver) da genitori nobili. Il padre è un ex diplomatico, vissuto a lungo anche in Italia, ritiratosi poi nelle sue terre. Destinato alle [...] disciplina militare e abbandona quella carriera. Va allora a Mosca e a Pietroburgo a coltivare gli studî: ammira e studia Kant e Fichte, traduce di quest'ultimo nel 1836 (ed è il suo debutto letterario) un corso di lezioni. Nel 1837 gli si rivela ...
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GORRES, Johann Joseph von
Walter HOLTZMANN
Scrittore e pubblicista, nato il 25 gennaio 1776 a Coblenza, morto a Monaco il 29 gennaio 1848. Sua madre, Elena Teresa Mazza, proveniva da una famiglia italiana. [...] una posizione dirigente. Il suo primo scritto (1798) Der allgemeine Friede, ein politisches Ideal rivela l'influenza di Kant e di Fichte, ma anche di Rousseau, di Condorcet e di Siéyès. G. era per l'unione della Renania con la Repubblica francese e ...
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MORALISMO
Guido Calogero
. Termine filosofico, designante in generale dottrine e atteggiamenti di pensiero particolarmente contraddistinti dalla considerazione della norma morale come sovrastante a [...] a quell'assoluta legge del dovere il cui riconoscimento s'impone alla ragion pratica; o di quello di J. G. Fichte, che tenendo fede all'orientamento etico della dottrina kantiana designò la propria filosofia come "moralismo puro". Più in generale ...
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Filosofo (Stoccarda 1770 - Berlino 1831). Dopo aver compiuto gli studî ginnasiali nella sua città, entrò nel 1788 nello Stift di Tübingen, una sorta di seminario protestante, dove ebbe come condiscepoli [...] importante Glauben und Wissen (1802) dove H. faceva i conti con la filosofia di Kant, Jacobi e Fichte, riportandole tutte al soggettivismo che aveva dominato nell'età moderna, e Über die wissenschaftlichen Behandlungsarten des Naturrechts (1802 ...
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fichtiano
〈fih’t-〉 agg. e s. m. (f. -a). – Relativo al filosofo ted. Johann Gottlieb Fichte (1762-1814), e al suo pensiero: la filosofia f.; la concezione f. delo Stato; come sost., seguace delle dottrine filosofiche di Fichte.
non io
nón io (o nón-io) locuz. usata come s. m. – Termine filosofico (ted. Nicht Ich) usato da Fichte per indicare tutto ciò che viene pensato come dato o esistente fuori dell’io, come diverso e opposto a esso; nella filosofia di Fichte il...