virtù Disposizione a fuggire il male e fare il bene, perseguito questo come fine a sé stesso, al di fuori di ogni considerazione di premio o castigo.
Filosofia
Per i Greci più antichi il termine ἀρετή [...] quindi anche il valore militare.
La v. diviene oggetto di indagine filosofica con Socrate, che si interroga su «che cosa è» la Dio per oggetto formale, sia le v. morali (distinte dalle v. morali sopra ricordate), che hanno per oggetto formale qualcosa ...
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Economia
In economia, la nozione di b. indica la necessità (o la carenza) dei consumi necessari per la continuazione della vita e la partecipazione alla società con requisiti minimi di dignità. Al livello [...] . elementari, ritenuti cruciali per la salute e la dignità della persona.
Filosofia
Nella storia della filosofia il b. è trattato principalmente sotto due punti di vista: morale, con riferimento all’atteggiamento da assumere nei confronti dei b., se ...
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In senso ampio, tutto ciò che arreca danno turbando comunque la moralità o il benessere fisico ed è perciò temuto, evitato, oggetto di riprovazione, di condanna o di pietà, di compassione ecc.
Filosofia
Il [...] dell’unico problema reale, che è quello della vita morale.
Religione
Il problema del m. si pone nella storia dei primi secoli si trovò presto a contatto con il dualismo filosofico religioso greco e orientale, ove il m. era ipostatizzato in principio ...
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Filosofo e teologo (Breslavia 1768 - Berlino 1834); formatosi in ambiente pietistico, attraversò una fase illuministica quando nel 1787 s'iscrisse all'univ. di Halle per studiarvi teologia. Dopo essere [...] , che distingue tanto dalla metafisica quanto dalla morale, considerandola come intuizione e sentimento dell'infinito. . Se nell'Ottocento ha avuto particolare fortuna la filosofia della religione di S., successivamente, attraverso lo storicismo ...
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Filosofo (Parigi 1638 - ivi 1715). Seguace di R. Descartes, se ne discostò poi per alcuni aspetti. La sua tesi principale è che la mente umana, attraverso l'illuminazione, vede le idee (cioè le cose e [...] ordinato prete e da allora si diede agli studi filosofici, Nel 1699 fu ammesso come membro onorario all'Académie de la grâce (1680); Méditations chrétiennes (1683); Traité de morale (1684); Entretiens sur la métaphysique et la religion (1688); ...
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In filosofia, rapporto immediato e diretto tra soggetto pensante e oggetto; questo rapporto può essere poi inteso come semplice presenza dell’oggetto alla mente o come immedesimazione del soggetto nell’oggetto. [...] Dio, in forza della quale l’oggetto stesso è creato.
La filosofia idealistica si è proposta, in seguito, di recuperare all’uomo l’ ’i., verità certe sia sul piano gnoseologico sia su quello morale. Nel 20° sec., invece, l’intuizionismo di Bergson non ...
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Sostenitore, nei sec. 16°-18°, della libertà di pensiero filosofico e religioso, e in particolare, durante l’Illuminismo, anche dell’emancipazione dalla fede e dalla morale cristiana.
Il termine si diffonde [...] con le varie polemiche tra Chiese riformate; li ha invece con la tradizione umanistica, con le nuove filosofie rinascimentali della natura, con l’insegnamento di moralisti come M. di Montaigne e P. Charron e il loro richiamo a una misura umana che ...
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teleologia Concezione secondo la quale gli eventi, anche quelli non legati all’azione volontaria e consapevole degli uomini, avvengono in funzione di un fine o scopo.
Sebbene il termine sia piuttosto recente [...] rationalis sive logica, 1728, per definire «quella parte della filosofia naturale che spiega i fini delle cose»), il concetto da viene giustificato solo in relazione a problemi di carattere religioso e morale. Già in G.W. Leibniz si avverte però la ...
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Nell’accezione comune, inclinazione esclusiva verso un oggetto, sentimento intenso e violento (di attrazione o repulsione) che può turbare l’equilibrio psichico e la capacità di discernimento e di controllo.
Filosofia
Nel [...] nuova concezione del mondo fisico, e nella cura delle p. (compito della medicina e della morale) vede il fine e il frutto ultimo della filosofia; il secondo sente più decisamente il valore universale dell’affectus, distinguendolo in actio e passio ...
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Espressione con cui si nega, contrario di affermazione.
Filosofia
Il latino negatio corrisponde all’ἀπόϕασις della logica aristotelica, designante il giudizio che connette il soggetto e il predicato in [...] italiano sono negativi, pur con diverse sfumature semantiche, i prefissi in-, a-, anti-, dis-, s-: credulo, incredulo; morale, immorale, amorale; uguale, disuguale ecc.).
Matematica
Per n. di una proposizione (simbolo ¬) si intende la proposizione ...
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morale1
morale1 agg. e s. f. e m. [dal lat. moralis, der. di mos moris «costume», coniato da Cicerone per calco del gr. ἠϑικός, der. di ἦϑος: v. ethos, etico1, etica]. – 1. agg. a. Relativo ai costumi, cioè al vivere pratico, in quanto comporta...
moralita
moralità s. f. [dal lat. tardo moralĭtas -atis]. – 1. Qualità, condizione di ciò che è conforme a principî morali: la m. di un’azione; m. di costumi; libro, spettacolo, film di scarsa m., persona di dubbia moralità. Nella terminologia...