Astrologo arabo, vissuto a Mossul e ad Aleppo nel 10º sec. e noto in Occidente sotto il nome di Alcabizio. La sua opera principale, tradotta in latino nel 12º sec. da GiovannidiSiviglia, ebbe larga diffusione [...] in Europa e fu più volte stampata con i titoli di Libellus ysagogicus ad magisterium indiciorum astrorum o Introductorium ad scientiam iudicialem astronomiae, spesso con il commento diGiovannidi Sassonia. ...
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CIELO
M. Bussagli
Nell'ambito della cultura scientifica, teologica e letteraria del Medioevo il termine c. ricopre la medesima gamma di significati che gli conferisce l'attuale uso corrente: indicava [...] - più noto in Occidente come Albumasar - scritto a Baghdad nell'848 e tradotto in latino prima da GiovannidiSiviglia nel 1133 e poi da Ermanno di Carinzia nel 1140 (Lemay, 1962, pp. XXVIII-XXIX). Va infatti rilevato che, anche nell'ambito islamico ...
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MANINI (Manilio), Antonio
Paolo Pontari
Figlio di Cristoforo, nacque a Bertinoro, in Romagna, nel 1431.
Il cognome Manini è ampiamente documentato (Temeroli), ma il M. fu anche conosciuto come Antonio [...] (H.76), cc. 1-54: Epitome artis astrologiae diGiovannidiSiviglia; cc. 55-91: De nativitatibus di Aomar nella traduzione latina diGiovannidiSiviglia; cc. 92-124: De sphera mundi diGiovanni Sacrobosco: tutti con note marginali della mano del M ...
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GREGORIO di Montesacro
Paolo Chiesa
Di lui sappiamo quasi esclusivamente ciò che egli stesso ci dice nell'epistola di dedica della sua opera più importante, il Peri ton anthropon theopysis, destinata [...] , Calcidio, Cicerone, Virgilio, Lucano, Servio, Macrobio, Fulgenzio Planciades, Agostino, Giovanni Cassiano, Boezio, Gregorio Magno, Isidoro diSiviglia, Giovanni Damasceno, Remigio di Auxerre e Goffredo da Viterbo. Il poema è evidentemente destinato ...
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GIOVANNI da San Gimignano
Silvana Vecchio
Nacque a San Gimignano, presso Siena, probabilmente tra il 1260 e il 1270. Del padre si conosce soltanto il nome, Giacomo, da cui il patronimico Iacoppi o Coppi [...] fonti più antiche, ed è frutto della confusione con un altro Giovanni da San Gimignano (Kaeppeli, II, p. 544), vissuto nella di salutari lezioni di ordine morale. Animali reali e animali fantastici, descritti soprattutto da Isidoro diSiviglia e ...
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Musica
Spettacolo, detto anche melodramma, in cui l’azione teatrale si sviluppa attraverso la musica e il canto. Pur assumendo denominazioni diverse a seconda di argomento (o. buffa, o. seria), epoca e [...] , Re di Creta e La Clemenza di Tito) o dell’o. buffa italiana (Le nozze di Figaro, Così fan tutte, Don Giovanni, su libretto di L. modificò con particolare inventiva (Il barbiere diSiviglia, Guglielmo Tell). Più giovani di lui, V. Bellini e G. ...
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Componimento poetico-musicale, cantato da coro e spesso accompagnato da strumenti. Caratterizzato da una struttura strofica, l’i., già nella musica greca e poi nel canto liturgico cristiano, era destinato [...] di Leucio (Carino) negli Atti diGiovanni. Gli gnostici ricorsero largamente alla poesia, e vanno almeno menzionate le Odi di parecchi vescovi spagnoli (tra i quali Isidoro diSiviglia), contribuirono all’accrescimento del patrimonio innologico dei ...
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Uomo che ha generato uno o più figli, considerato nella sua relazione con i figli stessi. Si dice anche di persona che abbia per legge autorità e mansioni paterne: p. adottivo, per adozione; p. putativo, [...] in Occidente, con s. Gregorio Magno, o, al più, con s. Isidoro diSiviglia (7° sec.) e, in Oriente, con s. Giovanni Damasceno (8° sec.). I P. che godono di maggiore autorità sono chiamati anche dottori: in Oriente, s. Basilio, s. Gregorio Nazianzeno ...
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Religione
Nella Chiesa cattolica, d. della Chiesa sono scrittori illustri per santità di vita e ortodossia, ma soprattutto per la loro scienza nelle cose sacre. Il titolo è attribuito con decreto del [...] della Chiesa greca, s. Atanasio, s. Basilio, s. Giovanni Crisostomo e s. Gregorio Nazianzeno (gli ultimi tre considerati ‘ fu riconosciuto ufficialmente a s. Anselmo (1720), a s. Isidoro diSiviglia (1722), a s. Pier Crisologo (1729), a s. Leone ...
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tenóre s. m. [lat. tĕnor -ōris «continuazione, corso ininterrotto; altezza della voce», der. di tenere «tenere»]. – 1. Modo di contenersi, comportamento: seguitando di questo t., dove andrà a finire?; la volubile varietà de la fortuna non dura...
serenata
s. f. [der. di serenare; nelle accezioni del n. 2, incrociato con sera]. – 1. Musica, cui s’accompagna spesso anche il canto, che si esegue di sera o di notte sotto le finestre di una donna per manifestarle i proprî sentimenti: fare...