Uomo che ha generato uno o più figli, considerato nella sua relazione con i figli stessi. Si dice anche di persona che abbia per legge autorità e mansioni paterne: p. adottivo, per adozione; p. putativo, che si ritiene p. di qualcuno senza esserlo in realtà. Con valore estensivo, al plurale, per indicare gli uomini della passata generazione o più genericamente gli antenati; riferito a divinità, ha il significato di progenitore, creatore, ed è insieme espressione di rispetto, amore, devozione.
Titolo reverenziale che si premette al nome di religiosi che siano sacerdoti o ad altra loro qualifica (p. francescano; p. spirituale ecc.) e dato di frequente anche a sacerdoti secolari. Spesso al plurale, con altre determinazioni, il termine indica speciali congregazioni religiose. P. bianchi Nome con il quale sono indicati, per il colore del loro abito, i Missionari d’Africa, società di sacerdoti e fratelli coadiutori fondata da C.-M.-A. Lavigerie (1868) per l’apostolato prima fra gli Arabi e poi in genere fra gli Africani. Lavigerie fondò nel 1869 anche le Missionarie di Nostra Signora d’Africa, dette Suore bianche. P. della Chiesa Nome con cui si trova designato, a partire dalla metà del 4° sec. e ancor più nelle controversie cristologiche del 5° sec., un gruppo di scrittori ecclesiastici particolarmente autorevoli, le cui opinioni fanno testo in materia di fede. Il concetto di P. della Chiesa riceve poi un’ulteriore estensione con s. Agostino, che cita come autorevole anche il contemporaneo s. Girolamo. Infine il cosiddetto Decreto gelasiano (attribuito a papa Gelasio, 492-96) stabilisce un elenco (non completo) di scrittori le cui opere sono ammesse universalmente nella Chiesa cattolica. I caratteri dai quali la dottrina cattolica riconosce un P. della Chiesa sono l’ortodossia della dottrina, la santità della vita, l’approvazione, che può essere più o meno esplicita, da parte della Chiesa, l’antichità. L’era patristica si fa di solito cominciare con i cosiddetti p. apostolici, considerati quali discepoli immediati degli apostoli (Barnaba, Clemente romano, Ignazio, Policarpo, Erma) e terminare, in Occidente, con s. Gregorio Magno, o, al più, con s. Isidoro di Siviglia (7° sec.) e, in Oriente, con s. Giovanni Damasceno (8° sec.). I P. che godono di maggiore autorità sono chiamati anche dottori: in Oriente, s. Basilio, s. Gregorio Nazianzeno, s. Giovanni Crisostomo e s. Atanasio, detti dottori ecumenici; nella Chiesa latina, s. Ambrogio, s. Gerolamo, s. Agostino e s. Gregorio Magno. P. dello Spirito Santo Gli appartenenti alla Congregazione dello Spirito Santo sotto il patronato del Cuore Immacolato di Maria, costituitasi nel 1851 per la fusione della Congregazione dello Spirito Santo, fondata nel 1703 da C.-F. Poulart des Places (m. 1709), dispersa dalla Rivoluzione francese, poi risorta e approvata nel 1824, e della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria, fondata nel 1841 dall’ebreo convertito F.-M.-P. Libermann. Si dedica all’evangelizzazione dei non cristiani, soprattutto dei più poveri ed emarginati.
Presso gli antichi Romani si chiamarono patres i patrizi (in opposizione ai plebei) e i senatori. Pater familias Nella famiglia romana, colui che, non avendo ascendenti vivi in linea maschile, è il capo della famiglia. Il complesso dei poteri del p. sui filii familias o sui servi si dice manus o potestas; il potere sulle cose, o sui filii familias altrui, mancipium.
Nell’uso del teatro drammatico dell’Ottocento e dei primi del Novecento, p. nobile è il ruolo che indicava genericamente le parti di uomini maturi, in genere di elevata condizione sociale; analogo al ruolo di madre nobile (➔ madre).