Il lasso di tempo tra la nascita dei genitori e quella dei figli, oppure gli individui che appartengono allo stesso segmento sociale. Fra i principi che regolano le terminologie di parentela, la g. ha un ruolo importante. In alcuni sistemi, uno stesso termine designa gli individui di g. alternate (nonni-nipoti). Nel sistema hawaiano, tutti i parenti di sesso femminile della g. dei genitori sono denominati ‘madre’, quelli di sesso maschile della g. dei genitori ‘padre’. La profondità delle g. è computata in modo differente nelle varie società, e in quelle dove vige il sistema delle classi di età essa diventa il criterio centrale di appartenenza a gruppi istituzionalizzati. In molte società, i rapporti conflittuali che si creano fra g. successive (padri-figli) sono controllati per mezzo di comportamenti formalizzati spesso basati sulla pratica dell’evitazione rituale.
G. alternante Detta anche alternanza di g., è il fenomeno per cui nel ciclo evolutivo delle specie si alternano regolarmente due g. diverse. Si distinguono 3 tipi di g. alternante: l’alternanza fra una g. agamica e una sessuata prende il nome di metagenesi e si incontra in alcuni gruppi marini, come Celenterati (Scifozoi, Idrozoi) e Tunicati; l’alternanza fra una g. a sessi distinti e una o più g. partenogenetiche, detta eterogonia da R. Leuckart, si incontra in alcuni Insetti, Crostacei, Trematodi e Rotiferi; l’alternanza fra una g. bisessuata e una ermafroditica è propria di alcune forme di Nematodi. G. spontanea. Nota anche come g. automatica, o equivoca (o come abiogenesi, archigonia, eterogenesi), è la g. di organismi viventi da materia non vivente. Nell’Antichità era credenza comune, avallata dall’autorità somma di Aristotele, che mosche e altri insetti, vermi, rane, anguille e persino topi potessero nascere da sostanze organiche in decomposizione o dalla melma. Il primo a sollevare dubbi sulla realtà di questo fenomeno fu F. Redi (1668), il quale con accurate esperienze dimostrò che le mosche nascono nella carne putrefatta soltanto se in questa siano state deposte uova di mosca. Nel 18° sec. la credenza della g. spontanea rinacque a proposito degli infusori. J.T. Needham sostenne che questi minutissimi organismi si formano per aggregazione di ‘molecole’ provenienti dalle erbe o da altre sostanze messe in infusione. L. Spallanzani nel 1765 dimostrò la fallacia di questa opinione con una serie di esperimenti molto precisi consistenti nell’uccidere col calore i germi degli infusori che si trovano sulle sostanze infuse, nell’acqua, nell’aria. Nel 19° sec. L. Pasteur, eseguendo esperimenti dello stesso tipo di quelli di Spallanzani, poté dimostrare definitivamente (1861-64) che se si uccidono col calore le spore dei batteri, e si impedisce loro di arrivare sulle sostanze organiche, queste rimangono perpetuamente sterili, non vanno in putrefazione.
Il problema è stato nuovamente proposto, in termini biochimici più concreti, da A.I. Oparin (1924) e da J.B.S. Haldane (1929). Da questi lavori ha preso lo spunto una serie di indagini sia teoriche (Oparin, Haldane, A. Dauvillier, J.D. Bernal, H.C. Urey e altri) sia sperimentali. Il risultato più notevole di queste ultime è stato ottenuto da S.L. Miller (1953): la formazione di amminoacidi a partire da sostanze inorganiche (metano, ammoniaca e acqua) sotto l’azione prolungata di scariche elettriche. Altre importanti ricerche sull’origine di sistemi prebiologici sono state eseguite da S.W. Fox (dal 1960), C. Ponnaperuma (dal 1963) e altri.
Nella religione ebraica antica, la g. è considerata come forma rassicurante della continuità della pienezza (shalōm) e della benedizione (barukhā); nei testi esseni e in quelli di Qumrān, peraltro, la g. è vista come occasione nella quale si perpetua il male del mondo, del peccato e dell’essere storicamente. Contro la g. e la consumazione dell’atto sessuale si pronunciano alcune sette dell’antico Cristianesimo (Encratiti) che difendono un’ascesi totale, anche sessuale. La g. come male e peccato di origine risale alla narrazione della Genesi e porta con sé la concupiscentia, come piacere sessuale e desiderio libidinoso.
Miticamente le g. divine esprimono il passaggio da uno stato astorico o caotico al mondo formato. La mitologia delle g. divine è presente nella Grecia antica (Teogonia di Esiodo), nello shintoismo (Nihongi e Kojicki), nell’Indonesia e in alcune culture africane.
In demografia, analisi per g. (o per coorti) è detto lo studio della successione di avvenimenti accaduti nel corso del tempo, nell’ambito di un gruppo ben definito, nato oppure osservato nello stesso anno. Per cogliere la portata di questa forma di analisi, si fa generalmente ricorso allo schema di W. Lexis, che lo elaborò per lo studio della mortalità, ma che ha, invero, una portata molto generale, ponendo in correlazione, su un diagramma cartesiano, gli anni di calendario (in ascissa) e le età (in ordinata).
Una g. è caratterizzata dall’insieme di persone che entrano in osservazione, nel corso di un dato anno, sull’asse delle ascisse; all’interno di questo insieme (per es., di nati, di matrimoni, di persone che entrano nella vita produttiva) si determinano avvenimenti che vengono registrati lungo la striscia delimitata dalle due diagonali col trascorrere del tempo. Per dare concretezza al discorso, si supponga che la g. sia di nati e che l’avvenimento che interessa sia l’eliminazione per morte. La morte di un membro della g. è individuata sul diagramma quando se ne conosce o l’età esatta, oppure la data cronologica esatta. Lungo una generica linea verticale si situano tutti i decessi sopravvenuti alla stessa data, mentre lungo una generica linea orizzontale si collocano i decessi avvenuti alla stessa età. L’analisi per g. viene condotta considerando l’evolversi del fenomeno considerato, la morte in questo caso, lungo una striscia diagonale, mentre l’analisi per contemporanei sofferma l’attenzione sugli accadimenti registrati lungo una striscia delimitata da due verticali: si considerano quindi i morti in età 0, 1, 2, ... registrati in un dato anno, che provengono da più generazioni.
L’analisi per g. è particolarmente utile nello studio della formazione della famiglia e della fecondità in quanto mette in luce la storia della coorte studiata, mentre l’analisi per contemporanei può incappare in difficoltà nella spiegazione dei valori registrati; di contro, nello studio della mortalità, questo secondo modo di analisi viene preferito in quanto si ammette che la mortalità nel corso di un anno dipenda più dalle condizioni del momento (epidemie, carenze igieniche ecc.) che non dal passato degli individui.
La g. viene anche intesa come discendenza media di figli per ogni singola donna coniugata o per ogni donna, e la sua misura può essere ottenuta con riferimento a donne che hanno terminato il loro ciclo riproduttivo.